Ti ho amato dal primo istante...

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mercoledì 8 gennaio 2014

Cenerentola

Avete mai letto la fiaba di Cenerentola? Io e pastrugno ne abbiamo trovata una lievemente diversa... rivisitata... Eccola. ^___^


Un uomo, rimasto vedovo, volle riprender moglie. La Sorte decise che dovesse  essere una donna superba e arrogante. La nuova sposa aveva anche due figlie che le somigliavano in tutto e per tutto. Dal canto suo, anche il marito ne aveva una, che aveva ereditato la bellezza, la gentilezza e la grazia della sua prima moglie.
Dopo le nozze, la matrigna  e le sorellastre si rivelarono ben presto gelose della bellezza e del bel modo di fare della fanciulla e, approfittando dell’assenza del padre partito per un lungo viaggio d’affari, cominciarono a maltrattarla. Le diedero un grembiule, un paio di vecchie scarpe e la costrinsero a occuparsi dei lavori più faticosi della casa dicendole: «Da oggi in poi sarai la nostra serva! »
La povera ragazza ogni mattina si alzava allo spuntar del sole per riordinare, spazzare, cucinare e provvedere a tutte le necessità e ai capricci delle tre donne. Toccava a lei lavare i piatti e pulire le scale, tenere sempre acceso il fuoco in camera della signora e delle signorine figlie, cucinare pranzi prelibati dai quali però lei era, ovviamente, esclusa. Dormiva nella stanza più piccola e buia della casa, mentre alle sorelle erano assegnate camere spaziose e luminose, arredate con i mobili più belli e arricchite da tende, coperte e cuscini confezionati coi tessuti più pregiati.
La poverina soffriva senza lamentarsi, eseguiva tutto il lavoro assegnatole diligentemente e con gran pazienza, e non poteva neppure confidarsi col padre perché era lontano. Così consumava tutta la sua giornata, fino a quando, terminato il suo duro lavoro, per riposarsi un poco, andava a sedersi nel cantuccio del focolare e, poiché si sporcava di cenere, per indispettirla la matrigna e le sue sorellastre presero a chiamarla Cenerentola.
Cenerentola sopportava con molta pazienza gli sgarbi e la scortesia delle tre donne … anche se qualche volta con gli occhi gonfi di lacrime pensava: «Ah, se fosse ancora viva la mia mamma! …».
Spazza, lava, cucina …
ti sembra di non fare altro
da sera a mattina …
ma mentre la polvere sale fino al cielo
anche l’animo tuo diventa più leggero!
Da dentro il tuo cuore
stai spazzando via ogni singola briciola
di malinconia …
questo è l’inizio
del Grande Viaggio
e il tuo cuore lo ha scelto … perché
è molto saggio!



Accadde un giorno che il Re di quel regno convocasse suo figlio: «Figlio mio, è giunto il momento che tu ti sposi e mi dia dei nipoti. Non sei più un ragazzo, sei un uomo oramai. E’ finito il tempo della fanciullezza. Fra poco sarò troppo vecchio per regnare e allora il mio regno sarà tuo e dopo di te dei tuoi eredi. » Questo il Re decretò.

Il tempo della fanciullezza è terminato,
quel passaggio hai ormai completato.
Ora ti attende una nuova realtà,
nella quale avrai altre responsabilità.
Saluto con te questo nuovo passaggio,
che è solo un’altra tappa del Grande Viaggio …
saluta con me, Principe dalla gentile natura,
l’inizio di questa nuova, eccitante avventura!

