«Ci rimane un altro luogo da visitare» disse il Signor Volpe.
«E io so qual è!» fece l’unico
volpacchiotto rimasto. Era il più piccolo.
«Cioè?» domandò Tasso.
«Bé» disse il piccolo
volpacchiotto, «siamo andati da Olio e da Lupino, ma non da Pertica. Dev’essere
lì».
«Proprio così» annuì Papà
Volpe, «ma non sai quale punto della casa visiteremo».
«Quale?» fecero insieme Tasso e
il più piccolo dei volpacchiotti.
«Ah! ha!» esclamò il Signor
Volpe. «Aspettate e vedrete!»
Sempre parlando, scavavano. La
galleria avanzava svelta. A un tratto, Tasso domandò: «Tutto ciò non ti
preoccupa un pochino, vecchio mio?»
«Preoccuparmi?» disse il Signor
Volpe. «Perché?»
«Tutto questo … tutto questo è
rubare».
Il Signor Volpe smise di
scavare e fissò Tasso come se avesse completamente perso la testa.
«Cara vecchia befana pelosa!»
urlò. «Conosci tu una sola persona al mondo che non sgraffignerebbe qualche
pollo se i suoi figli morissero di fame?»
Ci fu un breve silenzio nel
corso del quale Tasso rifletté profondamente.
«Tu sei un po’ troppo per bene»
disse il Signor Volpe.
«Non c’è niente di male a essere
per bene» protestò Tasso.
«Ascolta» disse il Signor Volpe,
«Olio, Lupino e Pertica sono tutti lì appostati per ucciderci. Te ne rendi
conto, spero?»
«Me ne rendo conto, caro Mister
Volpe, me ne rendo ben conto» rispose il buon Tasso.
«Ma noi non scendiamo al loro
livello. Noi non abbiamo nessuna intenzione di ucciderli».
«Certo che no» rispose Tasso.
«Una ccosa del genere non ci
passerà mai per la testa» disse il Signor Volpe. «Togliamo loro semplicemente
un po’ di cibo qua e là, per sopravvivere noi e le nostre famiglie. D’accordo?»
«Penso che non abbiamo scelta»
disse Tasso.
«Se loro vogliono essere dei
mostri, non possiamo farci niente» disse il Signor Volpe. «Noi qui sotto siamo
brava gente pacifica».
Tasso inclinò la testa e
sorrise al Signor Volpe.
«Mio caro Mister Volpe» disse, «mi
hai conquistato».
«Grazie, e ora continuiamo a
scavare».
Cinque minuti dopo, le zampe
anteriori di Tasso incontrarono qualcosa di piatto e duro.
«Diavolo! Di che si tratta?»
esclamò. «Ha l’aria di essere un solido muro di pietra».
Ambedue grattarono la terra che
lo ricopriva. Si trattava proprio di un muro. Ma era fatto di mattoni e non di
pietra. Il muro si trovava proprio di fronte a loro, bloccando la strada.
«Chi potrebbe aver avuto l’idea
di costruire un muro sotto terra?» domandò Tasso.
«Molto semplice» disse il
Signor Volpe. «E’ il muro di una stanza sotterranea. E se non mi sbaglio, è
proprio quello che cerco».
COSA STARA' CERCANDO IL SIGNOR VOLPE???
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