Ti ho amato dal primo istante...
giovedì 22 dicembre 2016
venerdì 16 dicembre 2016
IL PICCOLO ABETE
Lo scorso 12 dicembre il mio pastrugno e i suoi compagni di classe hanno letto questa dolcissima storia:
IL PICCOLO ABETE
Come ogni anno, Jack e il papà si avviarono su per la collina alla ricerca di un abete da abbattere.
Nel bosco ne trovarono uno piccolo, dal tronco forte e dai rami snelli e decisero che il giorno seguente sarebbero ritornati a prenderlo.
Gli animali del bosco, che avevano le orecchie sempre attente, quando sentirono che l'abete avrebbe lasciato la collina, lo raccontarono al bosco intero. Discussero insieme tutta la sera per decidere quale fosse il modo migliore per salutarlo e ringraziarlo, per aver dato loro rifugio durante gli anni trascorsi.
Quella notte, mentre Jack dormiva, attorno all'abete risuonavano cinguettii,squittii e passi frettolosi. Ciascun animale aveva un compito speciale da portare a termine: le formiche decorarono l'albero con le bacche rosse; i topolini appoggiarono sui rami dell'albero piccole pigne; gli uccelli infilarono tra le fronde molte piume colorate; i conigli portarono in dono all'albero infinite lucciole, che brillavano come candele natalizie; gli scoiattoli, che spesso avevano trovato rifugio nell'abete, prepararono una stella di noci e ghirlande da utilizzare come puntale.
E mentre gli animali si davano tanto da fare, la neve cominciò a cadere silenziosa sull'abete.
Il mattino dopo Jack raggiunse di corsa il bosco e rimase a bocca aperta nel vedere il piccolo abete.
I suoi rami brillavano alla luce del mattino e le lucciole splendevano luminose.
- Non possiamo abbatterlo, - esclamò Jack - E' meraviglioso!-
- Il suo posto è qui, non a casa nostra! - aggiunse il papà.
All'improvviso dall'abete giunsero cinguettii e schiamazzi e un merlo cominciò a cantare dalla felicità.
Il babbo ebbe poi una grande idea: - Alla vigilia di Natale torneremo qui tutti insieme ad intonare i canti natalizi. Così potremo festeggiare il Natale intorno al nostro albero speciale! -
Mamma Mi e il suo pastrugno augurano a tutti ...
giovedì 15 dicembre 2016
MEZZANOTTE IN EGITTO
Questa settimana il libro che il mio piccolo grande ometto aveva a casa da leggere era questo:
RONF ... RONF..... RONF ......
Ma si sente anche un altro rumore.
ROAR ... ROAR ... ROAR .......
Che all'improvviso diventa un fortissimo ...
SBANG!
WHOOSH!
Ma quando la sabbia torna al suo posto ...
... le Mummie restano a bocca aperta: la Piramide ha un aspetto assai diverso con quel buco GIGANTESCO sulla cima!
La mattina dopo le Mummie si svegliano presto ... ma non vanno in vacanza.
Mummia Papà e Mummia Mamma cercano di mettere in ordine. L'ospite si siede in poltrona e fischietta.
Mummia Mamma e Mummia Papà provano a riparare il buco. Ma è davvero molto difficile e così decidono di telefonare alle ...
... sorelle Cemento. Si chiamano Cleo, Pat e Nefertiti ... E sono le migliori costruttrici in tutto il paese di sabbia.
Arrivano ...
Pensano e contano ...
E poi scuotono la testa. E alla fine scrivono un preventivo delle spese.
Le sorelle Cemento incominciano subito a lavorare con le loro grandi perforatrici.
PRRR! PRRR! PRRR!
E poi con i grandi martelli.
BANG! BANG! BANG!
PRRR! PRRR! PRRR!
E poi di nuovo con le perforatrici. Qualcuno però ... non apprezza tutto questo rumore ...
Mummia Mamma e Mummia Papà non ne possono più.
Sognano di essere in vacanza ...
E il loro ospite continua a non ricordare nulla.
Intanto le sorelle Cemento stanno mettendo tutto sottosopra.
Invece i Mummia Bambini si divertono. Provano ad aiutare ...
E intanto combinano pasticci.
Poi TUT e SIS prendono delle bende e le sorelle Cemento si ritrovano tutte fasciate.
Ma non è finita. RICKI ROCKI dice alle Mummie che si meritano una vacanza ... E ne organizza una su misura. Li accompagna personalmente all'aeroporto. E' molto felice ...
E all'improvviso Mummia Mamma e Mummia Papà capiscono ...
... che sono saliti a bordo del disco volante insieme agli omini verdi!
Le porte si chiudono ed è ormai troppo tardi per scendere.
E questa è davvero la fine della storia.
MEZZANOTTE IN EGITTO.
E' notte nel paese di sabbia e in cielo brillano le stelle (ma non trovate che una brilli un po' troppo? Boh, forse no!).
Tutto tace tra le palme ... Tutto tace alla Mummia Polizia ... Tutto tace a Tebe ... E tace la Piramide ...
(ma non vi pare che stia diventando sempre più grande? Boh, forse no!)
E perfino dentro la Piramide tutto tace, perchè la Mummia Famiglia dorme! Ma non per molto ...
Domani mattina le Mummie andranno in vacanza, ma ora stanno sognando.
Mummia Papà inizia a russare.
Ma si sente anche un altro rumore.
ROAR ... ROAR ... ROAR .......
Che all'improvviso diventa un fortissimo ...
SBANG!
La Piramide trema e tutti si svegliano. Le Mummie si abbracciano staventate.
Le Mummie corrono alla porta. E sbirciano fuori. Una strana luce illumina il buio della notte.
Guardano in alto e vedono un disco volante, piazzato proprio in cima alla Piramide!
Dal disco volante esce una fila di omini verdi. Le Mummie non capiscono cosa dicono, però sono carini. Con loro c'è anche un tipo dall'aria confusa.
Le Mummie si presentano.
Poi le Mummie scoprono qualcosa di veramente strano. Quel tipo non si ricorda come si chiama e nemmeno da dove viene.
Mummia Papà e Mummia Mamma sono molto preoccupati. Così decidono di invitarlo a restare ... Almeno finché gli tornerà la memoria. Gli omini verdi sembrano contenti.
Gli omini verdi salgono sul disco volante e ripartono con un grande ...
WHOOSH!
Ma quando la sabbia torna al suo posto ...
... le Mummie restano a bocca aperta: la Piramide ha un aspetto assai diverso con quel buco GIGANTESCO sulla cima!