Di lì a qualche giorno un araldo del Re, percorrendo le strade cittadine, annunciava: «Il figlio di Sua Maestà, il Principe ereditario, darà un Gran ballo a corte che durerà per tre notti. Ordina pertanto che tutte le fanciulle del regno vi partecipino. Il principe sceglierà la più bella per farne la sua sposa. »
Alla notizia dell’invito a corte, in tutte le case dove c’erano ragazze in età da marito iniziarono frenetici i preparativi. Anche le due sorellastre di Cenerentola erano in gran fermento! Quale abito indossare? Quali scarpe abbinare? Quali gioielli sfoggiare? E quale acconciatura scegliere?
Ma, più di tutte, fremeva la matrigna, che chiamò le sue figlie e disse: «L’invito del Principe è un’occasione da non perdere. Andremo alla festa e voi sarete le più belle! »
Nei giorni che seguirono, in casa non si parlava d’altro che della festa e la fatica per Cenerentola aumentò cento volte di più: ora, oltre a pulire e rassettare tutta la casa, doveva anche occuparsi di lavare, stirare e inamidare tutti gli abiti delle sue sorellastre che li provavano uno dopo l’altro senza saper mai decidere quale indossare. «Io» disse la sorellastra maggiore «indosserò l’abito di velluto rosso con i pizzi d’Inghilterra!»
«Ed io …» disse finalmente la minore «mi metterò un mantello a fiori d’oro e la collana di diamanti!»
«Che ne pensi Cenerentola? E’ abbastanza regale il mio abito?» domandò la sorellastra maggiore, ben conoscendo il buongusto della ragazza.
Cenerentola le consigliò entrambe sinceramente e al meglio che poteva, e si offrì perfino di pettinarle per la grande occasione.
Le due ragazze, senza mostrarle nemmeno un briciolo di gratitudine, accettarono ma continuarono a deridere la sorella anche mentre le pettinava.
«Ti piacerebbe venire al ballo, Cenerentola?» le dissero, e poi scoppiarono in fragorose risate.
«Mi piacerebbe tanto …» rispose timidamente lei, e a quel punto gli scherzi e le cattiverie divennero ancora più feroci.
«Al ballo …? Tu? Lo vedresti il figlio del Re ballare con una serva sporca di cenere e vestita di stracci?» e lanciandosi sguardi complici ridevano ancora … «Così stracciona e impolverata non ti farebbero neppure entrare alla reggia!» proseguivano nei loro scherzi cattivi.
«Avete ragione» diceva sommessamente lei. «Come potrebbe il figlio del Re voler ballare con una stracciona impolverata e sporca di cenere come me?... » ma dentro di lei una voce pacata, ma molto chiara, continuava a ripeterle «Tu non sei questo, tu non sei questo … » e, in qualche modo, Cenerentola sapeva che era vero.
Intanto le sorelle continuavano ad ammirarsi allo specchio, provando e riprovando la scena di quando avrebbero incontrato il principe, le avrebbe invitate a ballare e poi forse …
Per giorni e giorni le sarte del regno furono indaffaratissime a cucire e a ricamare sete preziose, velluti e merletti. In breve tempo, ogni nobile ragazza del reame ebbe il suo splendido abito da indossare alla festa.
Il giorno della festa si avvicinava sempre più e negli ultimi due giorni le sorellastre stettero senza mangiare per la grande emozione e anche per avere un vitino sottile sottile, e poter così indossare i loro sfavillanti vestiti.
Spuntò finalmente l’alba del giorno felice … anche se per Cenerentola non lo fu affatto. Quel giorno, molto più del solito, le sorellastre e la matrigna la chiamavano in continuazione. «Cenerentola, prendi le forbici!» «Subito» rispondeva gentilmente lei.
«Cenerentola, dammi la spazzola!»  «Eccola» correva lei.
«Cenerentola, vieni ad abbottonarmi il vestito, corri a prendermi le scarpe, dove hai messo la mia collana?! » sbraitava la maggiore. E Cenerentola, pazientemente, correva.
«Dove sono finiti i miei orecchini? Svelta Cenerentola, cercali!» e la povera ragazza correva senza sosta da un angolo all’altro della casa per cercare di accontentarle tutte e due.

