Riccardo
oggi è arrivato tardi a scuola. Bussa alla porta.
«Avanti!»
esclama la maestra.
Riccardo
entra in aula e la maestra lo fissa con i suoi grandi occhi scuri, a cui non
sfugge nulla.
«Sei
in ritardo» gli dice. «Che cosa è successo?»
Riccardo
vorrebbe dire che la sveglia di casa è un po’ matta, perché a volte suona e a
volte no, per questo è arrivato in
ritardo.
Ma,
invece, chissà perché, dice che la colpa è di quel leone che ha incontrato per
strada.
«Un
leone? Quale leone?» sobbalza la maestra.
«Un
vecchio leone della foresta» spiega Riccardo «venuto in città insieme ai suoi
sette figli leoncini, tutti affamati e con l’acquolina in bocca.»
«Oh!»
esclama la maestra. «Immagino che volessero mangiarti …»
«Niente
affatto!» assicura Riccardo. «Si trattava di leoni molto buoni ed educati, che
volevano sapere dove trovare un ristorante per mangiare pasta al forno, pollo
fritto, pollo arrosto, patatine, ciambellani e una fetta di torta alla vaniglia
e al cioccolato.»
«Ma
guarda un po’» sussurra la maestra, tamburellando con le dita sulla cattedra. «E
tu allora …»
«Io
li ho accompagnati su e giù per la città, in cerca di un buon ristorante,
pulito ed elegante. Ma cerca che ti cerca, niente! Non l’abbiamo trovato!
Allora ho portato il leone e i leoncini nel parco, dove una vecchia signora
vende nocciole, castagne e torrone tostato …»
«Be’»
sospira la maestra «almeno quei poveri leoni si saranno riempiti la pancia!»
«No. »
Riccardo scuote la testa. «Perché un drago che passava di lì ha mangiato in due
soli bocconi nocciole, castagne e torrone della vecchia signora del parco. Era
un drago a due teste, anche lui molto affamato, e allora i miei amici leoni …»
«Sì?»
chiede la maestra.
«Sono
tornati … nella foresta! Ed eccomi qua, ecco perché sono arrivato in ritardo!»
«Davvero
una bella avventura!» sospira ancora la maestra. «Ora vai al tuo posto. Ma
quando torni a casa di’ al tuo papà e alla tua mamma che domani voglio parlare
con loro.»
Riccardo
si siede e per tutta la mattina si domanda cosa mai vorrà dire la maestra ai
suoi genitori. Che si sia accorta che le ha detto una piccolissima bugia?
Quando
Riccardo torna a casa dice: «Mamma, papà, la maestra vuole parlare con voi …»
«E’
successo qualcosa?» chiede un po’ preoccupato il papà.
Riccardo
vorrebbe dire che non è successo niente di speciale a scuola. A parte quella
piccolissima bugia che ha detto alla maestra.
Ma
invece, chissà perché, dice che la maestra gli vuole di certo parlare di quei
topini comparsi tra i banchi.
«Dei
topi?» La mamma sgrana gli occhi. «Dei topi a scuola?»
«Sì!»
assicura Riccardo. «Erano sette topini vestiti di bianco. Hanno scavato una
lunga galleria sotto il giardino, hanno fatto un buco nel muro ed eccoli là …»
«Mmm!»
dice ora il papà. «Non avevo mai sentito parlare di topini vestiti di bianco.»
«Questi
erano topini molto speciali!» ribatte Riccardo. «Topini ammaestrati capaci di
ballare, cantare e suonare la fisarmonica. Il primo si chiamava Bubbolo, il
secondo Bobbolo, il terzo Bibbolo, il quarto Bebbolo e il quinto Babbolo …»
«E
gli altri due?» gli chiede la mamma.
«Ugo
e Girolamo. Ma loro non hanno né cantato né ballato, perché si sono spaventati
tantissimo, quando hanno visto tutti quei leoni …»
«Leoni?
Quali leoni?» Il papà sobbalza sulla sedia.
«Oh, quei
leoni che tornavano nella foresta» spiega Riccardo «perché non avevano trovato
un ristorante dove mangiare pasta al forno, pollo fritto, pollo arrosto,
patatine, ciambelloni e una fetta di torta alla vaniglia e al cioccolato. Erano
passati a scuola per salutarmi, e per dirmi che quel drago a due teste che ha
mangiato in due soli bocconi nocciole, castagne e torrone della vecchia del
parco era un drago cinese a due teste di nome Asdrubaldo, venuto dal cielo a
cavallo di un piccolo aereo dalle ali dipinte di rosso e di giallo. Per questo
i topini Ugo e Girolamo si sono spaventati e la maestra vuole parlarvi!»
«Mi
gira un po’ la testa» sussurra ora la mamma.
«Davvero
una bella avventura.» Il papà invece sorride. «Ora vai a lavarti le mani,
Riccardo. Domani io e la mamma parleremo con la maestra.»
L’indomani
a scuola la mamma, il papà e la maestra parlano tra loro fitto fitto e ogni
tanto guardano Riccardo, che è rimasto un po’ in disparte a disegnare su un
foglio un drago cinese a due teste di nome Asdrubaldo.
Ora
Riccardo è un po’ preoccupato.
Che
cosa starà dicendo la maestra al suo papà e alla sua mamma?
Che
Riccardo ha inventato una grande bugia? Una bugia dalle gambe corte e dal naso
lungo un metro e un miliardo?
Eppure
la maestra adesso sorride.
«Riccardo,
ho detto a mamma e papà … che tu hai una gran fantasia! Però …»
«Però?»
sussurra Riccardo.
«Però
devi prometterci che da oggi dirai sempre la verità. Prometti?»
Riccardo
guarda la maestra e si accorge che anche le sue orecchie sono molto grandi, più
grandi dei suoi occhi scuri, per sentirci meglio, e che forse quelle grandi
orecchie capiscono subito quando un bambino dice una bugia, anche una piccola
piccola.
Così
Riccardo incrocia due dita sul cuore e sta per dire tre volte in un soffio: «Prometto,
prometto, prometto!»
… Ma
invece sta zitto.
Qualcuno
ha bussato alla porta!
«Avanti!»
dice la maestra.
«Permesso!»
Entra in aula un grande leone, seguito da sette leoncini, un drago a due teste,
la vecchia signora del parco e sette topini vestiti di bianco.
«Siamo
venuti a fare festa con il nostro amico Riccardo!» dicono tutti insieme.
Che
festa ragazzi!
Perché
i leoni hanno portato con loro pasta al forno, pollo fritto, pollo arrosto,
patatine, ciambellani e una grande torta alla vaniglia e al cioccolato!
E la
vecchia signora del parco ha portato castagne, nocciole e torrone tostato!
E i
sette topini Bubbolo, Bobbolo, Bibbolo, Bebbolo, Babbolo, Ugo e Girolamo
danzano, cantano e suonano la fisarmonica.
E
quel drago a due teste chiamato Asdrubaldo ha un regalo per mamma e papà, una
sveglia cinese che suona, drin drin!,
a ogni ora, e prepara il caffè alla mattina e pulisce in cucina e se piove ha
persino un ombrello che si apre da solo, e gli fa da cappello!
«Oh,
be’!» dice la maestra.
«Questa
poi!» dicono la mamma e il papà.
Riccardo
invece non dice niente e sorride. Perché ha capito che una bugia non è una vera
bugia, quando si hanno tanti amici …
e
tanta fantasia!
Non me ne voglia l'autore Alberto Melis per aver sostituito il nome del protagonista con il nome del mio pastrugno✿ |
Nessun commento:
Posta un commento