Ti ho amato dal primo istante...

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martedì 1 aprile 2014

La storia di Madamigella Aprile


Aprile

Io sono Aprile
e sono il più gentile,
tutti gli alberi li faccio fiorire,
tutti gli uccelli li faccio cantare,
giovani e vecchi faccio rallegrare.

... ma c'era una volta ........una bimba di nome Aprile non proprio sempre gentile! :P

C'era una volta una bambina che si chiamava Aprile. Aprile è certo un nome piuttosto insolito; ma perché mai una ragazzina non si dovrebbe chiamare Aprile, quando ha un fratello che si chiama Agosto e una sorella che si chiama Giugno?
Il papà di Aprile infatti chiamava i suoi figli col nome del mese in cui nascevano.
La cosa aveva molti vantaggi: prima di tutto il loro nome era stampato nel calendario, il che è molto divertente, e poi tutti si assomiglia sempre un po' al mese nel quale si viene al mondo.
Ci sono bambini primaverili, estivi, autunnali e invernali; e sono molto diversi l'uno dall'altro...
Per fortuna, pensate come sarebbe stato noioso il mondo se tutte le persone si assomigliassero..
L'Aprile è indubbiamente un mese pericoloso, è volubile e lunatico, e così era la bimba che aveva ricevuto il suo nome.
Qualche volta si aggirava ballando e cantando per la sua stanza, ma qualche altra batteva il piede destro o il piede sinistro sul pavimento e urlava fino a diventare rossa come un peperone.

A volte si buttava al collo delle persone e le baciava; poi il giorno dopo faceva finta di non averle mai viste.
« Aprile, Aprile, Aprile non sa mai quel che vuole! »
diceva sua madre e sperava che un bel giorno la piccola sarebbe cambiata in meglio.
Ma il meglio non veniva mai, anzi succedeva proprio il contrario.
Tutto a un tratto Aprile prese una nuova abitudine: « Mi dileguo nell'aria!» gridava quando qualcosa la faceva stizzire in modo particolare, e agitava le braccia qua e là come se veramente volesse farlo subito.
« Una brava bambina non si comporta mai così!» l'ammoniva la mamma, ma Aprile urlava:
« Non mi sogno nemmeno di essere una brava bambina e se lo dici ancora una volta mi dileguo nell'aria! ».
E, che è che non è, non aveva ancora chiusa la bocca che ebbe la sensazione di sollevarsi dal suolo e di cominciare a volare.

Saliva veramente nell'aria come aveva minacciato: che sensazione strana provava! Non aveva appiglio da nessuna parte, solo di tanto in tanto batteva la testa contro qualche armadio o contro il soffitto, e che male faceva!
La mamma se ne stava disperata nel bel mezzo della stanza e cercava di tirar giù Aprile per la gonna, ma invano.
Ogni volta che credeva di averla afferrata per la gonna, Aprile ondeggiava di nuovo nell'aria; alla fine non le restò che prendere la bambina per una gamba e tirarla giù.
Ma Aprile, invece di essere contenta e riconoscente per essere ritornata con i piedi per terra, continuava a strepitare: «Mi fai male, finirai con lo slogarmi una gamba! ».
Allora la mamma scosse la testa pensando alla piccola Aprile e disse con tristezza:
«Aprile, Aprile, Aprile non sa mai quel che vuole! »
Quando Aprile andò a scuola, le cose peggiorarono.
Non voleva saperne né di leggere né di scrivere né di far di conto, e non faceva che disegnar pupazzi sul quaderno. Il maestro la metteva ogni giorno nell'angolino in castigo, ma lei tirava fuori la lingua di nascosto e faceva ridere tutti. '
«Non mi resta altro che tagliare una verga dal salice e batterti sul di dietro di santa ragione! » diceva il maestro benché questi sistemi non gli piacessero affatto.
«Be', allora mi dileguo nell'aria!» esclamava Aprile e subito i suoi piedi si sollevavano da terra e ondeggiava nell'aria.
La cosa era così buffa che tutti battevano le mani per il divertimento, ma al maestro si rizzavano i capelli sulla testa perché in vita sua non aveva mai visto una cosa simile.
«Vieni giù subito!» ordinava ad Aprile. «Sei la peggior scolara che sia mai venuta in questa scuola ». Ma anche se avesse voluto,
Aprile non poteva tornar giù, i suoi piedi opponevano resistenza e annaspavano nell'aria.
Oltre tutto si divertiva un mondo a volare così per la classe.
Poteva guardare tutti dall'alto e lo faceva senza risparmio.
Quando però le capitava di battere la testa contro la grande lavagna alla parete, esclamava: «Ahi, Ahi! ».
Certo una lavagna è sempre una cosa dura!
Che altro poteva fare il povero maestro se non tirarla giù?
La prese ben forte per tutte e due le gambe, e le avrebbe dato volentieri un buon pizzicotto.
«Mi fai male, finirai con lo slogarmi le gambe! » gridava Aprile al maestro per tutto
ringraziamento, appena tornava con i piedi per terra; ma per fortuna la campanella della scuola suonava e le lezioni erano finite...
Un bel giorno d'aprile quando le prime violette profumavano tra l'erba tenera e nuova e i ciliegi erano in fiore, aprile andò al parco con papà, mamma, il fratello Agosto e la sorella Giugno.
« Vietato calpestare i prati », era scritto a grandi lettere all'ingresso del parco, ma Aprile non se ne curò per nulla.
Saltò subito sull'erba tenera e le violette, calpestandole dispettosamente.
«Vieni subito fuori di lì! » gridarono in coro il papà e la mamma e Agosto e Giugno, ma Aprile fece marameo ed esclamò: «A me piace star qui e ci rimango », e girava in tondo a destra e a sinistra e calpestava i fiori con i tacchi.
In quella arrivò lungo il sentiero il guardiano del parco e la minacciò con un grosso bastone:
« Fuori dal prato! » ordinò ad Aprile, «vieni fuori subito!
Ti conosco bene. Sei una vera monellaccia!
Ma Aprile tirò fuori la lingua e gridò: « Adesso mi dileguo nell'aria! ».
E cosi fece. I suoi piedi si alzarono da terra ed essa cominciò a ondeggiare nell'aria, ma questa volta non c'era un soffitto che la fermasse.
Aprile volava in alto, sempre più in alto, verso il cielo, e papà e mamma e Agosto e Giugno tendevano le mani verso di lei, ma invano.
Nessun braccio era lungo abbastanza per tirarla giù di nuovo e anche il grosso bastone del guardiano del parco era troppo corto.
Aprile con il suo vestitino rosso ondeggiava come un palloncino, sempre più su, sempre più lontano, finché nessuno la poté più vedere.
Ora si era veramente dileguata nell'aria!
Purtroppo non so dirvi se il mese di aprile, che in fin dei conti era il suo padrino, l'abbia presa con sé o cos'altro possa esserle capitato!

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