E ora, ecco, lo vede muoversi e
alzarsi lentamente sulle zampe. Una fiammella gli danza negli occhi.
«Cosa c’è,
tesoro?» gli chiede con trepidazione.
«Mi frulla per
la testa un’ideuzza» rispose prudentemente Papà Volpe.
«Quale?»
esclamarono i piccoli. «Dicci, papà!»
«Dài» fece Mamma
Volpe, «su, parla!»
«Ebbene …» disse
Papà Volpe. Poi si fermò, sospirò, scosse tristemente la testa e si risedette.
«Non è buona.
Non funzionerà mai».
«E perché, papà?»
«Perché
bisognerebbe scavare a lungo e nessuno di noi è abbastanza forte per farlo,
dopo tre giorni e tre notti senza mangiare».
«Sì, papà, siamo
forti abbastanza!» gridarono i volpacchiotti.
Papà Volpe
guardò i quattro volpacchiotti e sorrise. “Come sono bravi i miei ragazzi!”
pensava. “Non hanno mangiato nulla da tre giorni e non vogliono darsi per
vinti. Non devo deluderli”.
«Ebbene …
possiamo tentare» disse.
«Andiamo, papà!
Dicci quello che dobbiamo fare!»
Lentamente,
Mamma Volpe si alzò. Soffriva per la fame e per la sete più degli altri ed era
molto indebolita.
«Sono desolata»
disse, «ma credo che non potrò essere di molto aiuto».
«Resta dove sei,
cara» disse Papà Volpe, «ce la caveremo da soli».
Il Pollaio Numero Uno di Olio
«Questa volta
dobbiamo scavare in una direzione ben precisa» disse Papà Volpe, indicando un
angolo verso il basso.
I suoi quattro
figli e lui stesso si rimisero dunque al lavoro.
Scavavano ora
più lentamente, molto più lentamente, ma pieni di coraggio, e, a poco a poco,
la galleria cominciò a ingrandirsi.
«Papà, vorrei
che ci dicessi dove andiamo» disse uno dei figli.
«Non oso dirtelo»
rispose Papà Volpe, «perché il luogo che spero
di raggiungere è così meraviglioso
che impazzireste se ve lo descrivessi. Però, se non lo raggiungessimo, cosa che
è assai probabile, rimarreste terribilmente delusi. Non voglio darvi troppe
speranze, ragazzi».
Per molto tempo,
continuarono a scavare. Per quanto, non lo seppero perché, in quella galleria
oscura, non esisteva né giorno né notte. Alla fine, Papà Volpe diede l’ordine
di fermarsi.
«Credo che
faremmo meglio a dare un’occhiata sopra di noi, ora, per vedere dove siamo. Lo
so dove dovremmo trovarci, ma dire che ne sono proprio sicuro …»
Lentamente,
faticosamente, le volpi cominciarono a scavare verso la superficie. Su e su
finché, all’improvviso, incapparono in qualcosa di duro sopra le loro teste,
che gli impediva di continuare. Papà Volpe si raddrizzò per vedere di cosa si
trattasse.
«E’ legno!» sussurrò. «Tavole di legno».
«E che vuol dire
tutto ciò, papà?»
«Vuol dire»
mormorò Papà Volpe, «a meno ch’io m’inganni completamente, che dovremmo
trovarci sotto la casa di qualcuno. State tranquilli, mentre vado a dare un’occhiata».
Prudentemente,
il Signor Volpe cominciò a spingere una delle tavole, che scricchiolò in
maniera spaventosa. Tutti si acquattarono, temendo che sarebbe accaduto
qualcosa di terribile. Ma non successe nulla. Allora, il Signor Volpe spinse un’altra
tavola. E poi, molto, molto prudentemente, infilò la testa nell’apertura. Si
lasciò sfuggire un grido d’entusiasmo.
«Ce l’ho fatta!»
urlò. «Al primo colpo! Ce l’ho fatta! Ce l’ho fatta!»
Scivolò
attraverso l’apertura e cominciò a battere le zampe e a danzare di gioia.
«Venite!»
gridava. «Venite a vedere dove siete, ragazzi! Che spettacolo per una volpe
affamata! Alleluia! Evviva! Evviva!»
I quattro
volpacchiotti si issarono dalla galleria e … quale meraviglioso spettacolo si
presentò in quel momento ai loro occhi! Si trovarono in un grande capannone e
tutt’intorno l’ambiente rigurgitava di polli. Ve n’erano di bianchi, di bruni e
di neri, a migliaia!
«Il Pollaio
Numero Uno di Olio!» diceva Papà Volpe. «Esattamente dove volevo arrivare! Ho
indovinato in pieno al primo colpo! Non è fantastico? Sono stato davvero
bravissimo!»
I volpacchiotti
erano folli d’entusiasmo. Si misero a correre in tutti i sensi cacciando i
poveri polli. «Aspettate!» ordinò Papà Volpe. «Non perdete la testa!Fermatevi!
Calmatevi! Facciamo le cose per bene! Prima di tutto bisogna bere!»
Così corsero
verso l’abbeveratoio dei polli e bevvero la deliziosa acqua fresca. Poi, il
Signor Volpe scelse tre polli tra i più grassi e, in un batter d’occhio, li
uccise.
«Alla galleria!»
ordinò. «Andiamo! Niente stupidaggini! Più presto andremo, prima si mangerà!»
L’uno dopo l’altro
si calarono nell’apertura del pavimento e presto si ritrovarono nell’oscura
galleria. Il Signor Volpe rimise le tavole al loro posto, molto accuratamente,
in modo che nessuno potesse accorgersi ch’erano state rimosse.
«Figliolo» disse
consegnando i tre grassi polli al più grande dei quattro volpacchiotti, «corri
dalla mamma. Dille di preparare un festino. Dille che saremo di ritorno in un
batter d’occhio, non appena avremo sistemato qualche altra piccola faccenda …»
Quale altra faccenda avrà in mente il Signor Volpe?! ^___* Prossimamente... lo scoprirete! ^___^
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