Ti ho amato dal primo istante...

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giovedì 18 aprile 2013

LE LANCETTE DELL'OROLOGIO.

C’era una volta un bambino che si chiamava Riccardo. Riccardo viveva in un appartamento al piano terra con la sua mamma e il suo papà.
Era un bambino sereno e amava moltissimo i suoi genitori. Accompagnava il papà a fare la spesa, aiutava la mamma a riordinare la casa dopo aver giocato e mentre lei cucinava giocava vicino a lei.
Ma uno dei momenti felici era anche quando arrivavano i nonni a casa con sempre qualche sorpresa per lui.
I nonni lo coccolavano e trascorrevano un po’ di tempo insieme. Andavano a passeggiare al parco, giocavano a pallone o con la bici o il monopattino. Qualsiasi cosa fosse non faceva differenza. A Riccardo piaceva stare con i suoi nonni e quei momenti erano belli. Un giorno, però, i nonni di Riccardo dovettero cambiare casa. Erano tutti molto contenti. Si trattava di una bella casa.
L’unico problema era che adesso i nonni non venivano più a casa sua. Riccardo li aspettava ma non arrivavano …
Così una sera, mentre era già sotto le coperte, la mamma lo vide triste e gli chiese cosa avesse. “Mi mancano i nonni, mi mancano i giochi che facevo con loro.”
Allora la mamma prese una grossa sveglia quadrata che stava sul mobile della sala.
“Vedi questa sveglia?” gli chiese.
“Certo” disse Riccardo.
“Vedi queste due lancette? La grande e la piccola siete tu e i nonni. Tu sei quella piccola che va per la sua strada e gira pian piano, come dovrebbe fare un bambino. Loro sono la lancetta grossa che gira veloce perché ci sono tante cose che devono fare. Vedi, queste due lancette sono legate alla base perché si vogliono molto bene, ma non riescono mai a incontrarsi.”
Riccardo capì bene quello che la sua mamma voleva dire.
“Bene Riccardo, hai qualche idea su cosa potremmo inventarci per far incontrare le due lancette, senza fermare l’orologio?”
Riccardo ci pensò un po’ su. “Se la lancetta piccola desse qualcosa alla lancetta grande quando si incontrano” disse alla mamma “forse non avrebbero tempo per stare insieme ma almeno continuerebbero a sentirsi vicini.”
“Questa mi sembra una grande idea, Riccardo. Ma siccome i nonni non abitano vicini, li chiameremo al telefono.”
Così fecero ogni sera. E sia Riccardo sia i nonni sapevano quanto erano importanti l’uno per gli altri e viceversa.

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