Ti ho amato dal primo istante...

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giovedì 18 aprile 2013

A GIOCARE COL BASTONE



«Giocare: un pianeta bellissimo dove regna la meravigliosa fantasia dei bambini ... la fantasia dei bambini è magica ... fa "viaggiare" e fa vedere cose che solo un cuore puro può vedere... Non spegnamo in fretta la loro fantasia ... lasciamoli giocare ... e impariamo da loro...» (Mamma Mi)



A GIOCARE COL BASTONE

Un giorno il piccolo Riccardo* giocava sotto il portone, e sulla strada passò un bel vecchio con gli occhiali d'oro, che camminava curvo, appoggiandosi a un bastone, e proprio davanti al portone il bastone gli cadde. Riccardo fu pronto a raccoglierlo e lo porse al vecchio, che sorrise e disse: «Grazie, ma non mi serve. Posso camminare benissimo senza. Se ti piace, tienilo.»
E senza aspettare risposta si allontanò, e pareva meno curvo di prima. Riccardo rimase lì col bastone fra le mani e non sapeva che farne. Era un comune bastone di legno, col manico ricurvo e il puntale di ferro, e niente altro di speciale da notare.
Riccardo picchiò due o tre volte il puntale per terra, poi, quasi senza pensarci, inforcò il bastone ed ecco che non era più un bastone, ma un cavallo, un meraviglioso puledro nero con una stella bianca in fronte, che si slanciò al galoppo intorno al cortile, nitrendo e facendo sprizzare scintille dai ciottoli.
Quando Riccardo, meravigliato e un po' spaventato, riuscì a rimettere il piede a terra, il bastone era di nuovo un bastone, e non aveva zoccoli ma un semplice puntale arrugginito, né criniera, ma il solito manico ricurvo.
«Voglio riprovare», decise Riccardo, quando ebbe ripreso fiato.
Inforcò di nuovo il bastone, e stavolta esso non fu più un cavallo, ma un solenne cammello a due gobbe, e il cortile era un immenso deserto da attraversare, ma Riccardo non aveva paura e scrutava in lontananza, per veder comparire l'oasi.
«E' certamente un bastone fatato», si disse Riccardo, inforcandolo per la terza volta. Adesso era un'automobile da corsa, tutta rossa, col numero scritto in bianco sul cofano, e il cortile una pista rombante, e Riccardo arrivava sempre primo al traguardo.
Poi il bastone fu un motoscafo, e il cortile un lago dalle acque calme e verdi, e poi un'astronave che fendeva lo spazio, lasciandosi dietro una scia di stelle.
Ogni volta che Riccardo rimetteva il piede a terra il bastone riprendeva il suo pacifico aspetto, il manico lucido, il vecchio puntale.
Il pomeriggio passò veloce tra quei giochi. Verso sera Riccardo si riaffacciò per caso sulla strada, ed ecco di ritorno il vecchio dagli occhiali d'oro. Riccardo lo osservò con curiosità, ma non poté vedere in lui niente di speciale:era un vecchio signore qualunque, un po' affaticato dalla passeggiata.
«Ti piace il bastone?» egli domandò sorridendo a Riccardo.
Riccardo credette che lo rivolesse indietro, e glielo tese, arrossendo.
Ma il vecchio fece cenno di no.
«Tienilo, tienilo» disse. «Che cosa me ne faccio, ormai, di un bastone? Tu ci puoi volare, io potrei soltanto appoggiarmi. Mi appoggerò al muro e sarà lo stesso.»
E se ne andò sorridendo, perché non c'è persona più felice al mondo del vecchio che può regalare qualcosa ad un bambino.


(Gianni Rodari, "favole al telefono"... *ho variato il nome del bambino della storia: nella storia il bimbo si chiama Claudio... ma...... questa pagina è dedicata al mio pastrugno... :P ♥)

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