La mattina dopo le Mummie si svegliano presto ... ma non vanno in vacanza.
Mummia Papà e Mummia Mamma cercano di mettere in ordine. L'ospite si siede in poltrona e fischietta.
Mummia Mamma e Mummia Papà provano a riparare il buco. Ma è davvero molto difficile e così decidono di telefonare alle ...
... sorelle Cemento. Si chiamano Cleo, Pat e Nefertiti ... E sono le migliori costruttrici in tutto il paese di sabbia.
Arrivano ...
Pensano e contano ...
E poi scuotono la testa. E alla fine scrivono un preventivo delle spese.
Le sorelle Cemento incominciano subito a lavorare con le loro grandi perforatrici.
PRRR! PRRR! PRRR!
E poi con i grandi martelli.
BANG! BANG! BANG!
PRRR! PRRR! PRRR!
E poi di nuovo con le perforatrici. Qualcuno però ... non apprezza tutto questo rumore ...
Mummia Mamma e Mummia Papà non ne possono più.
Sognano di essere in vacanza ...
E il loro ospite continua a non ricordare nulla.
Intanto le sorelle Cemento stanno mettendo tutto sottosopra.
Invece i Mummia Bambini si divertono. Provano ad aiutare ...
E intanto combinano pasticci.
Poi TUT e SIS prendono delle bende e le sorelle Cemento si ritrovano tutte fasciate.
Le Mummie ne hanno abbastanza e decidono di portare l'ospite a fare un giro. Così montano tutti sulla Mummia macchina.
L'ospite accende la Mummia radio ...
... e dopo un po' arrivano alla Mummia Polizia.
Mummia Mamma si informa se qualcuno ha denunciato la scomparsa di un uomo. Ma il Mummia poliziotto non ne sa nulla. Si occupa solo di mummie disperse e non di musicisti che hanno perso la memoria. Eh già: l'ospite ama molto la musica ...
Le Mummie si guardano negli occhi e improvvisamente hanno un'idea. Adesso sanno dove andare. Salgono di nuovo tutti in macchina e partono per ... Tebe.
Si precipitano subito nel Mummia negozio di musica. TUT e SIS entrano di corsa ...
... e capiscono immediatamente chi è il loro ospite. La fotografia sul disco da tornare la memoria anche a lui. Si chiama RICKI ROCKI ed è una star del ROCK.
RICKI si ricorda che è caduto e ha battuto la testa. E da quel momento ha perso la memoria. Gli omini verdi lo hanno trovato e lo hanno portato a fare un giretto. E' stato divertente, ma adesso è contento di ricordare di nuovo tutto.
RICKI ROCKI vuol ringraziare le Mummie per averlo aiutato. E quella sera fa un concerto in città. A mezzanotte sono ancora tutti là ad ascoltare e a suonare. Il gruppo che accompagna RICKI è fatto di musicisti eccezionali. Le sorelle Cemento suonano e la Mummia Famiglia canta il Mummia Rock.
Il concerto è un grande successo e le mummie guadagnano i soldi necessari a riparare la Piramide ...
... anzi a costruirla anche più bella di prima!
Ma non è finita. RICKI ROCKI dice alle Mummie che si meritano una vacanza ... E ne organizza una su misura. Li accompagna personalmente all'aeroporto. E' molto felice ...
E all'improvviso Mummia Mamma e Mummia Papà capiscono ...
... che sono saliti a bordo del disco volante insieme agli omini verdi!
Le porte si chiudono ed è ormai troppo tardi per scendere.
E questa è davvero la fine della storia.
mercoledì 30 novembre 2016
Mi hai fatto come un prodigio
In questi giorni, Mamma Mi e le altre catechiste stanno mostrando ai bambini i prodigi della Creazione.
il Signore da sempre
Mi
hai fatto
come un
Prodigio J
la tua VITA
è un grande
DONO di DIO
... leggi qui sotto e ti
racconterò il perché!
Un
bel giorno Dio, il Creatore,
si
svegliò di buon umore:
«Ma che bello!»
e… girò in tondo
«quasi quasi faccio il mondo!»
E, volendo
incominciare,
sgranò gli
occhi ad osservare …
«Qui
c’è buio, buio pesto …
…senza sole
più non resto!»
«Per vederci anche di
notte:
Luna splendente
e stelle a frotte!»
… di là il mare!»
«Ma che bello!», rise giocondo:
Poi,
col fare Suo divino,
sulla
terra piantò pure
un
bel giardino.
Alberi,
frutti, tanti fiori
«Ma che bello!»
e… girò in tondo:
«Voglio andare
fino in fondo!»
Passeggiando
a tutte l’ore
Lui
pensò, con gran stupore:
«Che silenzio che c’è qui …
ci vorrebbe un colibrì!
Ma …
non può cantar da solo,
ci vorrebbe un usignolo!»
E
così … con fantasia
agli
animali
diede
il via.
Cani,
gatti, pesci e uccelli, leoni,
«Ma che bello!» e … girò in tondo,
«Ci vorrebbe un girotondo!».
Lo
guardavano danzare
gli
animali, stupefatti …
ma
incapaci di imitarlo
se
ne andavan …
quatti
quatti.
Disse
allora Dio,
il
Creatore:
«Io, da solo
cosa faccio?
Non c’è gusto e …
mai un abbraccio.
Per danzare, ridere
e amare …
un amico
voglio creare».
Dio
li ama, tutti quanti!
Tutti
unici e importanti:
«Ma che bello!
Son miei figli
son diversi
Ogni
bimbo che nasce
in
questa grande famiglia
è
un dono in più
…
che una scintilla
della
fantasia di Dio
porta quaggiù
e
… che meraviglia!
un DONO prezioso
sei anche tu!!!
il Signore da sempre
a te ha pensato,
ti ha voluto, ti ha amato.
Tu sei speciale …
e come te non c’è uguale!
