Ti ho amato dal primo istante...

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mercoledì 25 giugno 2014

Bugie, leoni e draghi a due teste



Riccardo oggi è arrivato tardi a scuola. Bussa alla porta.
«Avanti!» esclama la maestra.
Riccardo entra in aula e la maestra lo fissa con i suoi grandi occhi scuri, a cui non sfugge nulla.
«Sei in ritardo» gli dice. «Che cosa è successo?»
Riccardo vorrebbe dire che la sveglia di casa è un po’ matta, perché a volte suona e a volte no,  per questo è arrivato in ritardo.
Ma, invece, chissà perché, dice che la colpa è di quel leone che ha incontrato per strada.
«Un leone? Quale leone?» sobbalza la maestra.
«Un vecchio leone della foresta» spiega Riccardo «venuto in città insieme ai suoi sette figli leoncini, tutti affamati e con l’acquolina in bocca.»
«Oh!» esclama la maestra. «Immagino che volessero mangiarti …»
«Niente affatto!» assicura Riccardo. «Si trattava di leoni molto buoni ed educati, che volevano sapere dove trovare un ristorante per mangiare pasta al forno, pollo fritto, pollo arrosto, patatine, ciambellani e una fetta di torta alla vaniglia e al cioccolato.»
«Ma guarda un po’» sussurra la maestra, tamburellando con le dita sulla cattedra. «E tu allora …»
«Io li ho accompagnati su e giù per la città, in cerca di un buon ristorante, pulito ed elegante. Ma cerca che ti cerca, niente! Non l’abbiamo trovato! Allora ho portato il leone e i leoncini nel parco, dove una vecchia signora vende nocciole, castagne e torrone tostato …»
«Be’» sospira la maestra «almeno quei poveri leoni si saranno riempiti la pancia!»
«No. » Riccardo scuote la testa. «Perché un drago che passava di lì ha mangiato in due soli bocconi nocciole, castagne e torrone della vecchia signora del parco. Era un drago a due teste, anche lui molto affamato, e allora i miei amici leoni …»
«Sì?» chiede la maestra.
«Sono tornati … nella foresta! Ed eccomi qua, ecco perché sono arrivato in ritardo!»
«Davvero una bella avventura!» sospira ancora la maestra. «Ora vai al tuo posto. Ma quando torni a casa di’ al tuo papà e alla tua mamma che domani voglio parlare con loro.»
Riccardo si siede e per tutta la mattina si domanda cosa mai vorrà dire la maestra ai suoi genitori. Che si sia accorta che le ha detto una piccolissima bugia?
Quando Riccardo torna a casa dice: «Mamma, papà, la maestra vuole parlare con voi …»
«E’ successo qualcosa?» chiede un po’ preoccupato il papà.
Riccardo vorrebbe dire che non è successo niente di speciale a scuola. A parte quella piccolissima bugia che ha detto alla maestra.
Ma invece, chissà perché, dice che la maestra gli vuole di certo parlare di quei topini comparsi tra i banchi.
«Dei topi?» La mamma sgrana gli occhi. «Dei topi a scuola?»
«Sì!» assicura Riccardo. «Erano sette topini vestiti di bianco. Hanno scavato una lunga galleria sotto il giardino, hanno fatto un buco nel muro ed eccoli là …»
«Mmm!» dice ora il papà. «Non avevo mai sentito parlare di topini vestiti di bianco.»
«Questi erano topini molto speciali!» ribatte Riccardo. «Topini ammaestrati capaci di ballare, cantare e suonare la fisarmonica. Il primo si chiamava Bubbolo, il secondo Bobbolo, il terzo Bibbolo, il quarto Bebbolo e il quinto Babbolo …»
«E gli altri due?» gli chiede la mamma.
«Ugo e Girolamo. Ma loro non hanno né cantato né ballato, perché si sono spaventati tantissimo, quando hanno visto tutti quei leoni …»
«Leoni? Quali leoni?» Il papà sobbalza sulla sedia.
«Oh, quei leoni che tornavano nella foresta» spiega Riccardo «perché non avevano trovato un ristorante dove mangiare pasta al forno, pollo fritto, pollo arrosto, patatine, ciambelloni e una fetta di torta alla vaniglia e al cioccolato. Erano passati a scuola per salutarmi, e per dirmi che quel drago a due teste che ha mangiato in due soli bocconi nocciole, castagne e torrone della vecchia del parco era un drago cinese a due teste di nome Asdrubaldo, venuto dal cielo a cavallo di un piccolo aereo dalle ali dipinte di rosso e di giallo. Per questo i topini Ugo e Girolamo si sono spaventati e la maestra vuole parlarvi!»
«Mi gira un po’ la testa» sussurra ora la mamma.
«Davvero una bella avventura.» Il papà invece sorride. «Ora vai a lavarti le mani, Riccardo. Domani io e la mamma parleremo con la maestra.»
L’indomani a scuola la mamma, il papà e la maestra parlano tra loro fitto fitto e ogni tanto guardano Riccardo, che è rimasto un po’ in disparte a disegnare su un foglio un drago cinese a due teste di nome Asdrubaldo.
Ora Riccardo è un po’ preoccupato.
Che cosa starà dicendo la maestra al suo papà e alla sua mamma?
Che Riccardo ha inventato una grande bugia? Una bugia dalle gambe corte e dal naso lungo un metro e un miliardo?
Eppure la maestra adesso sorride.
«Riccardo, ho detto a mamma e papà … che tu hai una gran fantasia! Però …»
«Però?» sussurra Riccardo.
«Però devi prometterci che da oggi dirai sempre la verità. Prometti?»
Riccardo guarda la maestra e si accorge che anche le sue orecchie sono molto grandi, più grandi dei suoi occhi scuri, per sentirci meglio, e che forse quelle grandi orecchie capiscono subito quando un bambino dice una bugia, anche una piccola piccola.
Così Riccardo incrocia due dita sul cuore e sta per dire tre volte in un soffio: «Prometto, prometto, prometto!»
… Ma invece sta zitto.
Qualcuno ha bussato alla porta!
«Avanti!» dice la maestra.
«Permesso!» Entra in aula un grande leone, seguito da sette leoncini, un drago a due teste, la vecchia signora del parco e sette topini vestiti di bianco.
«Siamo venuti a fare festa con il nostro amico Riccardo!» dicono tutti insieme.
Che festa ragazzi!
Perché i leoni hanno portato con loro pasta al forno, pollo fritto, pollo arrosto, patatine, ciambellani e una grande torta alla vaniglia e al cioccolato!
E la vecchia signora del parco ha portato castagne, nocciole e torrone tostato!
E i sette topini Bubbolo, Bobbolo, Bibbolo, Bebbolo, Babbolo, Ugo e Girolamo danzano, cantano e suonano la fisarmonica.
E quel drago a due teste chiamato Asdrubaldo ha un regalo per mamma e papà, una sveglia cinese che suona, drin drin!, a ogni ora, e prepara il caffè alla mattina e pulisce in cucina e se piove ha persino un ombrello che si apre da solo, e gli fa da cappello!
«Oh, be’!» dice la maestra.
«Questa poi!» dicono la mamma e il papà.
Riccardo invece non dice niente e sorride. Perché ha capito che una bugia non è una vera bugia, quando si hanno tanti amici …
e tanta fantasia!
Non me ne voglia l'autore Alberto Melis per aver sostituito il nome del protagonista con il nome del mio pastrugno

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