A otto giorni dalla festa più bella dell'anno, Mamma Mi&pastrugno condividono qui una storia molto dolce.
Giuditta, l'asinello e il Bambino
Giuditta e il nonno, diretti al mercato cittadino con le loro ceste di verdura, si riposano a lato della strada. Li accompagna l'asinello, grande amico di Giuditta fin dalla nascita. Lei gli accarezza il morbido pelo. «Queste ceste non saranno diventate troppo pesanti per il mio asinello?» chiede ansiosa la bimba. «Asinello?!», scoppia a ridere il nonno. «Guarda che ormai è grande e il trasporto delle verdure al mercato non è troppa fatica per lui».
Ma, mentre parla, il nonno sente la testa pesante. Lui sì che è stanco per il lungo viaggio!
«Sveglia, nonno! Non vedi quanta gente ci ha già superato?».
Ma lui è nel mondo dei sogni.
Per un po' Giuditta aspetta pazientemente, poi comincia a scuotere il nonno per svegliarlo: «Guarda, nonno! Arriva sempre più gente! Con i mantelli impolverati: vengono da lontano! Ma... andranno tutti al mercato?».
Ora il nonno si stropiccia gli occhi. Giuditta ha ragione: di solito anche nei giorni di mercato non c'è un simile movimento. Si alza lentamente, carica le ceste sull'asino e borbotta a mezza voce:«Ecco! Forse ho capito: vanno tutti al censimento. L'imperatore romano ha ordinato che ciascuno si faccia registrare nel proprio luogo di nascita». E allora si rianima:«Forza, Giuditta, forza! Ci siamo: guarda la porta della città».
«No, no!», grida Giuditta. Mentre stanno per entrare in città, un gruppo di persone all'improvviso aggredisce il nonno e i loro bastoni si abbattono su di lui: il suo orecchio sinistro incomincia a sanguinare e ben presto lui si trova per terra, mentre lo tengono fermo in due. Giuditta assiste spaventata. Una voce rabbiosa urla:«Dacci subito questo asino: l'hai rubato!». Il nonno, spinto da uno sdegno incontenibile, trova la forza di reagire:«Bugiardi! Bugiardi!». Ma i malviventi lo riducono al silenzio. Giuditta vorrebbe urlare:«Lasciatelo! Non è un ladro!», ma non riesce ad articolare parola.
«Scappa, ragazzina, scappa più veloce che puoi. Pensiamo noi a tuo nonno: lo conosciamo bene!»,una donna accanto a lei le mette in mano le briglie dell'asino, le getta sulle spalle il mantello del nonno e la spinge via. «Nasconditi bene con il tuo asino!».
Giuditta cerca di scomparire tra la gente. Piange: il nonno non è un ladro, vorrebbe difenderlo, aiutarlo, ma obbedisce alla donna e se ne va. Trascina l'asino tra i campi, corre forte, inciampa più volte: vuole andare veloce. La verdura ormai si è tutta rovesciata.
Finalmente Giuditta avvista una stalla isolata. La raggiunge, sembra aperta ... Sarà vuota? Dal di fuori, con precauzione, sbircia all'interno. Si decide: entra con l'asinello e si nasconde in fondo in fondo. Ma l'asino sembra non gradire la nuova sistemazione: non sta fermo, non fa che starnutire e ragliare rumorosamente:«I-ah, i-ah». Giuditta, per rabbonirlo, gli allunga tutto il cibo a disposizione: un pezzo di pane che ha in tasca.
Infine riesce a farlo stendere con lei e il mantello del nonno va a coprire tutti e due. Il nonno! Come starà? Gli faranno ancora del male quegli sconosciuti? Vinta dalla stanchezza, però, si addormenta presto e con lei l'asinello, tutti e due protetti da un mucchio di paglia.
E' notte. Lo scintillio di una stella e il chiarore della luna penetrano tra le assi sconnesse della stalla. Giuditta si sveglia: la porta del suo rifugio si apre cigolando. La luce di una lanterna illumina le travi di una mangiatoia. Una voce maschile: «Ecco, vi conviene fermarvi. Non troverete di meglio in tutta Betlemme, con la gente che è arrivata per il censimento! Almeno potrete riposare sulla paglia e l'acqua è davanti alla casa. Qui c'è qualcosa per coprirvi. Buona notte». Dei passi pesanti si allontanano e sulla soglia Giuditta crede di vedere un'ombra enorme.
Poi si accorge che sono due persone: un uomo che sostiene una donna. Lui adagia la giovane con delicatezza sulla paglia frusciante, bisbigliando: «Qui siamo al sicuro, vedrai». Poi chiude la porta. L'asinello non si è svegliato e Giuditta ritorna ad appoggiarsi su di lui. Nel buio, nessuno li ha visti.
Che solletico, questi fili di paglia! Giuditta si sveglia, ma è ancora notte e il suo asinello dorme della grossa. E ... come mai la porta è aperta? Ah, ecco: lo sconosciuto attinge acqua dal pozzo sotto le stelle. Poi rientra, riempie di paglia la mangiatoia e vi stende una coperta. E questo rumore? Giuditta aguzza la vista: alla luce fioca delle stelle, vicino alla giovane donna, c'è un bimbo piccolissimo! Si vedono le manine muoversi, e quel rumore misterioso si rivela un debole pianto. La mamma porge il neonato avvolto in fasce all'uomo, che con cura lo adagia nella mangiatoia e lo copre.
