Ti ho amato dal primo istante...

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lunedì 30 giugno 2014

ARRIVEDERCI A SETTEMBRE...



La maestra Sabry, entrando nella classe dei GIALLI l'ultimo giorno di scuola, trovò ad attenderla sulla cattedra, in bella mostra, un solare mazzo di girasoli e, commossa, ringraziò i suoi ragazzi uno ad uno.

"Spero che ciò che avete imparato in questi mesi non venga dimenticato tra una passeggiata in montagna ed una nuotata al mare. E mi raccomando: cercate di farvi leggere almeno un buon libro, sapete che è importante e, oltre tutto, può diventare un ottimo amico, non mi stancherò mai di dirvelo".

Il parlottare fitto fitto che si alzava dai banchi passò inosservato alla giovane insegnante la quale, sorridendo, già sentiva che le sarebbero mancati tanto quei bambini tanto dolci quanto irrequieti.
Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi vispi ed intelligenti di Ricky.
La dolce Giulia stava frugando nella sua sacca, alla ricerca del famoso diario dei segreti che in realtà di segreto aveva ben poco, visto che spesso e volentieri circolava da un banco all'altro per raccogliere pensieri e disegnini simpatici dai compagni.

"I bambini sono l'energia del mondo" pensò Sabry, continuando ad osservare quelle creature con le quali aveva condiviso un altro intenso anno scolastico.

I suoi occhi incrociarono quelli scuri di Adam che non le negò un sorriso e le fece ciao con la mano. Il paese di origine di Adam era il Marocco. Sabry ricordò il giorno in cui egli fece il suo ingresso in classe: l'accoglienza che i bambini gli riservarono fu a dir poco incredibile. Lo tempestarono di domande sul suo paese, sulla sua famiglia, sulle usanze e gli vollero subito tanto bene. I grandi non avrebbero saputo fare altrettanto. "Quanto abbiamo da imparare da loro... I gesti, le domande, le risate, i silenzi... Quanti segnali, quante verità ", pensò Sabry assorta in quei pensieri.

Sabry aveva sempre detto ai suoi alunni che ci sono cose che sui libri di testo non si trovano. Quelle cose si imparano dalla vita e sono l'onestà, il rispetto degli altri, l'uguaglianza, la bontà, ossia ciò che i grandi chiamano "valori". Per la classe invece erano semplicemente "quelle cose che fanno bella la vita"...

"È ora di riordinare e sistemare le vostre cartellette, ragazzi, mancano dieci minuti alla fine", disse Sabry, richiamandoli all'ordine.

Era felice di vederli così euforici e sorridenti. Erano un pò come figli suoi, tutti.

La campanella annunciò che le quattro erano arrivate, la fine della scuola pure. "Ciao Sabry! Ciao maestra! Buone vacanze! Ci rivediamo a settembre!" "Ciao ragazzi, sentirò la vostra mancanza, statene certi! Buone vacanze anche a voi!"

Di corsa lungo i corridoi, veloci nel guadagnare l'uscita, i ragazzi parevano tutti uguali. Tutti uguali, tutti speciali, tutti semplici, tutti da amare, da ascoltare, da prendere per mano verso quel cammino meraviglioso che è la vita. Grandi, mezzani e piccoli, insieme.

Sabry, con questi pensieri nel cuore, si allontanò dalla classe dei GIALLI. "Arrivederci a settembre".

E fece ciao con la mano...

Filastrocca per una maestra alla fine della scuola

E’ finita ormai la scuola
con l’ultima campanella
se n'è andata la bidella
la maestra tutta sola
è rimasta nella classe
niente urla, niente tosse
alla cattedra si siede
ma nessuno più le chiede
Posso andare al gabinetto?
Chi mi presta un fazzoletto?
non più bimbe e bimbi in guerra
niente lapis giù per terra
niente somme da sommare
niente compiti da dare
non più accenti e divisioni
non può dire: State buoni!
perché lì non c’è nessuno
non si sente neanche un suono
neanche un bimbo che l’ascolta
e poi per l’ultima volta
lei cancella la lavagna
chiude gli occhi, quindi sogna
una scuola infinita
che coincide con la vita
dove lei sempre è maestra
che insegna, educa, addestra
col trascorrere degli anni
nella classe dei suoi alunni
che con lei si fanno adulti
crescono, diventan molti
e nei banchi stan vicini
i più grandi ed i bambini
genitori accanto ai figli
tutti attenti ai suoi consigli
e la classe ormai somiglia
a una grande famiglia…
Riapre gli occhi la maestra
li stropiccia perché vede
sul vetro della finestra
una scritta a cui non crede
fatta con il pennarello:
Ciao maestra! E’ stato bello!
Ci vediamo a settembre!
La maestra fa un saltello
quindi balla, o almeno sembra,
passeran tre mesi appena
e ritorna sulla scena
così inizia la vacanza
mentre esce dalla stanza.

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