Le persone che non ci sanno rispettare
sono i migliori Maestri che possiamo trovare!
Ci insegnano quanto grande è la nostra forza,
proprio quando pensiamo che sia finita la corsa!
E la tua, finita non è …
la fine della prova è più vicina a te …
di quanto tu possa immaginare …
Quando avrai imparato a ringraziare
per quanto, brutto o bello, hai ricevuto,
il cielo si riempirà di stelle … in un solo minuto!

Fu quasi una liberazione quando, dopo lunghi preparativi, le tre donne furono pronte e uscirono per recarsi in carrozza al castello! Cenerentola le seguì con gli occhi più che poté e poi, stanchissima, si accovacciò vicino al focolare e si addormentò.
Poco dopo per tutta la stanza si sparse una luce soave che faceva apparire tutte le cose più belle … e al centro di questa luce irreale apparve una bellissima fata:
«Cenerentola, Cenerentola … svegliati!»
La fanciulla piena di stupore domandò:
«Chi sei?»  «Non avere paura, tesoro, sono la tua madrina … tua madre mi nominò tale proprio il giorno della tua nascita. Fino ad oggi tu non mi hai mai vista, ma io ho sempre vegliato su di te» rispose la fata, e il suo viso si distese in un luminoso sorriso che subito rassicurò la fanciulla.
Dunque la sua mamma le aveva scelto come madrina … una fata! Cenerentola poteva sentire l’amore della sua mamma, anche se lei non era lì …

Si spalanca, in questo momento,
del tuo cammino un nuovo segmento …
hai perdonato, lasciato andare
chi non ti ha saputa amare …
con la carrozza appena andata via
è partita anche la tua malinconia!
Apri le mani, accogli i nuovi doni
che sempre arrivano … per tutti i bimbi buoni!

«Tu vorresti andare al ballo, vero?» chiese la fata. «Certo … mi piacerebbe tanto…» sussurrò appena Cenerentola, arrossendo. «Ma non ho nulla da indossare, nemmeno un vestito, ho solo questa veste che porto addosso …» spiegò la fanciulla senza lamentarsi.
«Ah, ma a questo possiamo rimediare! Nulla è impossibile, ricordalo!» disse ridendo. «Con la mia bacchetta magica ci procureremo quel che ti serve! Ora va’ nell’orto, cogli la zucca più grande e portala davanti alla soglia di casa. Poi torna nell’orto, proprio vicino al muricciolo troverai due lucertolone, quindi scendi in cantina e prendi la trappola con i sei topini che vi troverai. Portami tutto, al resto penserò io!»
Cenerentola obbedì e in un battibaleno portò alla fata tutto quello che aveva chiesto.
E’ tempo di smettere di pulire e lustrare …
ora arriva il tempo di … FE – STEG – GIA – RE!!!
La fata-madrina prese per prima la zucca, la vuotò e, quando non fu rimasta che la sola scorza, la percosse con la sua bacchetta e la zucca … fu subito mutata in una bella carrozza tutta dorata.
Poi andò a prendere i sei topini e con un colpo di bacchetta li trasformò … in sei bellissimi cavalli bianchi dalla lunga criniera. Le due lucertolone divennero … due giovani valletti dall’elegante livrea.
Mancava ancora il cocchiere. La fata allora prese il gatto di casa e ne fece un cocchiere impettito, dallo sguardo fiero e dagli imponenti baffoni.
Guardò tutta la sua opera al completo e si sentì soddisfatta, quindi rivolse lo sguardo verso Cenerentola e le chiese: «Sei contenta? Ora hai tutto quel che ti serve per andare alla festa!»
Cenerentola, guardando il suo vestito logoro e rattoppato, disse: «Devo andarci vestita così?»  «Oh cielo, no davvero!» rise la fata e, riservando il suo ultimo tocco di bacchetta proprio al logoro vestito della ragazza, lo trasformò … in un bellissimo abito di broccato e d’oro, mentre le vecchie scarpe divennero un paio di graziose scarpette di cristallo.
«Oh che meraviglia!» esclamò Cenerentola con un grido di gioia.
«Ora c’è proprio tutto!» disse la fata guardando con amore materno lo splendido fiore di fanciulla che le stava davanti.
Prendendola per mano, la fata la condusse sulla porta di casa e la aiutò a salire sulla carrozza-zucca. Subito le due lucertole-valletti presero posto e assunsero un portamento così elegante che sembrava non avessero mai fatto altro in vita loro! In ultimo montò a condurre l’allegra brigata il cocchiere-gatto, che tirò un po’ le briglie ai cavalli-topi che erano impazienti di partire. Tutto era pronto. Nel salutare la bella figliola, la fata le fece questa raccomandazione: «Va’ alla festa e divertiti, ma ricordati che a mezzanotte in punto dovrai essere di ritorno, perché l’incantesimo svanirà.»
La bellissima Cenerentola fece cenno con la testa che sì, se ne sarebbe ricordata. Il gatto-cocchiere scoccò la frusta e la carrozza si lanciò in una sfrenata corsa, tanto che pareva i cavalli avessero le ali, e in un batter d’occhio giunse alla reggia.
Appena varcata la soglia, Cenerentola si trovò in una sala da ballo immensa e sfavillante di mille luci. La musica cessò non appena si accorsero di lei, le coppie smisero di ballare e tutti si voltarono a guardarla. Alla vista della bellissima dama, si udì solamente un mormorio confuso:
«Quant’è bella!...»
«Da dove viene?»
«Chi sarà mai?»
Anche la matrigna e le sorellastre ammirarono tanta bellezza, ma non riconobbero Cenerentola.
Il Principe, riconobbe in lei … la sua Luce speciale.


