C’era
una volta un gregge di pecore, e nel gregge c’era Pico Pecora.
Di
giorno il gregge pascolava tranquillo nella brughiera. Alla sera, attorno al
fuoco, si raccontavano storie paurose di lupi, e cose simili.
Proprio
una bella vita tranquilla.
Un
giorno Pico trovò una vecchia bicicletta.
“Se
sapessi andare in bicicletta, non dovrei più camminare!” disse.
“Le
pecore non vanno in bicicletta, Pico!” disse Benno, il suo amico.
“Posso
almeno provarci!” disse Pico.
“Sei
sicuro che ci si stia sopra così?” disse Benno.
Pico
Pecora sbagliava, ma era contentissimo.
“Appena
avrò imparato, lo insegnerò anche a te! E poi andremo a cercare altre
biciclette!” disse. Ma Benno scosse il capo, e se ne andò.
Così
Pico Pecora cominciò ad andare in bicicletta.
Ma
non era una cosa facile.
Alla
fine riuscì ad andare in bicicletta senza cadere.
Ma
c’erano altri problemi. C’era sempre, sempre, qualcuno sulla sua strada.
“Pista!
Pistaaa!” gridava Pico Pecora.
Ma
Gianna Pecora non pensava alle biciclette, mentre pascolava.
PATAM!
Volarono
in aria due pecore e una bicicletta.
Le
pecore del gregge non erano contente di Pico.
“Le
pecore non vanno in bicicletta!” disse Pietro.
“Se
vuoi andare in bicicletta, fallo lontano da qui!” disse Paola.
Ma
essere fuori dal gregge vuol dire essere soli.
Vuol
dire diventare stranieri.
Pico
Pecora se ne andò, pieno di tristezza.
“Devo
imparare a frenare!” pensò Pico. Era facile. Frenare.
“Freno!
Freno!” gridava Pico, contento di non andare più a sbattere contro gli
ostacoli.
“Pedalare,
correre, frenare, curvare, andare senza mani! Chi vuole imparare?” gridava.
“Le
pecore non vanno in bicicletta” gli risposero. “La bicicletta crea solo
problemi. I nostri genitori andavano in bicicletta? No. I nostri nonni andavano
in bicicletta? No, non ci andavano.”
E
così via.
Pico
Pecora, deluso, se ne andò. Non sopportava più quei belati.
Non
avrebbero mai capito com’era bello andare in bicicletta, se non ci provavano!
Ma
non volevano provare.
Con
questi tristi pensieri, Pico pedalò nella grande brughiera.
Senza
accorgersene, si allontanò parecchio dal gregge.
Veniva
sera. Fra poco, pensava Pico Pecora, il gregge si sarebbe seduto attorno al
fuoco, a sentire le storie paurose.
“Chissà
se qualcuno di loro sentirà la mia mancanza?” pensava Pico, pedalando. “Chissà
se verranno a cercarmi?”
Avrebbe
voluto tornare indietro, ma non ricordava più la direzione da cui era venuto.
E
scese il buio.
Dove
si trovava?
Pico
cominciò a guardarsi attorno, e a sentire brividi nella schiena.
Avrebbe
voluto essere ancora nel gregge, seduto vicino al fuoco.
Gli
alberi, appena visibili nel buio, sembravano mostri affamati di carne di
pecora.
All’improvviso,
sentì qualcosa alle spalle.
Pico
Pecora si voltò lentamente.
Nel
buio, due occhi chiari lo stavano guardando.
Sentì
il cuore battere forte, e il respiro fermarsi … IL LUPO!
Pico
Pecora cominciò a pedalare più forte che poteva, sentendo dietro un fiato che
lo inseguiva.
Pedala,
pedala, a un certo punto vide, in lontananza, il fuoco del gregge.
“Forza!”
pensò. “Quasi ce l’ho fatta!”
Ma
proprio in quel momento, BUM!, urtò una pietra, volò in aria, e cadde per
terra.
Avrebbe
voluto gridare, ma non riusciva.
“Sta
arrivando!” pensava, guardando il buio. “Sono perduto!”
Chiuse
gli occhi, e aspettò.
Una
zampa pelosa lo toccò.
Il
muso del lupo era vicino.
La
bocca del lupo si aprì, e disse:
“Mi
fai fare un giro con la tua bici?”
Fu
così che Pico e il lupo diventarono amici.
Mentre ascoltava questa storia, domenica scorsa, il pastrugno
pensava ai suoi progressi con la bici
senza le rotelle! ;)
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Grazie per aver postato questa bellissima favola, la preferita in famiglia ;)
RispondiEliminaprego... non so chi tu sia, ma spero che le fiabe e le filastrocche che leggo al mio "pastrugno" piacciano anche a tuo figlio/a!
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