In questa storia c'è un bambino di nome Riccardo*. A Riccardo piaceva molto camminare. "Chissà che cosa c'è al di là delle colline?" si chiedeva. Un giorno decide di scoprirlo.
Cammina cammina, finalmente arriva in un bellissimo giardino, il più grande e il più bello che abbia mai visto, con molti alberi e fiori dai colori brillanti. Non ci sono esseri umani in questo giardino, ma solo animali che passeggiano liberi tra l'erba alta e soffice.
Un leone color miele cammina tranquillo. Due piccole volpi giocano allegre. Uccelli variopinti si rincorrono fra i rami. Un puledrino arriva correndo e scuote la sua corta criniera. "Benvenuto!" dice a Riccardo, facendo un piccolo inchino. "Grazie" dice Riccardo. "E' molto bello, qui".
A un tratto l'aria rabbrividisce, l'erba si piega, il puledro drizza le orecchie. Compare all'improvviso uno strano omino, lungo e sottile, grigio come l'ombra della sera. Sulle spalle ha un grosso sacco e in mano ha una spugna. Che cosa vorrà fare?
Si avvicina pian piano al pavoncello, lo tocca con la sua spugna magica e, mamma mia! Tutti i colori lasciano precipitosamente le penne della coda e d'infilano a capofitto nel sacco dell'omino. Poi si avvicina ai pettirossi chiaccheroni e li sfiora appena con quella sua spugnetta: dov'è ora la macchia rossa sul loro petto? E' finita anche quella nel sacco dell'omino.
Poi è la volta del lago: un tocco appena, e il lago rabbrividisce, diventando di colpo tutto grigio. Il sacco dell'omino intanto si gonfia a vista d'occhio.
Nel giardino passa un brivido d'allarme. AIUTO! C'E' UN LADRO DI COLORI!
Il puledrino scappa con la criniera al vento. La scimmia si nasconde tra i rami del baobab. Adesso tocca al salice: addio foglioline verdi! Il salice si fa tutto grigio e per la tristezza diventa un salice piangente.
Il ladro di colori si guarda attorno. In cima alla collina c'è un piccolo vulcano con un cuore rosso. L'omino appoggia una scala ai suoi fianchi e sale velocissimo.
Il vulcano sente prurito, brontola, si scrolla: ma l'omino gli ha portato via tutto il colore delle sue fiamme vive. PRESTO, BISOGNA FARE QUALCOSA! MA COSA?
Riccardo chiede consiglio alla scimmia sapiente.
"Bambino, solo un cucciolo d'uomo come te può sciogliere l'incantesimo. Devi però fare qualcosa che gli abitanti del giardino non sanno fare!"
"Oh oh, devo risolvere un indovinello!" pensa Riccardo. "Vediamo un po'. Che cosa so fare, io?" Prova a cantare una canzone che ha appena imparato a scuola. Ma da un albero vicino subito gli risponde un usignolo: non c'è dubbio che sa cantare meglio di Riccardo.
"E se provassi a correre?" si chiede il bambino. Ma ecco arriva il puledrino con la criniera al vento. Veloce come lui non c'è nessuno. Saltare, forse? Macché! Ecco una lepre che fa balzi più alti di lui.
Avvilito, Riccardo si mette a piangere. Arriva sbuffando un vecchio coccodrillo e così, per simpatia, si mette a piangere anche lui. Lacrime grosse così. Al vedere il coccodrillo che piange, Riccardo scoppia a ridere: è così buffo!
Meraviglia! Nessun animale, proprio nessuno, sa ridere come un bambino. E mentre Riccardo ride a bocca spalancata, ecco che l'incantesimo si scioglie: i colori, come obbedendo a un richiamo, scivolano fuori dal sacco dell'omino. Ma dopo essere stati pigiati là dentro al buio, sono un po' incerti e non sanno bene dove andare. Nasce un po' di confusione: il verde si posa sulle caprette, l'azzurro sulle piccole volpi.
Il lago ora è rosso. Tutto azzurro è invece il leone, che cammina un po' imbarazzato, e non si può dargli torto. Chi lo vorrà, un leone azzurro? E' un bel pasticcio, davvero."Come si può fare?" si chiede Riccardo. "Caro leone, prova a bagnarti nel lago. Solo un poco, tanto per vedere se i colori si riaggiustano..."
Il leone perplesso si immerge nel lago, nuota per un po', poi esce scrollandosi.
Aiuto! Adesso c'è un leone a strisce rosse e blu.
Tutti i colori si sono mescolati, c'è un grande scompiglio. No, così non va.
Il ladro deve c'entrare in qualche modo in questa confusione.
Riccardo lo rincorre, mentre lui se ne sta andando con l'aria offesa e il sacco vuoto.
"Ti prego, fermati" lo supplica. "I colori non sanno più ritrovare il loro posto. Però a te, poco fa, obbedivano..."
"Ma tu hai rotto l'incantesimo e li hai richiamati!" brontola l'omino. "Ascoltami: io ordinerò ai colori di tornare al loro posto, ma a un patto: che ogni tanto possa riprenderli e giocarci un poco. Mi servono per farci i miei tappeti colorati, che voi uomini chiamate arcobaleni.
Riccardo è d'accordo.
Allora il ladro di colori fa un gesto con la sua spugna e pian piano ogni colore torna al suo posto. Il leone ritrova la sua tinta dorata. Il lago è di nuovo azzurro, ma si tiene una pennellata di rosso, per farci dei pesciolini con cui giocare.
Il salice rialza i suoi rami: non c'è più motivo di fare il salice piangente. E l'erba è di nuovo di un bel verde brillante. Riccardo è contento. Ora può tornare a casa.
D'ora in poi, ogni volta che dopo un temporale nel cielo comparirà un arcobaleno, si ricorderà dei colori del giardino meraviglioso tra le colline. E proverà a disegnarlo.
Se vuoi, provaci anche tu. ^___*
*non me ne vogliano gli autori del libro se ho lievemente variato il racconto, rendendo protagonista il mio pastrugno Riccardo