Crescendo,
giorno
dopo giorno,
con l’amore
di chi
ti sta
intorno,
scoprirai
il tuo posto
in questo
mondo
e insieme
agli altri
farai
un meraviglioso
girotondo …
mercoledì 23 novembre 2016
LA COCCINELLA E LA FARFALLA
LA COCCINELLA E LA FARFALLA
C'era una volta una giovane farfalla che svolazzava allegra in un giardino fiorito, era così orgogliosa della sua bellezza che se ne faceva un gran vanto. Come una regina volava di fiore in fiore, facendo bella mostra di sé. L'estate presto lasciò il posto all'autunno, così in un giorno freddo e piovoso la vanitosa farfalla si trovò in seria difficoltà, una forte folata di vento la scaraventò con forza in un punto lontano, fece appena in tempo ad aggrapparsi su d'una foglia di un vecchio albero, cercando di tenersi ben stretta per non cadere giù. In quel mentre vide una piccola coccinella posata anch'essa sulla stessa foglia. La farfalla infastidita e con fare arrogante esclamò: "Fatti da parte, non vedi che le mie ali sono grandi e non c'è posto per due?" La coccinella la osservò intimidita e un po' perplessa rispose: "Non è certo colpa mia se le tue ali sono così grandi, in ogni modo se ci stringiamo un po' non correremo il rischio di cadere." "Qui c'è posto solo per una di noi" rispose arrogante la farfalla "sei tu dunque che devi abbandonare la foglia." "Ma se andrò via, il vento mi spazzerà lontano, chissà dove andrò a finire, di certo morirò" aggiunse spaventata. "Non mi riguarda" rispose l'arrogante farfalla "su questa foglia ci rimarrò solo io." La coccinella delusa e amareggiata non disse nulla, si posizionò in un angolo della foglia in attesa che la pioggia smettesse di cadere. In quel mentre, una folata di vento fece sobbalzare il ramo su cui i due piccoli insetti si erano riparati. La coccinella piccina piccina se ne stava ben stretta all'estremità della foglia, la farfalla invece si posizionò al centro di essa, correndo così il pericolo d'essere trascinata via dal vento il quale soffiava sempre più forte, fino a quando una violentissima raffica la scaraventò con forza giù in terra, in una pozza piena d'acqua. "Aiuto! Aiuto!" urlava angosciata la farfalla, La coccinella su dal ramo la rassicurava: "Non avere paura, proverò a tirarti su, vedrai ce la faremo." Così la farfalla attese con pazienza che la piccola coccinella andasse a recuperarla, una volta raggiunta la sollevò con tutta la sua forza sistemandola sul suo dorso e con gran fatica la riportò sulla foglia. La farfalla stupita da quel gesto esclamò: "Senza il tuo aiuto ora sarei morta, ho imparato la lezione, da oggi in poi se tu vorrai diverremo amiche" ammise fiduciosa. La coccinella felice accettò volentieri così insieme si avviarono al di là del bosco per poi scomparire lontano all'orizzonte. Dopo un po' la pioggia smise di cadere e nel cielo spuntò un raggio di sole come a voler consolidare la nascita di una nuova e sincera amicizia.
Il racconto insegna che dobbiamo comportarci bene anche con chi ci tratta male e che a tutti può capitare di avere bisogno degli altri. 😉👍
IL PAESE ALL'INCONTRARIO
Da ieri il mio pastrugno ha adesso da leggere un libro davvero molto bello. A lui piace, come a tutti i bambini, perchè è molto simpatico, ma a me come mamma fa riflettere molto e mi chiedo ora: perchè ci facciamo spesso la guerra per il denaro? E' un bel libro... grazie all'autrice Lidia Ravera per averlo scritto. Buona lettura a voi che visitate questo blog dedicato a mio figlio e a tutti i bambini...
IL PAESE all’incontrario
C’è,
nel mondo, un paese dove tutto funziona al contrario: i topi fanno le fusa in
braccio alle persone mentre i gatti stanno nascosti nelle fogne; i cani
pascolano nei prati brucando l’erba mentre le mucche stanno a casa a fare la
guardia, quelle poche volte che le case si fermano, perché le case spesso hanno
le ruote e servono per spostarsi di qua e di là. Per stare fermi, invece, si
prendono il treno, l’autobus o la macchina e ci si vive dentro comodi comodi
perché non si muovono.
Questo
paese si chiama Eseap e si trova in un’isola che sta sempre al di là
dell’orizzonte così non lo puoi raggiungere mai, perché quando tu ti sposti
anche lui si sposta e neanche tutte le navi del mondo lo possono toccare e
neanche tutte le Maserati biturbo, se inventassero le Maserati biturbo
galleggianti.
Gli
abitanti di Eseap sono contenti di abitare al di là dell’orizzonte perché così
nessuno li va a trovare e possono fare tutto a modo loro: cioè tutto al
contrario di quello che facevano ai tempi in cui Eseap si chiamava Paese.
I
vecchi ancora si ricordano quel tempo lontano, ma vanno a scuola per
disimparare com’era la vita prima. Più sono vecchi più devono andare a scuola,
obbedire ai loro figli e stare buoni. A sessant’anni si fa la prima elementare,
perché è un’età in cui si sanno una quantità di cose sbagliate. A sei anni,
invece, si è giovani come Eseap e quindi si ricoprono i ruoli più importanti.
Dei più piccoli è tutto il potere.
Il
sindaco si chiama Birichino e ha sei anni e mezzo. Il giudice è una ragazza di
sette anni e si chiama Ninin.
Il
consiglio dei sette saggi è composto di tre maschi, tre femmine e un bruco, ma
il bruco è la loro mascotte. I sette saggi, tutti tranne il bruco, hanno cinque
anni già in altre cinque vite, fin dall’antichità e nel Medioevo, quando Eseap
era ancora teatro di grandi ingiustizie, e sanno e non sanno un sacco di cose
importantissime. Sono loro che prendono le grandi decisioni quotidiane per la
comunità.
Per
esempio quanti soldi bisogna dare ai bambini-lavoratori nelle fabbriche e nei
campi, tutte le sere prima che ritornino a autobus, o a treno, o a macchina,
correndo sulle loro casemobili.
Ogni
bambino riceve i soldi come fossero i voti di scuola: dieci soldi a chi ha
fatto tutto bene, e via via a scendere fino ad arrivare a un soldo di paga per
chi ha sbagliato tutto o si è addormentato sulle sue mansioni.
Un
soldo almeno è garantito per tutti quelli che sono andati al lavoro, così
possono mantenere i loro genitori, comprare loro i libri, i giocattoli, la
cartella e dal la pappa ai topini siamesi.
La
vita a Eseap scorre tranquilla anche se sono i fiori a innaffiare i giardinieri
e i malati a curare i dottori, ma un giorno succede una cosa davvero
bruttissimissima. Così brutta che fa arricciare la barba ai vecchi e i nasi ai
bambini. Succede precisamente che la contessa Michelangela Michelotto “che
quando è crudo lo vuole cotto” (questo è il motto scritto sullo stemma del suo
casato),volando sul suo aereosalotto a trenta posti più una stiva per la
servitù, siccome si è annoiata di
annoiarsi, guarda giù dal finestrino proprio nel momento in cui Eseap sbuca
dalle nuvole del mattino e splende come una gemma sul suo segmento di
orizzonte.
