Nell’aia Carmelito e i suoi
amici approfittano contenti delle ultime luci del giorno per giocare. Tra poco
sarà l’ora della nanna.
“Basta giocare, polletti miei,
forza, sta per arrivare la volpe!” avvisa la mamma di Carmelito. “Vedo già i
suoi occhi che brillano …”
Subito polli e gallinelle si
mettono in fila per rientrare nel pollaio.
“Trentasette … trentotto …
trentanove …”
Carmela conta. “Svelti! Svelti,
vedo i denti della volpe che luccicano nel buio. Trentanove?... Ma ne manca
uno, ed è proprio il mio! Dove sei, polletto mio? Torna subito a casa se non
vuoi finire nel piatto di qualcuno.”
“Niente paura!” risponde
Carmelito, sta guardando beato il cielo stellato della notte.
“Per tutte le creste rosse del
mondo!” esclama all’improvviso. “Una
stella cadente!”
Da quando è uscito dal suo uovo
Carmelito sogna di conoscere le stelle!
Ed ecco che una di quelle
meraviglie cade proprio dietro al bosco …
“Sto arrivando, stellina!”
grida felice e corre verso gli alberi scuri.
Il suo sogno è laggiù, immobile
sulla sabbia.
E’ troppa la felicità per un
piccolo cuore di pollo!
“Povera stella, sembra stanca
per il viaggio” dice tra sé e sé il polletto raccogliendola delicatamente.
Poi esclama stupito: “Strano!
E’ tutta umida e ha un cattivo odore, sa di pesce…”
“Ho trovato una stella! E’ il
più bel giorno della mia vita …”
Poi corre a dare la notizia
incredibile al suo vecchio amico Pedro il Cormorano.
“Ah! Ah! Ah! Questa, una stella
cadente?” se ne esce Pedro. “Mio povero Carmelito, è solo una stella marina, e
nemmeno troppo fresca!”
Il vecchio cormorano, che vuole
fare il saputello, continua: “Devi capire, polletto caro, che le stelle non
esistono! Ti spiego: di notte la Terra viene avvolta da una gigantesca coperta
tutta nera. E le stelle non sono altro che luce che passa attraverso i buchi
della coperta. Hi, hi,hi…”
Carmelito scoppia a piangere.
Tontolino, l’agnellino, gli si
avvicina.
“Non piangere, Carmelito.
Tieni, ti ho raccolto la tua stella. E voglio dirti un segreto: io ho un amico,
il signor Galileo. Come te, lui passa tutte le notti a osservare le stelle.
Vieni, ti porto da lui.”
Quando arrivano vicino alla
casa dell’astronomo …
“Che strano personaggio!”
sussurra Carmelito. “Parla da solo guardando le stelle nel suo strano
cannocchiale.”
“Vedi, gatto” borbotta il
vecchio signore, “grazie a questa lente ho scoperto centinaia di nuove stelle.
E se non fossimo soli in questo universo?”
“Bueeeena sera!”
“Ah, sei tu, Tontolino” saluta
il vecchio saggio. “Sei venuto con un amico?”
“Buonasera, signore. Mi chiamo
Carmelito. Mi lasceresti guardare le stelle dentro a quel tuo cannocchiale? WOW! Come sono vicine!
Così vicine che potrei toccarle … Vero, signore? Quando potremo toccarle
davvero, le stelle?”
“Toccare le stelle? Uh! Uh!
Uh!” ridacchia Galileo.
“Quando i polli avranno i denti!”
In quello stesso momento, nello
spazio …
“Guarda, maestra, che bel
pianeta blu!”
“Bravi, ragazzi! Sta-te bra-vi!
Vediamo se quel pianeta è segnato nella mia guida …? Eccolo qui! Si chiama
Terra.”
“Ooooh! Com’è bella!”
“Maestra, io devo … è molto
urgente!”
“Non puoi proprio aspettare,
Saturnino? Va bene, faremo una piccola sosta sulla Terra. Ne approfitteremo per
raccogliere delle belle cose … Forza, ragazzi, andate ai vostri posti,
allacciate le cinture, indossate i vostri occhiali protettivi.”
Più veloce, pilota!
Più veloce, pilota!
Più veloooce!
Dopo una notte di studio
Galileo è andato a dormire. Anche i due amici si sono addormentati.
All’improvviso però Carmelito viene svegliato da un terribile rumore.
Un drago sta vomitando tutte le
sue fiamme nel giardino.
“Tontolino! Tontolino!
Svegliati!”
“Wow, grandioso! Una vecchia baracca da esplorare!”
“Non sto sognando!” esclama
Carmelito. “Sono polli! Polli verdi … e hanno anche i denti!”
“L’ho visto per primo!
Lasciamelo! Che schifo! E’ vecchio e rotto!”
“Sorridete, amici, vi sto
filmando!”
“Bravi, ragazzi! Sta-te
bra-vi!”
Quando la paura del primo
movimento se ne va, Carmelito non può resistere alla voglia di andare a dare
un’occhiatina allo strano pollaio che è caduto dal cielo.
“Dai, vieni, Tontolino!”
comincia il polletto.
“Ma se invece tornassimo subito
a casa?” risponde l’agnellino in modo prudente.
