Ti ho amato dal primo istante...

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lunedì 22 aprile 2013

BIANCANEVE E I SETTE NANI

Altra favola storica e resa celebre da Walt Disney (infatti spesso si ricorda di più la versione disneyana rispetto ad altre...) è la favola "Biancaneve e i sette nani" ...famosa favola dei fratelli Grimm... una delle più amate da bambini e bambine... ;) ebbene... ecco la "nuova" versione che io e il mio pastrugno abbiamo trovato... a noi piace... spero anche a voi... Eccola! ;)

BIANCANEVE E I SETTE NANI

In un magnifico castello, c’era una volta una regina che cuciva seduta accanto a una finestra dall’intelaiatura di legno nero di ebano. Era pieno inverno, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo leggeri come piume e tutt’intorno regnava un silenzio pieno di pace. Per goder meglio di quello spettacolo, la regina si alzò, aprì la finestra, si sporse un poco per respirare quell’aria frizzantina e, inavvertitamente, la sua mano si appoggiò sul davanzale su cui aveva posato l’ago. Fu così che si punse un dito e caddero nella neve tre gocce di sangue. Il rosso era così bello su quel candore, che pensò: “Oh, potessi avere una bambina bianca come la neve, rossa come la forza del sangue e dai capelli neri come il legno della finestra! Custodirò questo desiderio nel più profondo del mio cuore, ci penserò ogni giorno fino a quando esso si realizzerà!”.
Quella saggia regina conosceva … il Segreto: se desideri qualcosa, pensaci ogni giorno con intensità. Disegna un’immagine di quel che vuoi, passa molto tempo a guardarla e senti nel tuo cuore che questa cosa … tu ce l’hai già! Puoi star certo che il tuo desiderio troverà la strada per arrivare fino a te!
E così fu.
Dopo un po’ di tempo, infatti, il suo desiderio si realizzò: la regina diede alla luce una figlioletta bianca come la neve, con le gote rosse come il sangue e coi capelli neri come l’ebano.
Fu chiamata Biancaneve. Ma, quando la piccola nacque, sua madre, la buona regina, morì.
Il re era disperato e non sopportava la solitudine, così, dopo un anno, prese un’altra moglie; era tanto bella quanto vanitosa e prepotente, e non poteva sopportare che esistesse nel reame una donna più bella di lei. Possedeva uno specchio magico, al quale ogni mattina domandava: - Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
E lo specchio, puntualmente, rispondeva: - In tutto il regno, Maestà, non c’è una donna più bella di te.
A quella risposta, la regina si riempiva di orgoglio, perché sapeva che lo specchio magico poteva dire soltanto la verità.
Intanto Biancaneve cresceva, e diventava sempre più bella: era bella come la luce del giorno e ancor più bella … della regina stessa! Accadde così che una mattina, interrogando come sempre lo specchio … - Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? – la regina si sentisse rispondere … - Ora, Maestà, nel regno c’è una donna più bella di te … E’ Biancaneve, la figlia del re.
La regina restò senza parole e diventò verde e gialla d’invidia. 



Attenta regina … comprendo la rabbia che in cuor ti martella,
abituata da sempre ad esser la più bella.
Ti ricordo però che è Legge di natura:
ogni cosa muta, cambia forma … e poi s’oscura.
Ogni essere vive le diverse stagioni senza tormento,
tu pure … osserva la natura, accetta il cambiamento!

Ma questo la superba regina proprio non riusciva ad accettarlo, le cresceva ogni giorno sempre più dentro questa forza distruttiva, più forte della sua stessa volontà. Da quel momento incominciò a odiare Biancaneve per la sua bellezza. Il tempo passava e ogni giorno una goccia di invidia e una di superbia cadevano nel cuore della regina, fino a che il suo cuore ne fu colmo. Odiava così tanto Biancaneve che non trovava pace. Perché è proprio così: l’odio è un’energia molto forte che toglie pace nel cuore. Ma … si può trasformare, vedrai …
Così, un giorno, chiamò un suo servo fedele e gli ordinò: - Porta la bambina nel bosco, non la voglio più vedere. Uccidila, e portami i suoi polmoni e il suo fegato, così sarò certa che hai eseguito i miei ordini.
Il servo obbedì e condusse Biancaneve lontano; ma, quando estrasse il coltello per trafiggere il suo cuore innocente, la piccola si mise a piangere e disse: - Mio buon servo, lasciami vivere, abbi pietà di me! Fuggirò oltre i sette monti, nella foresta selvaggia, e non tornerò mai più al castello. Ma, prima, dimmi una cosa: perché vuoi uccidermi? Che male ti ho fatto? – Non mi hai fatto alcun male, dolce tesoro, eseguo solo un ordine … - le rispose il pover’uomo con un filo di voce. – La regina … la tua matrigna … ti prego, non farmi dire altro, è troppo penoso per me persino parlarne …