-
Che
bel paese, che bell’isola, ih oh uh che postuccio carino – grida forte la
contessa. E le sue amiche che sono state invitate per annoiarsi con lei urlano
tutte: - Ah ah ah che bellineria, che carinata che puccipucci e che piccipicci.
Agli
ordini della contessa le hostess tappano le bottiglie di champagne e il pilota
si abbassa in picchiata, perché i signori possano vedere meglio.
La
Michelangela Michelotto “che quand’è crudo lo vuole cotto”, guarda e riguarda e
vede i fiori che spruzzano come fontane luminose, i topi puliti puliti che se
ne vanno in giro coi fiocchi e i collarini, i vecchi contenti coi grembiulini
azzurri e rosa che giocano a girotondo intorno ad alberi con le foglie marroni
e i tronchi verdi, le fabbriche tutte allegre e piene zeppe di bambini con la
tuta blu e bambine con la tuta blu anche loro, che lavorano poco ma bene e
negli intervalli si scorpacciano biscotti e marmellate, mentre qualcuno legge a
turno una poesia su qualsiasi cosa.
Accidenti,
pensa la contessa Michelotto che a pensare non è tanto abituata, sta a vedere
che questa è l’isola della felicità e quegli scemi dei miei filosofi, con tutti
i soldi che passo loro ogni venerdì, mi dicevano sempre che non c’era. Quanto
mi piace. Quanto mi innamora. Voglio venire qui ad abitare e così sarò felice
anch’io, non sarò più triste nemmeno un momentino e mi andrà via dagli occhi
tutta la maledetta noia.
Detto
fatto, anzi pensato ordinato, la contessa fa atterrare il pilota e
l’aereosalotto si posa nel cortile della scuola comunale. Appena scesa, con il
suo contorno di amiche e di amici, Michelangela Michelotto incomincia a
chiedere a gran voce: - Chi è il padrone qui, chi è il padrone, quanto costa
tutto questo, tutta questa bella robina? Voglio comprare tutto, ogni fiore ogni
topo ogni panchina.
I
vecchi, che erano a scuola a disimparare, escono in cortile e la guardano
curiosi mentre tira fuori un miliardo di miliardi dalla sua banca da viaggio e
canticchia un po’ stonata ma contenta: - Io sono così, io sono qui, son la
contessa Michelotto che quand’è crudo lo vuole cotto, ma se le piace non vi dà
pace … bell’è visto bell’è comprato, bell’è visto e bell’è comprato …!
A
un certo punto si fa avanti Tommaso che ha quasi settant’anni e sta appena
all’asilo, quindi non ha ancora disimparato granché e sa ancora riconoscere il
profumo dei miliardi. Timido timido, ma senza un errore, dice: - Voli pure via
contessa Michelotto, Eseap è di tutti e quindi non è di nessuno, e quindi lei
non se la può comprare. – Come! – dice la contessa infilando cento milioni nel
grembiulino di Tommaso. – Se Eseap è di tutti, dividetevi i soldi, ce n’è da
far diventare ricca una nazione anche molto più grossa.
Tommaso
restituisce i cento milioni ma non sa più che cosa dire e guarda inebetito
Mariacipolla che è la sua maestra, e ha nove anni e sa spiegarsi meglio. – Noi
di soldi abbiamo i nostri, contessa delle mie babbucce – dice Mariacipolla – e
tanti soldi non li può avere nessuno, perché c’è il limite del possesso che è
cento e chi ha più di cento soldi, quelli in più li deve restituire: perché,
scolaretti, li deve restituire?
Tutti
i vecchi con il grembiulino dell’asilo e delle elementari e gli adulti delle
medie e del liceo, rispondono con un bel coro: - Perché i soldi servono finché
servono e quando sono serviti non servono più.
La
maestra batte le mani soddisfatta. Tutti tornano in classe, dopo aver fatto un
bell’inchino e la contessa, che non ha capito niente, scornata, se ne ritorna
nell’aereosalotto. Ma le contesse scornate non sanno stare. Così la contessa
Michelotto “che quand’è crudo lo vuole cotto” smania nel suo palazzo a forma di
universo; per merenda fa riempire di panna tutte le sue piscine ma le viene il
singhiozzo. Allora fa una doccia di bicarbonato. E tutti si disperano. – Ohi
ohi ohi – piange la contessa – era da tanti anni che non avevo un vero
desiderio, come quelli che ha la gente che non ha tutto. Desideravo tanto avere
un desiderio e adesso che ce l’ho: lo voglio, lo voglio, lo voglio!
La
terza volta che la contessa dice “lo voglio”, tutto l’esercito personale del
contado si mette in stato di allerta.
Torna
a volare su Eseap la contessa, ma questa volta con tanti aeroplani tutti pieni
di persone armate.
Uno
dopo l’altro tutti gli aeroplani atterrano nelle strade e nelle piazze di
Eseap, laggiù dietro l’orizzonte. E occupano tutto quanto, tenendo un mazzo di
fucili in ogni mano. Per ultimo scende l’aereosalotto e la contessa
Michelangela Michelotto si mette a passeggiare con la sua corte di amici e di
amiche, tutte con il vestito uguale al suo ma un po’ più brutto. Tutti fanno
“ah” e fanno “oh” e dicono “ma guarda com’è caratteristico”, e poi dicono “ma
in questo paese va proprio tutto al contrario”.
L’invasione
agli Eseappesi non piace, così i bambini scioperano per protesta e i grandi non
vanno a scuola. Le fabbriche sono ferme. Nei campi spunta la gramigna. I topi
sono nervosi e i gatti spuntano dalle fogne miagolando.
Il
sindaco Birichino si mette la fascia gialla a pallini azzurri delle cerimonie
ufficiali e va a incontrare la contessa e la sua banda di invasori. – Un
sindaco bambino – grida la contessa beata, e tutti i suoi amici si mettono a
fare “ah” e “uh” e tutti dicono “com’è dolce!” e “com’è caratteristico” e
“presto, presto, dobbiamo raccontarlo a tutto il mondo”.
Il
sindaco, visto come stanno le cose, non dice nemmeno una parola del discorso
che si era preparato. Schiva un buffetto, dribbla una scaruffatina sui capelli
e, inseguito da un coro sinistro di “quant’è cariiiiinooo!”, scappa via.