E’ la Luce che porti nel cuore
ciò che i passi del Principe muove …
è la Luce che nel tuo sguardo risplende
che ha fatto voltar tutta la gente …
questa, oh tu che leggi, è la vera Bellezza …
ben più lucente di qualunque lucente … pezza!

Non il suo magnifico abito il Principe guardava, ma intensamente osservava i suoi occhi … Non i gioielli che indossava catturavan la sua attenzione, ma i suoi passi leggeri e aggraziati … che lentamente la avvicinavano a lui …
Subito il Principe invitò a ballare la bella sconosciuta e, durante la danza, le chiese: «Qual è il vostro nome, bella fanciulla?»
«Altezza, non posso rispondervi» disse Cenerentola, mentre ballava con una tale grazia da aumentare in tutti lo stupore.
E danzarono, danzarono, ignari del tempo e di tutta la gente intorno …
Il Re, e la Regina al suo fianco, osservarono compiaciuti quella fanciulla di rara bellezza. Ne ammiravano la grazia, la leggerezza e l’eleganza … ma soprattutto non poterono fare a meno di notare, gli attenti genitori, con quanto trasporto il loro figliolo guardava la ragazza: ne era rimasto davvero rapito!
Danzarono ancora e ancora fino a quando  … l’orologio della torre rintoccò le undici e tre quarti.
Cenerentola si fermò, fece una reverenza al Principe, poi si precipitò correndo verso lo scalone.
«Non andate via, ve ne prego!» implorava il Principe.
«Non posso, Maestà … forse domani … tornerò» lo congedò Cenerentola mentre guadagnava velocemente l’uscita da palazzo.
Fuori l’attendeva la carrozza, la bella ragazza vi salì in fretta e i cavalli, al gran galoppo, in un attimo svanirono nella nebbia.
Mancava un minuto a mezzanotte quando la carrozza si fermò davanti casa. Per Cenerentola il tempo di scendere che … l’incantesimo, come annunciato dalla fata-madrina, svanì. La carrozza tornò ad essere zucca, i cavalli ridivennero topini, i valletti lucertolone e il cocchiere … riprese a fare le fusa nell’angolo più caldo del camino.
Felice come non lo era mai stata, Cenerentola si addormentò. A notte fonda la matrigna e le sorellastre tornarono dal ballo e fecero tanto di quel fracasso che la ragazza si svegliò e, in cuor suo un po’ divertita, chiese loro: «Vi siete divertite?» 
«Ah, se tu sapessi …» rispose la sorellastra minore stizzita. «E’ arrivata una bellissima nobildonna che nessuno conosceva, il Principe ha ballato solo con lei!»
«Dev’essersi proprio innamorato di quella dama!» piagnucolò la maggiore, vedendo sfumare il suo fidanzamento col Principe.
Cenerentola non disse nulla, naturalmente, ma dentro di sé sorrise … tornò a dormire e prima di chiudere gli occhi … «Grazie, fata» disse ricordandosi che è molto importante ringraziare.
Mentre dormiva, la fata le venne in sogno e le chiese: «Ti piacerebbe tornare al ballo del Principe domani sera?» E Cenerentola, con un guizzo di gioia, rispose: «Magari! …»
«Ogni tuo desiderio verrà esaudito» le sussurrò la fata, e il sonno continuò …
La sera dopo, ancor più bella ed elegante, Cenerentola si preparò ad andare al ballo del Principe. Sorellastre e matrigna si erano già avviate quando topolini, lucertolone, zucca e gatto vennero messi al loro posto e ritornarono ad essere … i nobili accompagnatori della splendida “dama sconosciuta”, perché … non sempre le cose sono quello che sembrano …
Arrivata che fu nel salone del castello, il Principe le andò incontro accogliendola con uno smagliante sorriso: «Finalmente! Non vedevo l’ora che tu arrivassi!» disse, parlandole con maggior confidenza del giorno prima. E di lì in poi non parlarono più, i loro corpi si muovevano in una danza sinuosa, i loro sguardi erano persi l’uno nell’altra.
