La mia amica toscana mi ha omaggiata di una fiaba della maremma toscana... Grazie Concetta!
C'era una volta, nel cuore del monte Amiata in Maremma, un
castello di cristallo arroccato su un picco roccioso dinanzi a SantaFiora nel
quale abitava la regina delle fate petorsole con la propria figlia e uno stuolo di amiche streghe-fate.
Si racconta, che si recasse in paese solo per
cuocere il pane nel forno pubblico, spesso accompagnata dalla figlia. Sempre
puntuale e silenziosa, non era ben vista dalle altre donne del paese, che al
contrario erano chiacchierone e sempre in ritardo. Per questo, un bel giorno,
decisero di farle uno scherzo: presero sua figlia e finsero di volerla cuocere
insieme al pane nel forno.
Petorsola si infuriò e, strappata la figlia dalle
loro mani, si diresse verso il suo castello ripetendo: “Non ho mai visto questa
cosa fare, ‘na figlia di fata volerla infornare..! ”. Per non farsi più vedere
dagli abitanti del paese che avevano osato sfidare la sua pazienza, trasformò
con un incantesimo la sua dimora in un grande sasso che oggi, dall’alto, veglia
minaccioso sul paese di Santa Fiora.
Le fate-streghe da allora si trasformarono in
gatti: e ancora oggi nella notte si divertono a intrigare le code e i crini dei
cavalli del paese e ogni sabato tornano sul loro sasso per consumare i sabba.
Come antidoto contro il loro maleficio ancora oggi si usa tenere esposto nelle
stalle “lo zigulo”, un rametto di ginepro con un fiocco rosso.
Nessun commento:
Posta un commento