Il
suo discorso, per chi lo volesse sapere, era questo: - A nome di tutta la
popolazione di Eseap prego la contessa con tutti i suoi amici, di andarsene di
qui, perché nessuno l’ha invitata.
Nell’aula
più grande della scuola il sindaco ha convocato tutta la popolazione e tutti i
saggi, c’è anche Ninin con la sua toga azzurra e il capo della Polizia (Pippi)
con la sua divisa rossa. – Bambine e bambini, signore e signori – dice il
sindaco – per fare fronte ai tragici eventi determinati dell’arrivo di quella
brutta scopa puzzona della contessa Michelangela Michelotto (applausi), devo
chiedere a voi tutti un terribile sforzo, un sacrificio davvero straordinario …
Intanto
la contessa ha fatto sapere a tutto il mondo che a Eseap c’è quel giacimento
imprevisto di stranezze e strambità, un vero miracolo per una terra che è ormai
tutta uguale, tanto che annoiarsi a Nairobi non è poi tanto diverso che
annoiarsi a Londra oppure a Singapore. – Qui non mi sono ancora annoiata – ha
fatto sapere la contessa e subito sono arrivati mille aerei charter pieni di turisti. E con i
turisti i giornalisti e con i giornalisti i giornalai e con i giornalai gli
albergatori e la televisione e gli studiosi di posti strani con i loro allievi
…
Tutti
scattano fotografie a tutto. Tutti cercano cartoline e non le trovano perché a
Eseap nessuno parte e nessuno torna e nessuno deve far vedere dove è stato. A
Eseap le cartoline non esistono e neanche i negozi di ricordini e i mercanti e
i francobolli. Ma i turisti non si arrabbiano, pensano che li costruiranno
loro. I più ricchi fanno arrivare i muratori e gli architetti perché a Eseap
vogliono farsi costruire una casa, un teatro, una piscina e una strada privata.
Ma
all’ora X, scatta il piano di emergenza proposto dal sindaco e approvato da
tutta la popolazione: all’improvviso, la mattina dopo la decisione dell’assemblea
di tutti quanti, i bambini di Eseap escono di casa col grembiulino e la
cartella e vanno a scuola. I genitori, ridacchiando per nascondere la paura di
sbagliare, vanno a lavorare nelle fabbriche e nei campi. I topi vengono
nascosti nelle cantine e non sono tanto contenti ma pazienza. I gatti sono
costretti a prendere le carezze e a girare a muso in su per le strade. Le
mucche, stordite dalla novità, provano a pascolare. I cani, dopo aver
protestato un po’, si lasciano legare alla catena e fanno finta di fare la
guardia alle case, cui, di notte, hanno smontato le ruote, per montarle,
all’alba, sotto gli autobus e sotto le macchine. Nel palazzo del sindaco
nell’ufficio del sindaco sulla sedia del sindaco, siede, tutto emozionato, il
vecchio Tommaso e non tocca niente e cerca di stare buono come gli ha
raccomandato il suo nipotino.
Il
vero sindaco, per una volta, siede in un banco della prima elementare ed è
anche contento di passare un po’ di tempo a riposarsi senza dover prendere
importanti decisioni.
I
giardinieri imparano a bagnare i fiori e i fiori, che non sono abituati,
starnutiscono, ma non succede niente di più grave. Il piano funziona a
meraviglia.
Eseap
sembra di nuovo un paese come tutti gli altri. La contessa è di nuovo annoiata
e i turisti incominciano a ripartire. Salgono spingendosi sui loro aerei e
tutti dicono: - Questa Eseap è una gran fregatura. Mi diverto di più a Cortina.
– E io a Malindi. – E io a Malibù. – E io a Riccione.
In
poche ore sono tutti andati via.
Gli
abitanti di Eseap, bambini e grandi, per trenta ore di fila puliscono il paese
dalle cartacce, dalle lattine, dalle bucce, dai rollini vuoti, dalle scemenze a
rotelle e da tutto il resto. Raddrizzano i fiori raffreddati, puliscono l’aria
con l’aspirasmog e lavano le strade col sapone. Quando hanno finito sono
stanchi ma felici.
Il
sindaco dichiara il giorno della cacciata dei turisti festa nazionale. E tutti
quanti fanno un ballo in piazza, indossando il costume delle grandi occasioni:
i pantaloni nelle braccia e la camicia al posto dei calzoni, le calze in testa
e nei piedi il cappello … e la cravatta dove se la mettono?
Prova
a indovinarlo tu.
mercoledì 2 novembre 2016
Chicken Little amici per le penne
In questi giorni, il mio pastrugno e i suoi compagni di classe stanno leggendo un libro dalla biblioteca della scuola. La maestra dà loro due settimane per leggerlo e capire la storia. Dopodiché, il giorno che devono rendere il libro, ciascuno racconta con parole sue la storia letta.
La storia che sta leggendo in questi giorni il mio pastrugno è:
Il cielo cade!
È una giornata tranquilla, nella città
Querce Ghiandose. Chicken Little, un pulcino simpatico e sveglio, è seduto
sotto un albero quando qualcosa cade sulla sua testa. E quel qualcosa ha tutta
l'aria di essere ... un pezzo di cielo! Così, il pulcino corre sulla torre
della scuola e suona la campana per avvertire tutti. "Scappate! Il cielo
sta cadendo!" strilla a più non posso. A quelle urla gli abitanti di
Querce Ghiandose si precipitano in strada, spaventati, e presto si crea una
gran confusione. Arriva anche Peppe Gallo, il padre di Chicken Little ...
Riunita sotto l'albero, la folla ascolta
il racconto di Chicken Little. Ma non c'è nessun pezzo di cielo per terra e
tutti cominciano a pensare che il pulcino si sia inventato ogni cosa. Poi Peppe
Gallo trova una ghianda: "Dev'essere questa che ha colpito mio figlio",
dice imbarazzato. Chicken Little è proprio deluso: neppure suo padre gli
crede.
È passato un anno e da quella disavventura
è stato tratto addirittura un film comico. Tutta la città parla ancora del
buffo episodio. E' davvero dura per Chicken Little ... Mentre cammina verso la
fermata dell'autobus, un cucciolo accompagnato dalla madre lo riconosce.
"Guarda, mamma!" esclama, divertito. "E' quel pulcino
strano!" Ma Chicken non se la prende, perché ha un piano.
La giornata di Chicken Little però è
davvero difficile: mentre si affollano per salire sull'autobus, i suoi compagni
lo fanno cadere. Come se non bastasse, Dina Volpefina, un tipetto dispettoso,
getta dal finestrino delle ghiande che fanno scivolare il pulcino. Tutti i
compagni ridacchiano e lui resta a piedi. Ma non è finita!
