In una terra molto, molto lontana, nascosta tra le grandi montagne di neve e i laghi di ghiaccio, dove per sei mesi all'anno è buio e per sei mesi all'anno c'è luce, si trova un bellissimo paese dove vive il signore del Natale.
E' un posto così segreto che nessuno sa come arrivarci; l'unico riferimento certo è che si trova al Polo Nord. Qui vive Babbo Natale insieme ai suoi elfi. Ognuno ha una casetta di legno, con un caminetto con un piccolo fuocherelo scoppiettante e un piccolo ma luminoso albero di Natale. In questo villaggio tutti sono molto felici e cantano festose canzoni natalizie. Dieci compongono la banda musicale; ci sono Elfo Trombone, Elfo Violino, Elfo Grancassa, Elfo Campanello e tanti altri. Sono loro che allietano le vie illuminate del villaggio con le note festanti del Natale. Oltre a cantare, gli elfi sono bravissimi nel loro lavoro: costruiscono ogni genere di giocattoli. In un'ora riescono a riempirne un sacco enorme, ma tra un sacco e l'altro adorano bere una bollente tazza di cioccolata calda di Elfur, la cioccolata più buona del mondo, che si riesce a trovare solamente al Polo Nord.
Un giorno, però, l'aria festosa del villaggio viene interrotta da una voce possente e decisa:
«Elfo Saurone corri, presto! C'è un problema nelle stalle!»
L'elfo accorre al richiamo di Babbo Natale. «Babbo Natale, non ti vedo, dove sei?» esclama appena entrato nella stalla. «C'è così tanto buio qui!».
«Per forza, Saurone. Le renne con le loro lunghe corna hanno rotto tutte le lanterne e ora non vedono più nulla. Non trovano nemmeno il fieno». Babbo Natale sospira preoccupato. «Cosa si può fare, per riparare il danno?»
L'elfo, arricciando il naso e strizzando un po' gli occhi, inizia a pensare ad alta voce: «Riaccendere le lampade non è possibile: le renne sono talmente grandi che le romperebbero ancora. Per costruire una nuova stalla ci vorrebbero molto tempo e tanti elfi, che però sono troppo impegnati a fabbricare i regali. Allargare questa è impensabile perché sopra c'è il magazzino ... Mmh, ci vorrebbe una magia!»
Babbo Natale sorride: «Perché non ci ho pensato! Chiederò aiuto a Bianchina, la fatina delle nevi.»
Sulla slitta trainata dalle otto bellissime renne vola verso la casa dell'amica. Giunto a destinazione e scrollatosi via tutta la neve caduta durante il viaggio, racconta alla fatina quello che è accaduto.
«Non ti preoccupare, Babbo Natale» lo tranquillizza Bianchina. «Ti regalo Lallo, il mio asinello giallo».
«E cosa me ne faccio di un asinello nella mia stalla?» sbotta un po' preoccupato Babbo Natale.
Bianchina sorride e, mettendogli una mano sulla spalla, lo rassicura:«E' un asinello speciale; al buio si illumina e se mangia una polvere magica può anche volare!».
Babbo Natale abbraccia felice la fatina: «Ora posso tornare a leggere le lettere dei bambini che mi scrivono senza dover pensare alla stalla e alle mie renne! Grazie Bianchina!»
Poi dice all'asinello: «Ben arrivato nella nostra famiglia!»
Tornando verso il villaggio, però, il tempo si mette al brutto. La neve che prima cadeva lenta, ora precipita in vortici e mulinelli. Il vento soffia come tante renne arrabbiate, e il cielo si fa sempre più grigio e minaccioso.
Babbo Natale non se la sente di proseguire e decide di tornare verso la casa dell'amica. Atterrando, però, la renna Cometa si rompe una zampa.
«O povero me! E ora come farò? Manca meno di un mese a Natale e la mia povera renna non guarirà in tempo!».
Ma la fata Bianchina sorride e, mettendogli una mano sulla spalla, lo rassicura: «Non temere, mio caro amico, Lallo può volare, ricordi?»
Babbo Natale asciugandosi gli occhi, abbraccia la sua amica «Grazie, grazie Bianchina, se non ci fossi tu ...»
E la stringe forte contro il suo pancione.
«Ma come farà a volare? E' solo un asinello!»
La fatina, con tranquillità, si siede vicino al fuoco e racconta al suo amico che Lallo può volare solo se mangia la polvere invisibile che rimane nei piatti dei bambini quando finiscono di mangiare.
«Devi scrivere una lettera a tutti i genitori, spiegandogli ciò che è accaduto. Loro lo racconteranno ai bambini. Sicuramente tutti mangeranno ogni cosa che la mamma gli metterà nel piatto. Così tu potrai andare a raccogliere quella polvere e portarla nella stalla per Lallo.»
Babbo Natale non può far altro che ascoltare il consiglio dell'amica e, appena la bufera si calma, sale sulla slitta e torna al villaggio. Mette al riparo la renna Cometa e porta Lallo nella stalla. Chiama a gran voce il suo fedele elfo Saurone e gli chiede di aiutarlo a scrivere a tutti i genitori del mondo. I bambini devono aiutare Babbo Natale a far volare l'asinello Lallo per portare i regali la notte del 24 dicembre.
Mancano pochissimi giorni alla notte più lunga dell'anno, Babbo Natale è preoccupato e cammina avanti e indietro per la stalla.
Nemmeno il suo amico Saurone riesce a calmarlo: «Stai tranquillo, Babbo Natale, vedrai che i bambini sono stati bravi. Abbiamo raccolto tantissima polvere magica, e Lallo potrà volare e aiutarti a distribuire i regali».
«Vecchio e saggio amico» sospira Babbo Natale «sei sempre fiducioso ... Ma chissà se i bambini sono stati così bravi da mangiare sempre tutto ...».
Saurone è preoccupato. Si è svegliato all'improvviso e non vede nessuno attorno a lui. Si era addormentato per la stanchezza e ora non sa se Babbo Natale è riuscito a partire con la slitta insieme a Lallo. Con le braccia incrociate sulla pancia, l'elfo, cammina avanti e indietro guardando fuori dalla finestra. Nessuna luce nella stalla; nessuna luce nel cielo; nessuna notizia dagli altri elfi che sono a festeggiare con le loro famiglie.
A un certo punto però: «Oh oh oooh ... Fulmine, Donnola, Freccia, Ballerina, Saltarello, Donato, Cupido, Lallo, potete atterrare! Siamo arrivati!»
Saurone si precipita da Babbo Natale e con impazienza chiede: «Allora? Babbo Natale, allora? Hai consegnato tutto?»
Babbo Natale, sistemandosi il cappello sulla testa, si gira verso l'elfo: «Caro amico, hai visto tu stesso. Abbiamo volato su tutto il mondo e...»
Saurone spalanca gli occhi e afferrando la manica del cappotto di Babbo Natale lo incalza: «E cosa? E cosa? Non tenermi sulle spine!»
«Oh oh ooh, guarda la mia slitta: è vuota! Quest'anno sotto l'albero i bambini hanno trovato i loro regali. Avevi ragione tu, sono stati bravissimi. Hanno sempre mangiato tutto!!!»
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