Ti ho amato dal primo istante...

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mercoledì 25 giugno 2014

PICO PECORA

C’era una volta un gregge di pecore, e nel gregge c’era Pico Pecora.
Di giorno il gregge pascolava tranquillo nella brughiera. Alla sera, attorno al fuoco, si raccontavano storie paurose di lupi, e cose simili.
Proprio una bella vita tranquilla.
Un giorno Pico trovò una vecchia bicicletta.
“Se sapessi andare in bicicletta, non dovrei più camminare!” disse.
“Le pecore non vanno in bicicletta, Pico!” disse Benno, il suo amico.
“Posso almeno provarci!” disse Pico.
“Sei sicuro che ci si stia sopra così?” disse Benno.
Pico Pecora sbagliava, ma era contentissimo.
“Appena avrò imparato, lo insegnerò anche a te! E poi andremo a cercare altre biciclette!” disse. Ma Benno scosse il capo, e se ne andò.
Così Pico Pecora cominciò ad andare in bicicletta.
Ma non era una cosa facile.
Alla fine riuscì ad andare in bicicletta senza cadere.
Ma c’erano altri problemi. C’era sempre, sempre, qualcuno sulla sua strada.
“Pista! Pistaaa!” gridava Pico Pecora.
Ma Gianna Pecora non pensava alle biciclette, mentre pascolava.
PATAM!
Volarono in aria due pecore e una bicicletta.
Le pecore del gregge non erano contente di Pico.
“Le pecore non vanno in bicicletta!” disse Pietro.
“Se vuoi andare in bicicletta, fallo lontano da qui!” disse Paola.
Ma essere fuori dal gregge vuol dire essere soli.
Vuol dire diventare stranieri.
Pico Pecora se ne andò, pieno di tristezza.
“Devo imparare a frenare!” pensò Pico. Era facile. Frenare.
“Freno! Freno!” gridava Pico, contento di non andare più a sbattere contro gli ostacoli.
“Pedalare, correre, frenare, curvare, andare senza mani! Chi vuole imparare?” gridava.
“Le pecore non vanno in bicicletta” gli risposero. “La bicicletta crea solo problemi. I nostri genitori andavano in bicicletta? No. I nostri nonni andavano in bicicletta? No, non ci andavano.”
E così via.
Pico Pecora, deluso, se ne andò. Non sopportava più quei belati.
Non avrebbero mai capito com’era bello andare in bicicletta, se non ci provavano!
Ma non volevano provare.
 Con questi tristi pensieri, Pico pedalò nella grande brughiera.
Senza accorgersene, si allontanò parecchio dal gregge.
Veniva sera. Fra poco, pensava Pico Pecora, il gregge si sarebbe seduto attorno al fuoco, a sentire le storie paurose.
“Chissà se qualcuno di loro sentirà la mia mancanza?” pensava Pico, pedalando. “Chissà se verranno a cercarmi?”
Avrebbe voluto tornare indietro, ma non ricordava più la direzione da cui era venuto.
E scese il buio.
Dove si trovava?
Pico cominciò a guardarsi attorno, e a sentire brividi nella schiena.
Avrebbe voluto essere ancora nel gregge, seduto vicino al fuoco.
Gli alberi, appena visibili nel buio, sembravano mostri affamati di carne di pecora.
All’improvviso, sentì qualcosa alle spalle.
Pico Pecora si voltò lentamente.
Nel buio, due occhi chiari lo stavano guardando.
Sentì il cuore battere forte, e il respiro fermarsi … IL LUPO!
Pico Pecora cominciò a pedalare più forte che poteva, sentendo dietro un fiato che lo inseguiva.
Pedala, pedala, a un certo punto vide, in lontananza, il fuoco del gregge.
“Forza!” pensò. “Quasi ce l’ho fatta!”
Ma proprio in quel momento, BUM!, urtò una pietra, volò in aria, e cadde per terra.
Avrebbe voluto gridare, ma non riusciva.
“Sta arrivando!” pensava, guardando il buio. “Sono perduto!”
Chiuse gli occhi, e aspettò.
Una zampa pelosa lo toccò.
Il muso del lupo era vicino.
La bocca del lupo si aprì, e disse:
“Mi fai fare un giro con la tua bici?”
Fu così che Pico e il lupo diventarono amici.

Mentre ascoltava questa storia, domenica scorsa, il pastrugno pensava ai suoi progressi con la bici senza le rotelle! ;)

2 commenti:

  1. Grazie per aver postato questa bellissima favola, la preferita in famiglia ;)

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  2. prego... non so chi tu sia, ma spero che le fiabe e le filastrocche che leggo al mio "pastrugno" piacciano anche a tuo figlio/a!

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