Chicken Little prova a inseguire
l'autobus, ma pesta un chewing-gum che lo tiene incollato alla strada! Lui non
si dà per vinto: tira fuori un lecca-lecca e con quello si attacca al paraurti
di una macchina. Funziona! L'auto sta portando via il pulcino, ma ora sono i
suoi pantaloni a essere attaccati al chewing-gum, tanto che restano
sull'asfalto. Perciò, una volta arrivato a scuola, Chicken si fabbrica un bel
paio di calzoncini con il foglio del suo compito di matematica. Giusto in tempo
per la lezione di ginnastica!
Oggi si gioca a palla prigioniera. Chicken
è impegnato a schivare i lanci insieme ai suoi amici Aldo Cotechino, Pesce Fuor
D’acqua e Alba Papera. E intanto racconta ad Alba quello che ha in mente: “Devo
fare qualcosa di grandioso, in modo che tutti dimentichino il giorno in cui mi
è caduto il cielo in testa.” Alba lo guarda con i suoi grandi occhi dolci.
Dina Volpefina, invece, è sempre più
dispettosa e tira una pallonata proprio in faccia ad Alba. Chicken, che
vorrebbe difendere l’amica, viene sollevato di peso da Lina Carlina, un’altra
bulletta della scuola, che lo lancia verso la finestra. Chicken non trova di
meglio che aggrapparsi all’allarme … e aziona l’impianto antincendio. Tutti si
bagnano e i suoi pantaloni di carta si sciolgono!
Oggi
è un nuovo giorno!
Come se non bastasse, il preside della
scuola dà a Chicken Little la colpa di quel pasticcio e chiama Peppe Gallo per
parlargli.
Al di là della porta, il pulcino ascolta
le lamentele del preside, ma il suo sguardo si posa sulla vetrina dove sono
custodite le coppe. Ce ne sono anche alcune vinte da suo padre, che era un
grande campione di baseball. E Chicken ha un’idea!
Tornando a casa con il padre, Chicken
Little prova a raccontargli quello che ha in mente: “Che cosa ne diresti se
entrassi nella squadra di baseball?” dice.
Peppe Gallo è così sorpreso e preoccupato
da quelle parole che quasi va fuori strada!
“Figliolo, forse il baseball non è
esattamente quello che fa per te,” risponde un po’ imbarazzato. Ma Chicken
Little sembra davvero deciso a fare quel grande passo. Anche se papà non ha
fiducia in lui.
Il giorno dopo, Chicken è entrato a far
parte della squadra cittadina delle Ghiande. La mazza da baseball sembra enorme
per un pulcino come lui, ma Chicken è pronto a tutto. Dina Volpefina, che gioca
nella sua squadra, sta facendo un ottimo lavoro. Arriverà anche per lui l’occasione
di dimostrare a tutti quanto vale davvero? Intanto per le Ghiande si avvicina
il giorno della partita più importante, la sfida contro i Tuberi di Val
Patatosa, eterni rivali …
“È da vent’anni che le Ghiande non vincono
una finale!” esclama il commentatore sportivo. “E anche questa volta gli
avversari sembrano avere la meglio … Ma ecco entrare in campo un nuovo
giocatore, Chicken Little!”
Il pubblico all’improvviso fa silenzio. E
qualcuno strilla: “Oh, no! Ci farà perdere!” Chicken però è già pronto per la
battuta. Parte la prima palla, ma la manca. Ne parte un’altra … la sbaglia. “Ho
visto tartarughe con riflessi più veloci!” ridacchia il commentatore.
Eppure Chicken Little non si fa distrarre.
“Oggi è un nuovo giorno,” sussurra tra sé. E quando parte la terza palla … la
colpisce fortissimo, mandandola alta verso il cielo! Poi corre per raggiungere
la base e riesce a sfiorarla con una zampina. L’arbitro non ha dubbi: il punto
è del pulcino. La partita è vinta!
Peppe Gallo è felicissimo! Una volta tornati
a casa, lui e Chicken Little giocano a ripetere l’azione che ha fatto vincere
la squadra di casa. Il papà indossa il guantone, Chicken corre …
“Immagino che questo farà scordare a tutti
la faccenda del cielo!” esclama Peppe, entusiasta.
“Puoi scommetterci!” risponde il figlio,
che ormai è sicuro di avercela fatta. Ma proprio il cielo, ancora una volta,
sta per giocargli un brutto tiro.
Poco dopo, Chicken Little dà la buonanotte
al padre. Si avvicina alla finestra, guarda il cielo pieno di stelle sorridendo
… ma, un momento! Ce n’è una molto grossa. E diventa ancora più grossa, finché
… BOOM! Un altro pezzo di cielo cade proprio nella camera del pulcino. “Oh,,
NOOOO!” strilla Chicken. Invece sì: è successo di nuovo.
Peppe ha sentito l’urlo del figlio e corre
al piano di sopra. Ma proprio mentre apre la porta, Chicken Little nasconde con
una coperta lo strano oggetto che è precipitato nella sua stanza. “Ehm … sono
caduto dal letto!” spiega al papà. Già, non può raccontargli che un pezzo di
cielo gli è caduto in testa. Non dopo quello che è successo l’altra volta.
Anzi, spera che non sia vero. Forse, quando toglierà la coperta, sarà sparito.
Quando il papà esce dalla stanza, Chicken
scosta la coperta: lo strano oggetto sembra davvero sparito. Ma è solo perché
ha lo stesso colore del pavimento, adesso! È una specie di pannello … che si
comporta come un camaleonte: se Chicken lo punta verso il cielo, diventa color
notte stellata, ed è invisibile.
In quel momento gli amici di Chicken
stanno giocando al karaoke: Alba Papera e Aldo Cotechino cantano, Pesce Fuor
D’acqua applaude e agita la sua lampadina fluorescente … Ma il telefono
squilla. È Chicken, che chiede di andare da lui. E in fretta.
Subito gli amici lo raggiungono a casa
sua. “Questa cosa deve rimanere tra noi, okay?” dice Chicken Little mostrando
il pannello ai tre. Il pesciolino, un po’ curioso, tocca un bottone sulla
superficie dell’oggetto … che si mette a vibrare!
