Nello stagno, quel giorno, c'era una grande agitazione tra le rane.
"State attente, amiche, ho visto la biscia d'acqua poco fa dietro alle canne!" esclamò Verdina, una ranocchietta piccola e simpatica.
"Dove? Dove?" domandò Verdesca preoccupata. Era una ranocchietta che si spaventava sempre per tutto: una volta le si era posata vicino una grossa libellula e lei, invece di mangiarla, si era tuffata in acqua con un "cra" pieno di terrore. Ma Verdesca aveva tutte le ragioni per essere spaventata dalla biscia d'acqua, che era il nemico numero uno di tutte le rane. Nascosta tra le canne tendeva loro agguati, le afferrava da dietro e le ingoiava spalancando la grande bocca.
"Io non ho paura della biscia d'acqua!" dichiarò Verdastra, che era una rana di una certa età, più grossa delle altre. Mentre diceva così, però, scrutava con attenzione la superficie dell'acqua dello stagno, per non farsi sorprendere.
Proprio in quel momento un grosso bue si avvicinò per bere l'acqua dello stagno. Verdina ridacchiò e indicò l'animale alle amiche.
"Secondo me lui è l'unico che non ha paura della biscia. E' così grosso che lei non riuscirebbe mai e poi mai a ingoiarlo."
"Mamma mia! Che paura!" gracchiò Verdesca e si tuffò in acqua.
Verdastra invece trovò che c'era del vero nelle parole di Verdina.
"Giusto: ho visto che, quando il bue si avvicina, la biscia d'acqua scappa!"
"Mi piacerebbe essere grande come il bue e non una piccola rana," sospirò Verdina. "Non dovrei più aver paura di nuotare nello stagno..."
"Certo!" strillò Verdastra entusiasta. "Se il bue è così grande che non esiste biscia che lo possa spaventare, allora anch'io diventerò grande come lui. Anzi, ancora più grande!"
"E come farai?" domandò Verdesca perplessa.
"Mi riempirò di aria," rispose Verdastra. "Guardate." Poi fece un gran respiro e cominciò a gonfiarsi. La grossa rana, con un solo respiro era quasi raddoppiata.
"Accidenti!" strillò Verdesca, che si era accomodata sopra una grossa foglia. "Ora sei molto più grossa, Verdastra."
La grossa rana si pavoneggiò contenta, ma solo per un attimo, perchè la voce di Verdina intervenne a spegnere il suo entusiasmo: "E' vero, Verdastra, sei più grossa, ma il bue è ancora molto più grosso di te..."
La vecchia rana guardò invidiosa il bue, che si stava abbeverando, e si infastidì: "Ah, è così? Ora vi faccio vedere io!"
In pochi secondi ingoiò una gran quantità di aria e ricominciò a gonfiarsi. Adesso era tre volte più grossa della sua solita taglia e faceva davvero impressione.
"Basta, Verdastra, così grossa mi fai paura. Smettila!" strillò Verdesca dalla sua foglia.
"Già, forse è meglio se smetti," convenne anche Verdina. "Ti si sta crepando la pelle: ti farà male tutto questo crescere."
Ma la grossa rana non sentiva più nemmeno i consigli delle sue amiche, tutta presa com'era dalla sua assurda sfida con il bue.
Questi non si era neanche accorto delle rane: beveva tranquillo l'acqua dello stagno, ignaro di tutto.
Verdastra, che voleva a tutti i costi diventare più grossa di lui, ingoiò ancora aria e poi altra aria, e continuò a gonfiarsi.
Ma di colpo le crepe nella sua pelle si ingrandirono e la povera rana scoppiò con un gran botto, come un petardo nei giorni di festa.
Il bue, sorpreso dallo scoppio, si spaventò e abbandonò di corsa lo stagno.
Anche la biscia d'acqua si spaventò. Si era avvicinata a Verdesca in silenzio e stava per afferrarla con la sua grande bocca, ma l'esplosione l'aveva colta di sorpresa, così anche lei era fuggita a nascondersi tra le canne.
Verdesca la vide e nuotò veloce fino a riva. Le batteva forte il cuore, quando si fermò vicino alla sua amica Verdina.
"Hai visto, Verdesca?" disse Verdina. "Povera Verdastra..."
"Ho visto," rispose la ranocchietta, ancora spaventata per lo scampato pericolo. "Del resto le avevamo detto di fermarsi:
se una nasce rana, si capisce che non potrà mai diventare bue!"
(Fedro)