Ti ho amato dal primo istante...

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domenica 16 febbraio 2014

Bastoncino



Lui corre contento un giorno al mattino, ma … attento a quel cane, bel Bastoncino!
“Un ramo, lo prendo! Che divertimento!” scodinzola il cane, tutto contento.
“Al mio padrone lo porterò e con lui al parco a giocare andrò.
Per ben tre volte me l’ha tirato, e io con tre corse gliel’ho riportato!”
“Macché ramoscello! Si fermi, cretino!
Io sono, permetta, il Signor Bastoncino!
Son io, accidenti, e basta abbaiare:
dai miei al mio albero mi lasci tornare!”
Ma ecco che arriva un guardiano arrabbiato:
“Il cane al guinzaglio va sempre portato!”
Niente più corse … che peccato.
Così Bastoncino riesce a fuggire.
Il piccione dal ramo lo vuole avvertire:
“Attento! Una bimba ti vuole rapire!”
Ma ormai la bambina
in mano lo ha già.
“Facciamo che sono
i nostri vascelli:
gettiamo nel fiume
i ramoscelli!”
Dal ponte i rametti vengono lanciati,
alla corrente del fiume abbandonati …
“Ma santa pazienza! E sì che l’ho detto!
Io non son mica un qualunque rametto!
A casa mi aspettano moglie e bambini:
staranno in pensiero, quei poverini!”
Però, mentre grida, Bastoncino è notato
da un cigno bianco, molto interessato …
“Toh, guarda! Un rametto: che combinazione!
Il mio nido ha bisogno di una riparazione”.
“Fermo, che fai? Malgrado l’aspetto,
non sono, non sono, IO NON SONO UN RAMETTO!
SONO L’EGREGIO SIGNOR BASTONCINO,
e vorrei tornare nel mio bel giardino!”
Ma poi, per fortuna, a un remo si aggrappa
e con la corrente Bastoncino scappa.
Giù, giù fino al mare vien trascinato
e poi su una spiaggia finisce arenato.
Lì c’è un papà che cerca un rametto,
e quello stecco gli sembra perfetto!
Lo mette in cima a un castello di sabbia,
a far da bandiera: “Ma dico, che rabbia!
Non sono un’asta, non sono un pennone,
non sono una spada
o un qualunque bastone.
Non sono una penna,
non sono un arco,
non sono una mazza
o un boomerang, da tirare al parco!”
E dopo mesi di fuga e tormento,
giunge l’inverno con freddo, neve e vento.
Bastoncino si ferma per riposare
e subito un bimbo lo va a raccattare.
“Basta! Finitela! Ma ve l’ho detto!
Io non sono un comune rametto!
Io sono … il POVERO SIGNOR BASTONCINO.
Tornerò mai nel mio bel giardino?”
E’ triste e soletto, il magro Bastoncino,
fa tanto freddo e non ha un cappottino.
Guarda il mondo, bianco e ovattato,
e un attimo dopo si è già appisolato.
Dorme e non sente i cori cantare …
e viene raccolto come legna da bruciare.
Oh, Bastoncino, stai attento al fuoco!
Coraggio, svegliati, o brucerai tra poco!
Ma Bastoncino, stanco, continua a sognare …
fin quando una voce lo fa sobbalzare.
Un grido si sente venir da più su:
“Mi sono incastrato!
Tiratemi giù!”
Così Bastoncino si dà un gran daffare:
“Ci penso io, non ti preoccupare!”
E tira e spingi, su e giù nel camino,
riprova e insiste il buon Bastoncino!
Però … chi sarà questo tizio
annerito e ciccione?
E’ BABBO NATALE! CHE COMBINAZIONE!
“Signor Bastoncino, tu mi hai salvato,
e io per questo ti sarò sempre grato!
A ogni bambino il regalo consegno,
ma dopo ti aiuto, mio amico di legno!”
Con gli ultimi pacchi, sopra un giardino
dalla slitta scende, felice, Bastoncino.
Qui c’è una casa con tre piccolini
che tanto assomigliano a dei bastoncini.
Da tempo con mamma aspettano il giorno
in cui papà farà forse ritorno.
“Ma … senti anche tu?” “C’è qualcuno sul tetto!”
“Un topo?” “Un uccello?”
“Via, fuori dal letto!”
“Ma no, sono io! Papà Bastoncino!
Che bello, che gioia, e che meraviglia!
Dopo tante avventure … son tornato in famiglia!”



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