Poi il pannello si alza in volo … e Pesce
Fuor D’acqua ci salta sopra, come se fosse un surf! Svolazza un po’ per la
stanza, poi schizza fuori dalla finestra. Non ha per niente paura, mentre vola
via: anzi, saluta gli amici con la sua lampada. Presto è solo un puntino
luminoso che si allontana sempre di più. Forza, tutti giù dalle scale! Bisogna
scoprire dove sta andando.
Nell’astronave
misteriosa
Il puntino ora si è fermato, in alto,
sospeso sul campo da baseball. E all’improvviso si alza un gran vento che
solleva un turbine di polvere e foglie! Poi, un cerchio luminoso si disegna nel
cielo e un’enorme astronave appare nella notte! Il pesciolino è finito lì
dentro, e gli amici lo osservano spaventati.
Alba, Chicken e Aldo corrono a
nascondersi, mentre la nave aliena si posa sul campo. Subito uno sportello si
apre e due grandi extraterrestri scendono dal veicolo.
Hanno la forma di ragni dagli occhi
luminosi. I tre amici possono anche vedere il pesciolino che, per niente
spaventato, li saluta dall’interno della nave! “Oh, la faccenda si fa complicata
…” sussurra Chicken.
Comunque, bisogna recuperare il
pesciolino. E gli amici sgattaiolano dentro la nave. Chicken nota uno strano
esserino, sospeso in un raggio azzurro. Ma non ha tempo da perdere e segue in
fretta Aldo e Alba. Così, non vede che la creatura è uscita dal raggio e ha
cominciato a seguirli.
Poco dopo, la banda si trova davanti …
allo scheletro di Pesce Fuor D’acqua! Per fortuna è solo un’impressione:
l’amico esce da una porta luminosa e gli altri capiscono che è tutto intero.
“Ti sei fatto male?” gli chiede Chicken Little. Sembra di no, anzi è felice di
vivere un’avventura straordinaria. Quel posto, però, è pieno di cose strane.
Troppo strane.
La
grande fuga
In un’enorme stanza, Chicken e gli altri
scoprono uno schermo dove si vedono i pianeti del sistema solare. Marte, Giove,
Saturno … sono tutti barrati con una “X”. Vuol dire che gli extraterrestri li
hanno già conquistati? “S-sì, e la Terra sarà il prossimo!” balbetta Chicken
Little. E proprio in quel momento gli alieni rientrano nell’astronave!
Gli extraterrestri non trovano più lo
strano esserino arancione e quando scoprono che Chicken Little e i suoi amici
sono entrati nella nave, cominciano a inseguirli. Pensano che lo abbiano
rapito! Bisogna scappare, e il primo a saltar giù dall’astronave è Pesce Fuor
D’acqua … Aldo, invece, si incastra
nell’uscita! Mentre Chicken tenta di chiudere una porta per tenere lontani gli
alieni, Alba spinge a tutta forza il maialino e alla fine riesce a farlo passare.
Ma gli extraterrestri non si arrendono e
li inseguono, agitando i loro terribili artigli. Tutti corrono a perdifiato,
tranne il pesciolino, che è un tipo davvero amichevole e anche un po’ ingenuo.
Si è fermato perché vuole abbracciare gli alieni. Aldo allora lo prende per il
casco e ricomincia a correre! Dove sarà meglio andare, però?
I quattro amici cercano rifugio in un
campo di granoturco. Là in mezzo, forse gli alieni non riusciranno a trovarli,
anche se hanno acceso dei potenti fari. Intanto Bebé Alieno, il piccolo essere
peloso, guarda la scena da lontano: nessuno lo nota, né gli extraterrestri, né
Chicken e gli altri.
Quel campo sembra un buon nascondiglio …
Ma gli alieni si sono trasformati, i loro tentacoli sono diventati lame che
tagliano le piante di granoturco, per mettere allo scoperto Chicken Little e
gli amici. E volano come elicotteri! Bisogna avvertire tutta la città. Gli
extraterrestri stanno attaccando!
Non resta che suonare la campana della
scuola. Anche se questo fa tornare in mente a Chicken tanti ricordi spiacevoli
… Ma non c’è tempo per i dubbi. Il pulcino ha una trovata geniale: si lega una
bottiglia di bibita gassata sulla schiena, la apre e – WHOSH! – le bollicine lo
spingono sul campanile con la velocità di
un razzo. Intanto purtroppo gli alieni hanno raggiunto Aldo, Alba e il
pesciolino sulla porta della scuola.
Chicken ormai ha deciso … suona la
campana, forte, a lungo. E gli alieni fuggono: quel frastuono per loro è
insopportabile. Gli abitanti della città invece accorrono e tra loro c’è anche
Peppe Gallo. “Che cosa succede, figliolo?” domanda il sindaco a Chicken Little.
“Gli alieni hanno invaso la città!” risponde il pulcino. “La loro astronave è
atterrata sul campo da baseball!”
Ma quando Chicken porta tutti al campo,
l’astronave non c’è più. Non sono arrivati in tempo, e del resto la navicella può diventare
invisibile …
“Oh, è di nuovo quella storia assurda,”
mormora qualcuno. E non serve che Alba dica che il suo amico ha ragione.
Nessuno le dà retta.
“Papà, tu mi credi, vero?” chiede allora
Chicken a Peppe Gallo. Ma la risposta è no, nemmeno suo padre ha fiducia in
lui. Ancora una volta.
Un
cucciolo tutto solo
Poco lontano, Bebé Alieno ha visto
l’astronave allontanarsi nella notte. E si dispera! Perché sulla nave ci sono i
suoi genitori alieni e lui è un cucciolo extraterrestre, tutto solo in un mondo
sconosciuto … Così, quando tra la folla vede Chicken Little, decide di
seguirlo: quel pulcino gli è ormai familiare, da quando l’ha incontrato
sull’astronave.
Il giorno dopo, Chicken ha voglia di stare
da solo. È in giardino, triste e sconsolato. Tutto è tornato come prima, solo
che ora, invece di ridere di lui, i suoi concittadini sono furiosi …
“Devi parlare a tuo padre!” spiega Alba
Papera a Chicken, e anche Aldo Cotechino e Pesce Fuor D’acqua lo incoraggiano.
“No, è troppo tardi,” risponde però Chicken con un sospiro.
I tre amici si voltano per andarsene … ma
Chicken sente dietro di sé un singhiozzo. “Aldo, voglio restare solo …”
borbotta. Ma non è il maialino, è un esserino arancione! Nessuno di loro riesce
a immaginare chi o che cosa sia e ne sono spaventati. Chicken, poi, non ricorda
di averlo visto sull’astronave. Fortunatamente il pesciolino non si fa
intimorire e scopre di capire quello che il piccolo dice. Perciò può spiegare a
Chicken che il cucciolo li ha seguiti fuori dall’astronave dei suoi genitori.