Il Principe non aveva occhi che per lei, tutti li ammiravano, e specialmente il re e la regina che si dissero … «Ci siamo, è davvero innamorato!» e al sol pensiero avevano il cuore traboccante di gioia.
Il Principe si appartò a parlare con lei e, prendendo da un cesto un’arancia e un limone, glieli porse dicendole: «Tieni, splendida creatura. Questi sono i frutti più profumati del mio giardino … ma questa sera il frutto più profumato … sei tu.»
Poi ballarono ancora, il Principe e Cenerentola, e ancora e ancora fino a che … l’orologio rintoccò per dodici volte … e solo a quel punto Cenerentola si ricordò dell’incantesimo, ed esclamò: «Oh povera me … è tardi! Devo andare! …»
«Dimmi almeno dove posso ritrovarti!» la supplicò il Principe … ma Cenerentola, presa dal timore di venir scoperta lì in mezzo a tutti … non lo udì, era già scappata via.
Il Principe tentò di seguirla, ma inutilmente. Tutto ciò che trovò di lei fu una deliziosa scarpetta di cristallo, perduta durante la frenetica corsa … perché l’Amore lascia sempre un segno.
Il Principe raccolse quel segno e capì che il Fato glielo aveva lasciato proprio per poterla ritrovare. «Non temere, amore mio, io ti ritroverò!» disse risoluto e sereno.
Intanto, fuori dal castello, una ragazza con un abito logoro tornava a casa tenendo in mano una scarpetta di cristallo … sei topolini camminavano dietro di lei … due lucertolone davanti … e un gatto sornione stava nelle sue braccia a prendersi le coccole: era passata la mezzanotte … l’incantesimo era svanito!
Dopo molto tempo, stanca e coi piedi gonfi, quella ragazza con la pelle color della cenere arrivò a casa …
Nei giorni che seguirono nel regno non si parlava d’altro che del “mal d’amore” che aveva colpito il Principe, che non si dava pace per l’improvvisa sparizione della sua bellissima dama.
Il re suo padre, preoccupato per la salute del figlio, diede ordine di cercare la fanciulla in tutto il regno.
L’araldo tornò per le strade ad annunciare con la sua voce squillante: «Udite, udite! Colei che riuscirà a calzare la scarpetta di cristallo sarà sposa del Principe. Così ordina il re!»
In tutto il reame vi fu grande agitazione … ah beh! Se si trattava solo di indossare una scarpetta … allora c’era ancora speranza per le nobili fanciulle! Questo pensava ogni giovane donna del reame … ma puntualmente rimaneva delusa quando i paggi del re facevano provare la scarpetta che … non ne voleva sapere di lasciarsi calzare!
Arrivarono anche a casa di Cenerentola … Toc, toc … «Aprite, in nome del Re!» Figurarsi la matrigna e le sorellastre: non aspettavano altro!
«Prego, entrate!» rispose trepidante la matrigna.
«Avete delle figlie, signora?»
«Sì, due» disse la matrigna, indicando le sorellastre.
«Che provino a calzare questa scarpetta!»
Le due sorellastre fecero mille tentativi per cercare di infilare la scarpetta, spinsero il piede più in fondo che potevano, provarono e riprovarono ma … niente! La scarpetta era troppo piccola per i loro piedoni. I paggi stavano già per andarsene, quando uno dei due scorse in un angolo Cenerentola … la chiamò e le disse: «Dovete provare anche voi la scarpetta.»
«Ma questa è la nostra serva!» disse coi suoi soliti modi “gentili” la matrigna.
«Ebbene? Non ha forse anche lei i piedi?»
«Sì, Eccellenza… però …» tentò di replicare la matrigna.
«Non c’è alcun però. L’ordine del Re è categorico: tutte le ragazze del regno devono essere esaminate!» e così dicendo tagliò corto in quella sgradevole conversazione.
Cenerentola si avvicinò senza timore, perché il suo cuore era ricolmo di amore per il Principe e … l’Amore rende invincibili! E naturalmente la scarpetta le calzò alla perfezione! 

