Una volpe se ne andava per il bosco, muovendo la bella coda gonfia, bianca e rossa di qua e di là, annusando l'aria e la terra.
Non aveva ancora molta fame, ma fra poco l'avrebbe avuta.
Già pregustava di farsi una bella scorpacciata con qualcosa di buono.
A un tratto vide uno scoiattolo su un ramo basso. La bestiola teneva una nocciola sgusciata fra le piccole zampe.
"Che fai, scoiattolo?" chiese la volpe.
"Mangio questa nocciola," lui rispose. "Ne vuoi un pezzettino, volpe?"
"Io, mangiare una cosa così dura? Non me lo sogno nemmeno!" lei disse, e se ne andò, sbuffando.
Lo scoiattolo s'incuriosì molto, e dopo aver ingoiato in fretta la sua nocciola, si mise a seguire la volpe di nascosto, saltando e correndo di ramo in ramo, perché voleva vedere che cosa avrebbe mangiato di tanto morbido.
Intanto lei se ne andava annusando l'aria qua e là, ma non sentiva ancora nessun odore interessante.
Ed ecco, sulla soglia della sua tana, un topo di campagna che stava rosicchiando una radice. Vide la volpe, e disse: "Vuoi un po' della mia radice, amica volpe?"
"Io, mangiare una cosa così amara? Non ci penso davvero!" lei disse, e se ne andò sdegnosa fra i cespugli.
Il topo, davvero incuriosito, ingoiò in fretta la sua radice e si mise a seguire la volpe, correndo e nascondendosi terra terra, per vedere cosa avrebbe mangiato di tanto dolce.
Cammina cammina, annusa annusa, la volpe arrivò a un certo punto dove il bosco finiva, e cominciava la campagna coltivata.
Al di là di un campo, c'era una grande vigna, piena di grossi grappoli maturi e dorati.
La volpe alzò il naso e annusò: il profumo dell'uva arrivò fino a lei, e le fece venire la saliva alla bocca.
"Mmmhhh, uva dolce e abbondante!" mugolò la volpe.
Pur preferendo il bosco, qualche volta si spingeva anche nei campi coltivati.
"Vado!" disse la volpe, e scattò.
Dietro di lei, di ramo in ramo, e terra terra, lo scoiattolo e il topo la seguivano, silenziosi.
La volpe, entrata nella vigna, cercò di qua e di là, e si fermò sotto un bellissimo grappolo, gonfio di acini splendenti e zuccherini.
La sua coda spazzava impaziente il terreno.
Poi allungò il collo verso l'alto, con la bocca aperta: ma si accorse che il grappolo era molto più su.
Allora la volpe si alzò sulle zampe posteriori, e si allungò tutta, per raggiungere quegli acini gustosi e polposi: ma non ce la fece, perché erano sempre troppo in alto.
Agitando nervosamente la coda, la volpe guardava quella delizia sopra di lei, mentre la saliva le colava abbondante dai lati della bocca spalancata.
Poi l'animale cominciò a fare salti, cercando di addentare quella delizia di grappolo: però addentava solo aria.
Saltò e saltò, saltò sempre meno in alto, perché era stanca: ma non riuscì ad addentare che aria.
La volpe restò per un poco a guardare in su, ansimando.
Poi, a testa bassa, s'incamminò verso il bosco.
"Ehi, amica volpe!" disse allora lo scoiattolo, sporgendosi da un ramo. "Non ti piace quell'uva così morbida?"
"Non mangi quell'uva così dolce, volpe?" disse il topo, sporgendosi da una zolla.
Lei si fermò, li guardò, guardò ancora l'uva, drizzò le orecchie e la coda, e disse: "Quell'uva? Pfff, non m'interessa proprio: non vedete che è ancora acerba?"
A quella risposta, i due scoppiarono in una risata così forte, che la volpe, piena di vergogna, abbassò le orecchie e la coda, e trotterellò svelta e zitta verso il bosco. (Esopo)La morale di questa favola è sintetizzata dalle parole di Fedro: "È facile disprezzare quello che non si può ottenere."
Il mio pastrugno si è addormentato con questa favola... ora dorme da un'ora e mezza. Stasera avevamo ospiti e ... con la scusa che domani è festa, ha fatto il ......... "cenerentolo" che perdeva la ciabattina! :P