Ora è rimasto da solo e ha bisogno del loro aiuto per ritrovarli.
Invasione!
Un attimo dopo, accade qualcosa di terribile:
il cielo si oscura, tuonando … Come tutti gli abitanti della città, Peppe Gallo
corre fuori di casa. Il cielo sta cadendo? No, ma è chiaro che una nuvola di
astronavi vola sulla città! E tutte sono pronte per attaccare Querce Ghiandose.
Il piccolo alieno è emozionato …
finalmente i suoi genitori sono tornati a prenderlo. E si mette a correre tra
la folla, che non fa caso a lui. In pochi minuti la città è in subbuglio. Tutti
fuggono, chi a piedi, chi in macchina … Arriva anche Peppe Gallo e Chicken
Little cerca di spiegargli che gli extraterrestri stanno solo cercando il
cucciolo. Ma si arrende subito: “Tanto, non mi crederesti!” Poi, con lo
sguardo, cerca il piccolo Bebé Alieno …
Un camion sta per investire il cucciolo!
Chicken Little non si ferma un istante a ragionare: afferra l’antenna di
un’auto, la piega verso di sé e si lancia in mezzo alla strada, salvando il
piccolo appena in tempo. Ma il volo continua e i due finiscono all’interno del
teatro cittadino, proprio sul palco.
Peppe Gallo ha visto tutto ed entra di
corsa nel teatr gridando, seguito da Alba. E in quel trambusto Bebé Alieno si
rifugia dietro il sipario …
“Dove hai la testa?!” esclama Peppe, quando raggiunge il figlio. “Dobbiamo uscire
di qui! Vieni con me!”
Ma il pulcino ha qualcosa da dire, prima.
Qualcosa che ha tenuto dentro per troppo tempo: “Tu… tu non sei mai stato con
me! Quando ho segnato il punto alla partita, solo quella volta mi sei stato
vicino!”
“Ma da quando ho detto che un pezzo di
cielo era caduto… ti sei vergognato di me! E anche ora!” All’improvviso, Peppe
Gallo capisce quanto ha sbagliato. Non ha mai creduto a quello che Chicken
Little diceva, come tutti gli altri. E adesso … adesso lo abbraccia forte:
perché è un pulcino speciale, coraggioso. E che dice sempre la verità, anche se
forse lui lo ha capito troppo tardi. Allora, sorridendo, Chicken scosta il
sipario e gli mostra il piccolo alieno (che è un po’ arrabbiato, perché Peppe
non gli piace molto …). “Dobbiamo aiutarlo a tornare con i suoi genitori!”
spiega al padre.
Peppe Gallo è d’accordo: “Dimmi solo
quello che dobbiamo fare!” risponde.
“Va bene, andiamo. Abbiamo un pianeta da
salvare!” sorride Chicken. Poi vede Alba, che ha seguito tutta la scena. E si
sente pieno di coraggio, dopo aver trovato la forza di parlare chiaro con il
padre. Così … “A proposito, ti ho sempre trovata molto carina!”esclama. E le dà
un gran bacio sul becco!
Un
incontro ravvicinato
Intanto, in città sta succedendo il
finimondo. Gli extraterrestri sparano raggi sulle automobili di chi scappa,
facendole svanire nel nulla. Dina Volpefina, la compagna dispettosa di Chicken,
è stata tra i primi a scomparire. E il pulcino? È saltato in macchina con il
papà e Bebé Alieno, cercando un modo per uscire da quella terribile situazione.
All’improvviso, il piccolo indica
emozionato un’astronave che vola sopra di loro. “Oh, ci sono i tuoi genitori,
lassù?” gli chiede Chicken. E la risposta è un bel sì con la testa. “Bene!”
esclama allora il pulcino. “Papà, tutto quello che dobbiamo fare è attraversare
la città, evitando i raggi degli alieni, salire sulla cupola del municipio e
restituire il piccolo ai suoi!”
Come se fosse facile! Ma grazie all’aiuto
degli amici di Chicken, presto i tre sono sulla cupola.
In piedi, sulla cima del municipio,
Chicken Little alza il cucciolo arancione, in modo che gli alieni lo possano
vedere bene. “Il vostro piccolo è qui!” grida. Ma gli extraterrestri non
sembrano per niente soddisfatti. Peppe Gallo deve lottare con due di loro per
allontanarli, finché si trovano circondati … e un raggio proveniente da
un’astronave li colpisce in pieno.
Un attimo dopo si trovano a galleggiare in
un ambiente scuro. E a un tratto, tre enormi occhi si aprono davanti a loro:
“PERCHE’ AVETE PRESO IL NOSTRO BAMBINO?” tuona una voce. “C’è u-un equivoco!
Noi…” balbetta Chicken.
“LASCIATELO ANDARE!” conclude la voce. Le
cose sembrano mettersi male, ma Bebé Alieno spiega ai suoi genitori che Chicken
dice la verità.
E gli alieni finalmente capiscono che
nessuno voleva far del male al cucciolo. Così, si mostrano nella loro vera
forma: sono piccoli, soffici e pelosi come il figlio. Solo le loro armature
hanno la forma di ragno. E ora che tutto si è chiarito, si dimostrano anche
amichevoli, facendo ricomparire gli abitanti che erano svaniti. E anche Dina
Volpefina, che però sembra proprio cambiata: ora è buona e gentile.
Prima di ripartire in pace, gli
extraterrestri spiegano che visitano spesso la città, perché sono ghiotti delle
sue ottime ghiande. E le trovano solo sulla Terra! Per questo Chicken aveva
visto sullo schermo dell’astronave gli altri pianeti segnati con una “X”:
perché lì non ci sono ghiande.
Quanto al … cielo che cade, be’, si tratta
solo di un pannello che si stacca dall’astronave. Sulla Terra le tecnologie
aliene non funzionano così bene. Insomma, ora è tutto chiaro. Ma c’è ancora una
sorpresa per Chicken Little.
Ed è una grossa, grossissima sorpresa!
Infatti, la sua avventura è diventata un film! Tutti gli abitanti della città
sono corsi al cinema, per vedere “CHICKEN LITTLE: LA VERA STORIA”. E per
applaudire il motto del pulcino: “Gente, anche se qualche volta sembra che il
cielo cada, non arrendetevi! Perché ogni giorno è un nuovo giorno!”
Iscriviti a:
Post (Atom)