Vi lascio immaginare la sorpresa della matrigna e delle sorellastre! Una aveva gli occhi spalancati e pareva avesse visto un fantasma, a un’altra si drizzarono tutti i capelli in testa e la terza … beh … la terza è ancora lì pietrificata come una statua di sale!
Appena ebbe indossato la scarpetta, il lorogo abito di Cenerentola si trasformò nello splendido abito che aveva indossato la sera prima e le tre scorbutiche donne riconobbero la bellissima fanciulla incontrata al ballo. Subito le si gettarono ai piedi, implorando il suo perdono per le sgarberie che – ne erano ben consapevoli! – le avevano fatto subire.
La splendida Cenerentola perdonò, perché sapeva che solo così avrebbe chiuso quel triste periodo della sua vita. Le abbracciò con affetto sincero e si preparò a lasciare quella casa.
Ora si compie il tuo destino …
da lontano sei giunta e per impervio cammino …
Alle tue spalle lasci il passato,
e con la cenere … tutto ciò che hai bruciato.
Sei pronta per le nozze nell’argento e nell’oro …
dopo la lunga fatica … il meritato ristoro!

Quando uscì di lì, non portò nulla con sé se non il suo splendido abito, le sue scarpine di cristallo e il più dolce dei suoi sorrisi. Quando il Principe la vide, si accese di nuovo sul suo volto la luce e la gioia!
«Che ti dicevo marito mio?» sussurrò l’amorevole regina all’orecchio del re. «Inutile proseguire il ballo … è lei che nostro figlio ha scelto dal primo momento.»
«Così è, mia adorata … e così sarà!» decretò.
Dopo sette giorni dunque furono celebrate le nozze e tutti gli abitanti del regno furono invitati, anche la matrigna e le sorellastre … anche il padre di Cenerentola, mandato a chiamare per volere della Principessa sua figlia. Anche a lui la Principessa dovette perdonare la sua lunga assenza … «Ora è passata, padre» gli disse abbracciandolo amorevolmente … «è giorno di festa» e, guardando il Principe suo sposo, comprese che sarebbe stata festa … per molto, molto tempo …
Nel giardino di corte sei topini, due lucertole, un gatto e una piccola luce … danzavano a suon di musica.

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