Lui corre contento un giorno al
mattino, ma … attento a quel cane, bel
Bastoncino!
“Un ramo, lo prendo! Che
divertimento!” scodinzola il cane, tutto contento.
“Al mio padrone lo porterò e
con lui al parco a giocare andrò.
Per ben tre volte me l’ha tirato,
e io con tre corse gliel’ho riportato!”
“Macché ramoscello! Si fermi,
cretino!
Io sono, permetta, il Signor
Bastoncino!
Son io, accidenti, e basta
abbaiare:
dai miei al mio albero mi lasci
tornare!”
Ma ecco che arriva un guardiano
arrabbiato:
“Il cane al guinzaglio va
sempre portato!”
Niente più corse … che peccato.
Così Bastoncino riesce a
fuggire.
Il piccione dal ramo lo vuole
avvertire:
“Attento! Una bimba ti vuole
rapire!”
Ma ormai la bambina
in mano lo ha già.
“Facciamo che sono
i nostri vascelli:
gettiamo nel fiume
i ramoscelli!”
Dal ponte i rametti vengono
lanciati,
alla corrente del fiume
abbandonati …
“Ma santa pazienza! E sì che
l’ho detto!
Io non son mica un qualunque
rametto!
A casa mi aspettano moglie e
bambini:
staranno in pensiero, quei
poverini!”
Però, mentre grida, Bastoncino
è notato
da un cigno bianco, molto
interessato …
“Toh, guarda! Un rametto: che
combinazione!
Il mio nido ha bisogno di una
riparazione”.
“Fermo, che fai? Malgrado
l’aspetto,
non sono, non sono, IO NON SONO
UN RAMETTO!
SONO L’EGREGIO SIGNOR
BASTONCINO,
e vorrei tornare nel mio bel
giardino!”
Ma poi, per fortuna, a un remo
si aggrappa
e con la corrente Bastoncino
scappa.
Giù, giù fino al mare vien
trascinato
e poi su una spiaggia finisce
arenato.
Lì c’è un papà che cerca un
rametto,
e quello stecco gli sembra
perfetto!
Lo mette in cima a un castello
di sabbia,
a far da bandiera: “Ma dico,
che rabbia!
Non sono un’asta, non sono un
pennone,
non sono una spada
o un qualunque bastone.
Non sono una penna,
non sono un arco,
non sono una mazza
o un boomerang, da tirare al
parco!”
E dopo mesi di fuga e tormento,
giunge l’inverno con freddo,
neve e vento.
Bastoncino si ferma per
riposare
e subito un bimbo lo va a
raccattare.
“Basta! Finitela! Ma ve l’ho
detto!
Io non sono un comune rametto!
Io sono … il POVERO SIGNOR
BASTONCINO.
Tornerò mai nel mio bel
giardino?”
E’ triste e soletto, il magro
Bastoncino,
fa tanto freddo e non ha un
cappottino.
Guarda il mondo, bianco e
ovattato,
e un attimo dopo si è già
appisolato.
Dorme e non sente i cori
cantare …
e viene raccolto come legna da
bruciare.
Oh, Bastoncino, stai attento al fuoco!
Coraggio, svegliati, o brucerai tra poco!
Ma Bastoncino, stanco, continua
a sognare …
fin quando una voce lo fa
sobbalzare.
Un grido si sente venir da più
su:
“Mi sono incastrato!
Tiratemi giù!”
Così Bastoncino si dà un gran
daffare:
“Ci penso io, non ti
preoccupare!”
E tira e spingi, su e giù nel
camino,
riprova e insiste il buon
Bastoncino!
Però … chi sarà questo tizio
annerito e ciccione?
E’ BABBO NATALE! CHE
COMBINAZIONE!
“Signor Bastoncino, tu mi hai
salvato,
e io per questo ti sarò sempre
grato!
A ogni bambino il regalo
consegno,
ma dopo ti aiuto, mio amico di
legno!”
Con gli ultimi pacchi, sopra un
giardino
dalla slitta scende, felice,
Bastoncino.
Qui c’è una casa con tre
piccolini
che tanto assomigliano a dei
bastoncini.
Da tempo con mamma aspettano il
giorno
in cui papà farà forse ritorno.
“Ma … senti anche tu?” “C’è
qualcuno sul tetto!”
“Un topo?” “Un uccello?”
“Via, fuori dal letto!”
“Ma no, sono io! Papà
Bastoncino!
Che bello, che gioia, e che
meraviglia!
Dopo tante avventure … son
tornato in famiglia!”
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