Ti ho amato dal primo istante...

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mercoledì 18 giugno 2014

Furbo, il Signor Volpe - Il banchetto - Stanno ancora aspettando ...



Tornati nella galleria, si fermarono. Il Signor Volpe richiuse il foro del muro. Borbottava da solo rimettendo i mattoni al loro posto: «Che sidro favoloso! Ne sento ancora il sapore! Quel Topo, che sfrontato!»
«E anche maleducato» disse Tasso, «come tutti i topi. Mai incontrato un topo signorile».
«E beve troppo» disse il Signor Volpe sistemando l’ultimo mattone. «Là, ecco. Ora, a casa per la festa».
Presero i loro orci di sidro e s’incamminarono. Il Signor Volpe in testa, seguito dal piccolo e poi da Tasso. Filavano lungo la galleria … dopo la curva che conduce al Deposito Gigante di Lupino … dopo il Pollaio Numero Uno di Olio e su per la lunga galleria verso casa, dove la Signora Volpe li aspettava.
«Avanti, compagni!» urlava il Signor Volpe. «Ci siamo quasi! Pensate a quello che ci aspetta, dall’altra parte! Pensate al nostro prezioso bottino! Questo farà felice la povera Mamma Volpe.»
Mentre correva, il Signor Volpe intonò una canzoncina:
Dolce casa, dolce casa
Dove vive la mia sposa!
Si sentirà più arzilla
Quando sarà un po’ brilla
Di sidro strepitoso.
Anche Tasso si mise a cantare:
Dolce casa, dolce casa
Dove vive la mia sposa!
E’ debole e affamata
Ma sarà rianimata
Dal sidro strepitoso.
Cantavano ancora all’ultima curva, quando piombarono sullo spettacolo più meraviglioso e stupefacente che mai avessero visto. Una grande sala da pranzo era stata scavata nella terra e in mezzo, seduti attorno a una tavola enorme, non c’erano meno di ventinove animali:
La Signora Volpe e i tre volpacchiotti.
La Signora Tasso e i tre piccoli tassi.
Il Signor Talpa, la Signora Talpa e le quattro piccole talpe.
Il Signor Coniglio, la Signora Coniglio e i cinque coniglietti.
Il Signor Donnola, la Signora Donnola e sei piccole donnole.
Polli, anatre, oche, lardo e prosciutto, s’ammonticchiavano sul tavolo e tutti avevano già intaccato quei cibi deliziosi.
«Tesoro!» esclamò Mamma Volpe saltando al collo di Papà Volpe. «Non ce la facevamo più ad aspettare! Perdonaci, ti prego».
Poi abbracciò il volpacchiotto. La Signora Tasso abbracciò Tasso e tutti si abbracciarono. Con grida di gioia, vennero sistemati gli enormi orci di sidro sul tavolo e il Signor Volpe, Tasso e il volpacchiotto si sedettero con gli altri.
Vi ricorderete senza dubbio che nessuno aveva mangiato una briciola da molti giorni. Avevano tutti una fame da lupi. Perciò per qualche minuto non si sentì una parola. Si udiva solamente il rumore dei denti e delle mascelle degli animali intenti al pranzo succulento.
Alla fine Tasso si alzò e levò il bicchiere di sidro: «Un brindisi a chi, oggi, ci ha salvato la vita: a Mister Volpe!»
«A Mister Volpe!» gridarono in coro, levando i bicchieri. «Lunga vita a Mister Volpe!»
Allora, la Signora Volpe si alzò timidamente sulle zampe e disse: «Non voglio fare un discorso. Voglio solamente dire una cosa: mio marito è fantastico».
Tutti applaudirono e gridarono evviva. Poi si alzò il Signor Volpe: «Questo pranzo delizioso…» cominciò.
Nel silenzio che seguì, fece un formidabile rutto. Ci furono risa e applausi.
«Questo pranzo delizioso, amici miei,» continuò «è graziosamente offerto dai signori Olio, Lupino e Pertica». (Altri evviva e applausi). «E mi auguro che ve lo siate goduto tanto quanto me».
Fece ancora un colossale rutto.
«Meglio fuori che dentro» disse Tasso.
«Grazie» disse il Signor Volpe con un largo sorriso. «Ma ora, amici, siamo seri. Pensiamo al domani, al dopodomani e ai giorni che seguiranno. Se usciremo, ci uccideranno. Giusto?»
«Giusto!» approvarono.
«Ci uccideranno prima ancora che noi si faccia un passo» disse Tasso.
«E-sat-ta-men-te, » disse il Signor Volpe. «Ma, di grazia, chi desidera uscire? Siamo tutti scavatori, detestiamo l’esterno! Fuori è pieno di nemici. Usciamo solo perché siamo obbligati, per cercare i viveri per la nostra famiglia. Ma ora, amici miei, ci organizzeremo in modo diverso. Siamo al riparo in una galleria che porta ai tre migliori depositi del mondo!»
«Sì, è vero» disse Tasso, «io li ho visti».
«E sapete cosa significa?» disse il Signor Volpe. «Significa che nessuno di noi avrà più bisogno di uscire!»
Vi fu agitazione e qualche mormorio dell’uditorio.
«Dunque, vi invito tutti» continuò il Signor Volpe, «a restare qui, con me, per sempre».
«Per sempre!» gridarono. «Ma è meraviglioso!»
E Papà Coniglio disse a Mamma Coniglio: «Mia cara, pensa un po’! Non ci spareranno più addosso, per tutta la nostra vita!»
«Costruiremo un piccolo villaggio sotterraneo» disse il Signor Volpe, «con strade e case indipendenti per i Tassi, le Talpe, i Conigli, le Donnole e le Volpi. E ogni giorno io andrò a fare la spesa per voi. E ogni giorno, mangeremo come re».
Gli evviva che seguirono questo discorso durarono diversi minuti.

Stanno ancora aspettando …
Olio, Lupino e Pertica stavano seduti davanti alla tana della volpe, a fianco delle loro tende, con i fucili sulle ginocchia. Cominciava a piovere. L’acqua colava goccia a goccia lungo i loro colli e nelle loro scarpe.
«Non mancherà molto tempo ancora» disse Olio.
«La bestia deve essere ormai allo stremo» disse Lupino.
«E’ vero» disse Pertica. «Sicuramente dovrà uscire da un momento all’altro. Tenere il fucile a portata di mano».
Seduti vicino al tunnel, aspettavano che la volpe uscisse.
E, per quello che ne so, stanno ancora aspettando …
(Roald Dahl)

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