C‘ era un giorno grigio e piovoso, di quei giorni
che quando capita ti fanno venir voglia di infilarti a letto con una bella
cioccolata calda e tanti biscotti o, se sei un bimbo un po' biricchino, di
prendere mantello e stivali per andare in cerca di pozzanghere. Insomma, un
giorno d'inverno che non sai bene cosa fare e come far passare il tempo, e
questo era il problema di Riccardo, un bimbo che viveva, con mamma e papà, in
una casetta piccola piccola. Tanto piccola che, quando non si poteva uscire, non
c'era spazio per giocare. E Riccardo, quel giorno, proprio si annoiava.
"Uffa mamma - diceva - che cosa posso fare? Al parco non si può andare, a
giocare con le pozzanghere nemmeno, perché tu non vuoi che sennò mi viene il
raffreddore, e in casa non c'è niente da fare…. Uffa!. Riccardo era proprio
arrabbiato. Come si poteva sprecare così un giorno? Ed ecco, all'improvviso,
l'idea: "Mamma, dove hai messo colori e fogli?" chiese già intento a
pensare a cosa avrebbe fatto. La mamma portò fogli e colori e Riccardo, zitto
zitto, cominciò a disegnare.
Pian pianino sul foglio prese forma un'isola
incantevole. Il mare accarezzava una spiaggia dorata e il vento faceva
frusciare le foglie dei grandi alberi che coloravano di verde brillante
l'interno. Riccardo, tutto concentrato, disegnò poi un piccolo villaggio, e
dentro tanti bambini che giocavano a palla e con altalene appese agli alberi.
Il disegno era così bello che Riccardo rimase a studiarlo per un po' senza
accorgersi che, dietro le sue spalle, era arrivata una piccola fatina,
incantata dal paesaggio colorato. Riccardo sospirò, "Ah, se potessi…. Quei
bambini sembrano proprio divertirsi un mondo e io invece sono qui tutto da solo"….
La fatina sentì le parole di Riccardo e, zitta zitta, con un tocco di bacchetta
magica, trasformò Riccardo in uno dei personaggi del disegno. Stupito e
incredulo, il bambino si ritrovò nel villaggio. "Accidenti, che cos'è
successo!" pensò. Ma un attimo dopo scoprì che poteva muoversi, e allora
corse in mezzo ai bambini. "Ehi, ci sono anch'io, posso giocare con
voi?". I bimbi accolsero il nuovo arrivato, in una gran confusione di
domande e presentazioni. "Io sono Riccardo e vengo dal mondo di
fuori"…. "Io sono Jan" "Io Elli" "Io Baba"….
"Cos'è il mondo di fuori?" "Ma perché hai quei vestiti così
pesanti, fa caldo!"…. Insomma, una gran confusione, ma presto decisero che
era meglio giocare, e così si lanciarono in gare e tornei, in corse sfrenate
lungo la spiaggia e in divertenti prove con l'altalena. Riccardo dimenticò la
noia e la giornata grigia e piovosa che l'aspettavano a casa, e si divertì come
non mai. Poi però arrivò la sera, e il piccolo cominciò a preoccuparsi:
"Ma adesso come faccio a tornare a casa? La mamma sarà preoccupata…."
Per fortuna, la fatina non si era dimenticata di lui, e appena Riccardo disse
"vorrei proprio tornare a casa dalla mia mamma e dal mio papà", la
magia tornò a funzionare. In un battibaleno Riccardo si ritrovò nella sua
cameretta, davanti a lui tutti i fogli disegnati e i colori sparsi ovunque.
Proprio in quell'istante la mamma chiamò: "Ricky, non hai disegnato
abbastanza? E' ora di mangiare, vai a lavarti le mani e vieni a tavola".
"Ma allora - pensò Riccardo - mamma non si è accorta di niente…. Vuoi
vedere che è davvero una magia speciale?". E la fatina, che lo stava
guardando incuriosita, gli sussurrò in un orecchio: "certo che è una magia
speciale, è la tua magia. Ogni volta che vorrai, basterà disegnare e vivrai
nuove avventure". E da quel giorno Riccardo non si preoccupò più se fuori
pioveva e faceva freddo. Lui aveva i suoi fogli e i suoi colori, e inventava
magnifiche storie e stupende avventure da vivere ogni volta con nuovi amici.
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