Ti ho amato dal primo istante...

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lunedì 25 novembre 2013

Indovina chi viene a cena?

«Era anziana, la signora Olga e viveva sola, in cima alla collina.
Era cieca, la signora Olga, ma sapeva benissimo dove si trovavano mestolo e frullatore, basilico e zucchero a velo, noce moscata e carta da forno, perché cucinare era la sua passione.
La signora Olga cucinava tutto il giorno.
A casa sua non c'erano orologi, ma lei sapeva perfettamente quand'era ora di cena perché aveva un udito finissimo, il migliore di tutta la città.
Con l'orecchio appoggiato alla porta, la signora Olga ascoltava i suoi ospiti incamminarsi, arrampicarsi, saltellare, incespicare su per la collina, e così sapeva che era ora di buttare la pasta.
La signora Olga aveva ogni sera un ospite diverso e ogni ospite aveva i suoi passi.
I passi metallici di quella sera ad esempio, erano senz'altro quelli di ...
          ... un uomo di latta!
La signora Olga indovinava sempre.
Anche se ogni sera un nuovo invitato aveva bussato alla sua porta, lei non ne aveva dimenticato nemmeno uno. Ogni ospite le aveva raccontato le sue avventure, le avventure dei suoi amici e addirittura quelle dei suoi conoscenti.
Qualche volta alla signora Olga sembrava di conoscere il mondo intero.
Fra i suoi invitati c'erano stati tre moschettieri, tre uomini in barca, un fantasma e una fanciulla dai capelli turchini.
Una balena bianca le aveva chiesto se poteva nascondersi sotto il tavolo perché dei terribili cacciatori la stavano cercando.
Una sera, mentre attendeva con l'orecchio accostato alla porta, un ragazzino le aveva bussato alla finestra dichiarando che nella sua vita avrebbe fatto tutto, ma proprio tutto sugli alberi e che mai e poi mai sarebbe sceso.
- Va bene, va bene ... - l'aveva tranquillizzato la signora Olga, mentre lui usava un rametto per mangiare il minestrone.
La sera dopo, la signora Olga aveva cucinato degli squisiti spaghetti al ragù, ma il suo ospite, lamentandosi del fatto che nella sua cucina c'erano dei giganti, non li aveva nemmeno assaggiati.
Lei aveva cominciato a mangiare prima che si raffreddassero, mentre il valoroso ospite combatteva furiosamente contro il suo ventilatore.
Un'altra sera, un giovanotto elegante si era presentato col suo ritratto sottobraccio e aveva mangiato di gusto tutto quello che aveva nel piatto. E poi aveva mangiato anche tutto quello che c'era sulla tavola e nel piatto della signora Olga. Aveva chiesto se ce ne fosse ancora.
Ancora, ancora, ancora.
Quando anche il frigorifero della signora Olga fu completamente vuoto, il giovanotto non sembrava ingrassato nemmeno di un grammo. Il suo ritratto invece, era talmente grasso da non entrare più nella cornice. "Strano..." aveva pensato la signora Olga.
- Strano! Fantastico! Spaventoso! - commentava la signora Olga ad ogni racconto dei suoi ospiti.
E ogni sera, a cena finita: - Delizioso! Genuino! Squisito! - commentavano i suoi ospiti.
Ripulivano ben bene i loro piatti e non smettevano mai di raccontare le loro avventure prima di  ...
           ... aver accompagnato la signora Olga a letto e atteso fino a che si fosse addormentata.
Poi, come ogni notte, la porta della signora Olga si richiudeva senza far rumore.
Dietro la stessa porta, sua nipote Nina si infilava le mani in tasca e tornava verso casa.
Non aveva niente con sé, nemmeno un libro.
Non aveva bisogno di libri  perché l'indomani, come ogni giorno, sarebbe tornata in biblioteca e avrebbe cercato di memorizzare ogni dettaglio di una nuova, affascinante storia entro l'ora di cena.
Nina sapeva molto bene che l'udito di nonna Olga era il più fine di tutta la città e che lei avrebbe riconosciuto fin dietro una porta chiusa il rumore di una pagina.
Il lieve fruscio di una pagina che gira, proprio come questa.»   (Eva Montanari)

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