Un po’ malvolentieri Tontolino
decide di raggiungere il suo amico.
“C’è qualcuno?” chiede
timidamente Carmelito.
“Cu cù …”
“Non trovo più i miei
stivaletti da passeggio … sono già andati tutti e io sono qui da sola. Ho paura
… Ueeee … Ueee …”
“Buongiorno” comincia piano
piano il polletto rosa, “hai bisogno di aiuto?”
Quando si accorge del polletto
e dell’agnellino, il pollo verde si tranquillizza e smette di piangere.
“Io sono Celeste” dice lei
tirando su col naso, “e sono nella
classe della maestra Quasar.”
“Io sono Carmelito e lui è
Tontolino…”
“Non è male il tuo pollaio.”
Carmelito è molto ammirato.
“Come funziona questo coso?”
chiede Tontolino.
“Be’, con un motore a stelle,
ecco!”
“Un motore? Che cos’è un
motore?”
“Hi, hi, hi … siete proprio
buffi voi. Volete fare un giro?”
“Siamo in gita scolastica”
comincia a spiegare la gallinella, “con la maestra ci fermiamo un po’ dappertutto
e visitiamo le stelle.”
“Tu vieni dalle stelle?” grida
Carmelito. “Allora avevo ragione! Esistono!”
“Ma certo!” dice Celeste.
“Guardate tutte le belle cose che abbiamo trovato. Le studieremo a scuola.”
“Che cos’è la scuola?” chiede
Carmelito.
“Ma voi non andate a scuola?”
si meraviglia la gallinella.
“N … no!”
“Oh, mamma mia! Allora
ricominciamo dall’inizio …”
Celeste spiega con pazienza:
“La nostra galassia conta miliardi di stelle …”
“Eh? E quanti miliardi?”
chiedono i due amici.
“Be’, molti … tanti” risponde
lei un po’ imbarazzata.
Una domanda però pende dal
becco di Carmelito: “Celeste, non ti offendere, ma puoi dirmi perché avete i
denti?”
Celeste risponde: “Un giorno,
molto tempo fa, un contadino ci ha dato da mangiare della carne … e ci sono
spuntati i denti!”
“E allora che cosa è diventato
il contadino?” ha chiesto Carmelito.
“Hi, hi, hi … ce lo siamo
mangiato e abbiamo preso il suo posto!”
All’improvviso Celeste esclama:
“Oh, i miei stivaletti! Ho ritrovato i miei stivali! Posso uscire dalla
navicella!”
“Non avrei finito, amici, ma
bisogna che io trovi qualcosa da portare a casa dal vostro pianeta, come mi ha
chiesto la maestra!”
“Celeste, accetta questa per
ricordo” le propone il polletto, “è una stella! La sola stella che si trova
sulla Terra!”
“Ma guarda un po’ che buffo”
aggiunge Tontolino, “è tutta umida e sa di pesce …”
Celeste è commossa. Non ha mai
visto una meraviglia simile. Sul suo pianeta non ci sono mari né oceani …
“Ora tocca a me farvi un
regalo” sussurra lei, molto emozionata, “ecco, non è granché, ma mi fa piacere
regalarvela!”
“E’un pezzettino di una stella
cadente che ho raccolto ieri” spiega la gallinella verde.
“Non ci posso credere!
Tontolino, hai visto? E’ incredibile!
STO TOCCANDO UNA STELLA!
STO TOCCANDO UNA STELLA!”
“Venite” li chiama Celeste, “vi
mostro come si trova il mio pianeta. Di sera, al buio, cercate un gruppo di
stelle che compongono una volpe nel cielo. Vedete l’occhio che brilla? E’
proprio lì che abito io!”
Ma ecco che c’è del movimento
intorno alla navicella spaziale. La sosta è finita e tutti i polletti verdi si
stanno imbarcando …
E’ triste dirsi addio.
“Bravi, ragazzi! Sta-te bra-vi!
Trentasette … trentotto … trentanove … ne manca uno! Celeste!” urla la maestra
Quasar. “Ce ne andiamo! Dov’eri, Celeste? Forza, forza!”
“Maestra, guarda che cosa ti
porto: una stella di Terra!”
“Addio! Addio, Celeste!”
“Non ti dimenticheremo mai!”
Il rumore e il fumo sono
spariti.
“Dobbiamo tornare a casa”
suggerisce l’agnellino.
“Di già?” risponde Carmelito.
“Che peccato!”
“Sai come sono fatti i
genitori: stai via cinque minuti e ti fanno le storie …”
I due amici hanno preferito non
raccontare il loro incontro straordinario. Chi li avrebbe creduti?
Al pollaio, la vita riprende il
suo corso.
Ci si alza con il sole, si va a
dormire con le galline …
“Carmelito? Vieni a casa,
polletto mio, la volpe potrebbe mangiarti …”
“Sì, mamma! Ancora un minuto!”
“Oh, guarda, Carmelito! Una
stella cadente. Allora esprimo un desiderio.”
“Anch’io” risponde Carmelito.
E nello stesso momento, a casa
dell’astronomo …
“Sono sempre più convinto che
esistano altri esseri viventi nell’universo, ma … non sarà facile provarlo.”
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