WHAT WILL YOU FIND IN YOUR EASTER EGG?? ^___^ |
Ti ho amato dal primo istante...
domenica 16 aprile 2017
mercoledì 12 aprile 2017
Una lettera da ... Gesù.
E' iniziata la settimana Santa. In questi giorni ricordiamo ciò che ha dovuto subire Gesù. Giorni fa, la mia migliore amica mi ha mandato un messaggio che ho apprezzato moltissimo: conteneva una lettera, una probabile lettera che avrebbe potuto scrivere proprio lui, lui che si è sacrificato per noi, per amore verso tutti noi, sì proprio lui, Gesù. Ecco il testo di questa lettera.
«Scrivo dalla mia croce
alla tua solitudine. A te che tante volte mi hai guardato senza vedermi e mi
hai sentito senza ascoltarmi. A te che tante volte hai promesso di seguirmi da
vicino e, senza sapere perché, ti sei allontanato dalle orme che ho lasciato nel
mondo perché non ti perdessi.
A te che non sempre credi che io sia al
tuo fianco, che mi cerchi senza trovarmi e a volte perdi la speranza di
incontrarmi. A te che a volte pensi che io sia solo un ricordo e non capisci
che sono vivo.
Io sono l’inizio e la fine; sono la via
perché tu non ti perda, la verità perché tu non sbagli e la vita perché tu non
muoia. Il mio tema preferito è l’amore, che è stato la mia ragione per vivere e
per morire.
Sono stato libero fino alla fine; ho
avuto un ideale chiaro e l’ho difeso con il mio sangue per salvarti. Sono stato
maestro e servitore, sono sensibile all’amicizia e aspetto da tanto tempo la
tua.
Nessuno come me conosce la tua anima, i
tuoi pensieri, il tuo cammino, e so molto bene quanto sia grande il tuo valore.
So che a volte la tua vita sembra povera agli occhi del mondo, ma so anche che
hai tanto da dare, e sono certo che nel tuo cuore ci sia un tesoro nascosto:
conosciti e allora riserverai un posto per me.
Se sapessi da quanto tempo busso alla
porta del tuo cuore e non ricevo risposta! A volte soffro quando mi ignori e mi
condanni, come Pilato. Soffro anche quando mi rinneghi, come Pietro, e quando
mi tradisci, come Giuda.
Oggi ti chiedo di unirti al mio dolore,
di prendere su di te la tua piccola croce insieme alla mia. Ti chiedo pazienza
con i nemici, amore per il conuige, responsabilità nei confronti dei figli,
tolleranza con gli anziani, comprensione con i fratelli, compassione verso chi
soffre, servizio nei confronti di tutti, come io ho vissuto e ho insegnato.
Non vorrei vederti egoista, ribelle,
pessimista. Vorrei che la tua vita fosse allegra, sempre giovane e cristiana.
Ogni volta che ti scoraggi, cercami e mi troverai. Ogni volta che ti senti
stanco, parla con me, raccontami i tuoi problemi.
Ogni volta che pensi di non servire a
nulla non deprimerti, non ritenerti inferiore, non dimenticare che avrò bisogno
della tua piccolezza per entrare nell’anima del tuo prossimo.
Ogni volta che ti sentirai solo non
dimenticare che sono con te. Non stancarti di chiedermi, io non mi stancherò di
darti. Non stancarti di seguirmi, io non mi stancherò di accompagnarti.
Non ti lascerò mai solo.
Gesù.»
lunedì 3 aprile 2017
IL BAMBU'
Con questa storia di Bruno Ferrero, ho fatto capire al mio gruppo di bambini di seconda elementare, a catechismo, la morte di Gesù, che ha sacrificato se stesso per l'umanità intera.
In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto.
Noi la chiamiamo “sofferenza”. Dio la chiama “ho bisogno di te”.
In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto.
Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva robusto e bello. Perchè il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice. Un giorno, il Signore si avvicinò al suo amato bambù e gli disse: «Caro bambù, ho bisogno di te.»
Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: «Signore, sono pronto. Fa' di me l'uso che vuoi.»
La voce de Signore era grave: «Per usarti devo abbatterti!»
Il bambù si spaventò: «Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi.»
«Mio caro bambù, se non posso abbatterti, non posso usarti.»
Il giardino piombò in un profondo silenzio. Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: «Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi. Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!»
«Se non posso tagliarli, non posso usarli.»
Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando, il bambù disse fiocamente: «Signore, tagliali.»
«Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti.»
Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: «Signore, spacca e strappa.»
Così il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò in due e gli estirpò il cuore. Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell'amato bambù e diresse e l'altra verso i campi inariditi. La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo. Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto. Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.
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