«Dovrà chiamarsi Gesù», dice la giovane mamma. Poi è di nuovo silenzio, un silenzio così meraviglioso che pare un canto. Si sono addormentati tutti e tre: l'uomo, la donna e il loro bambino di nome Gesù.
Giuditta guarda fuori. La trapunta di stelle del cielo sta impallidendo. I campi incominciano di nuovo a essere disegnati dalla luce. Lentamente si fa strada un nuovo giorno. Anche Giuditta se la prende con calma: si riaccomoda sulla paglia. Ha sognato? O quello che ha visto è vero? Non sa, ma si sente lieta e con la mano affondata nel morbido pelo dell'asinello si riaddormenta.
Un sole tondo si è acceso splendente nel cielo e i suoi raggi illuminano tutta la stalla, andando a scovare gli angoli più remoti, come se il sole volesse sapere chi si fosse nascosto lì nel buio della notte.
Ormai è giorno: Giuditta si scrolla la paglia di dosso e l'asinello si alza sulle zampe magre. Anche la bambina è in piedi: non sente più paura, benché il giovane sconosciuto ora si sia accorto di lei. Le sorride: «C'eravate anche voi questa notte?», chiede a bassa voce. «Vieni, ragazzina, vieni a vedere! Questa notte è nato un bambino. Adesso dorme, con la sua mamma». L'asinello, da solo, arriva proprio vicino alla mangiatoia, piega il collo e con il suo fiato riscalda il piccolo.
All'improvviso Giuditta si irrigidisce, appiattendosi contro la parete della stalla. Sono voci quelle che si sentono da lontano? Saranno forse gli uomini che hanno picchiato il nonno? Vorranno impadronirsi dell'asino? Giuditta si stringe nel mantello: quanto le piacerebbe essere invisibile! Sono proprio voci, e si avvicinano, si distinguono sempre meglio.
«I-ah, i-ah»: l'asinello raglia a squarciagola. Si allontana dalla mangiatoia, per andare a saltellare vicino alla porta, un po' dentro e un po' fuori, come se volesse danzare.
«Torna qui, stupido asinello!», vorrebbe gridargli Giuditta, ma è ammutolita dalla paura. Ora le voci sembrano circondare la stalla. Arrivano ...
Quante ombre scure davanti alla porta! Oh, no! Che sollievo! Niente armi, né urla rabbiose! Sono i pastori, che Giuditta conosce: Davide, Geremia, Gioacchino e Samuele. Ma dietro di loro c'è qualcun altro: avanza lentamente, appoggiato a un bastone, con la testa fasciata.
Si guarda attorno, cauto. Ma poi, dimentico del bastone, lo getta via e abbraccia l'asinello che gli corre incontro, mentre lui fa schioccare la lingua per salutarlo. E' il nonno, che chiama a gran voce la nipotina: «Giuditta! Ci sei? Vieni qui!». Ora si muove più in fretta e, nonostante la fasciatura, sembra guarito.
«Eccomi, nonno, sono qui!». Giuditta risponde a volce alta e si precipita fuori dalla stalla, incespicando per l'emozione. I suoi occhi brillano commossi, nei suoi capelli arruffati spiccano fili di paglia e mentre si getta tra le braccia del nonno il mantello troppo grande le scivola dalle spalle. Lo raccoglie: «Ecco il tuo mantello, nonno», e per la gioia scoppia in un pianto dirotto.
«Zitta, piccolina, zitta ...», sussurra dolcemente il nonno indicando il bimbo che dorme nella mangiatoia. Davide, Geremia, Gioacchino e Samuele hanno dei doni per il nuovo nato: lana, formaggio, cucchiai di legno, pelli. Inginocchiandosi, li depositano a terra e si chinano davanti al piccolo, come fosse un re.
Il nonno, con voce ferma, dice quanto gli sembra di intuire: «Ecco, tutto il mondo è nuovo. Ed è proprio questo bimbo, così piccolo, a farlo nuovo! Giuditta, senti gli angeli cantare?».
Lei ascolta, ricolma di pace e calore. Si avvicina alla mangiatoia e sfiora le minuscole dita del neonato.
Più tardi, sulla via del ritorno attraverso i pascoli, mentre la sua piccola mano è nascosta nella grande mano del nonno, Giuditta ascolta attenta il racconto del vecchio. I loro amici pastori hanno riferito che un angelo li ha avvisati di un avvenimento importante, e che questo avvenimento importante era il bimbo nato di notte nella stalla.
Giuditta interrompe: «Ah, ecco perché i pastori hanno subito portato i doni. Abbiamo visto!».
E il nonno: «I pastori hanno portato i loro bei doni per ringraziare di un grande dono, il più bello: quel bimbo, che è per tutti noi».
«Anche per me, nonno?».
«Per te in modo speciale, piccola. Gesù crescerà, come te. E si capirà che è il Salvatore che da tanto stiamo aspettando, più forte dell'imperatore romano, più forte di qualunque re. La sua pace è per tutti, anche per gli uomini che mi hanno picchiato», aggiunge palpandosi la fasciatura.
Proseguendo tra i campi, il nonno si appoggia a Giuditta. D'improvviso scoppia in un'aperta risata, che mette in mostra il vuoto di qualche dente in meno.
«E' il nostro regalo», esclama. «Il più bello di tutti!».
E, di colpo, Giuditta si rende conto che l'asinello è rimasto nella stalla.
«Vedrai, potranno averne bisogno nelle notti fredde e nei viaggi!», sussurra il nonno, asciugandosi il sudore. E Giuditta è contenta che il suo asinello sarà d'aiuto al Bambino nato nella notte. Il sole è ormai alto nel cielo.
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