Oh servo dalla corta memoria …
non ti ha insegnato niente la storia?
Ognuno è responsabile di ogni cosa che fa!
Ogni azione che si compie muove l’Energia che nulla dimenticherà …
e attirerai nella tua vita, non è un inganno,
le cose che presto ti succederanno!
Chi osserva la natura presto lo coglie:
quel che si semina … si raccoglie!

Da dove arrivava la voce che il servo aveva udito? … Intorno a loro non c’era nessuno, davanti solo il fitto del bosco, dietro la strada deserta … Forse il bosco era incantato …
L’uomo non ci pensò troppo, ma sentì spalancarsi il suo cuore e un grande senso di pace ne raggiunse ogni più piccola parte … - Sì – disse soltanto, e in quello stesso istante seppe senza paura che cosa doveva fare.
“Tornerò al castello. Prima, però, pensiamo alla regina” rifletté astutamente tra sé e sé. “Se tornerò senza i polmoni e il fegato che mi ha chiesto, certamente mi punirà … Qui occorre un rimedio …”.
In pochi sanno che quel servo era anche un profondo conoscitore delle erbe magiche, delle quali aveva imparato molto bene il potere e da cui ricavava rimedi per ogni sorta di mali. La Natura offre rimedi per ogni problema … basta conoscerla.
Immediatamente si mise alla ricerca dell’erba chiamata Calaluna, capace di cancellare anche il più lontano ricordo e, quando l’ebbe trovata, ne prese quanta ne occorreva, la mise nella sua bisaccia e si preparò per riprendere il cammino. Prima però abbracciò Biancaneve per l’ultima volta e le disse: - So che sentirai la paura quando ti inoltrerai nel fitto del bosco … ti comprendo, perché se dovessi attraversare io quel bosco avrei paura proprio come te. Tuttavia, voglio svelarti il modo per superare la paura: quando la sentirai salire e invadere tutto il tuo corpo tu … pensa alla paura con Amore: immagina di abbracciarla, di camminare insieme a lei; dille “Vieni con me, non sei da sola, ti accompagnerò io” … e vedrai che lei sparirà.
Detto questo, si avviò.
Tornato che fu, svelto confezionò un prezioso distillato con l’erba Calaluna e alcune altre erbe segrete – che non ha voluto svelarmi! – e si recò dalla regina. Subito le offrì una coppa di vino, dentro cui aveva versato tutto il contenuto del magico composto! La regina lo bevve … e presto dimenticò quale orrenda richiesta aveva fatto al fidato servo.
Intanto la povera Biancaneve, sola e spaventata, si addentrava sempre di più nel folto della foresta. Persino il fruscio delle foglie le metteva paura! Correva fra i rovi e le spine, inciampava, si risollevava, ritornava a correre. Temeva che gli animali selvatici potessero attaccarla ma, guardandosi attorno, non trovava rifugio. Fu molto stupita quando si accorse che al suo passaggio gli animali si fermavano, la lasciavano passare e poi riprendevano il loro cammino … perché la Natura protegge sempre i cuccioli.
E, quando la paura si fece fortissima … fece come le aveva suggerito il servo: l’abbracciò, le parlò, non la fece sentire sola. In questo modo la paura si calmò e si sciolse come ghiaccio al sole. Biancaneve in quel momento capì che non è importante che le persone siano sempre accanto a noi … se noi custodiamo nel cuore la forza e la saggezza dei loro insegnamenti.
Mentre camminava e nella sua mente scorrevano tutti questi pensieri … si accorse che stava scendendo la sera. Fortunatamente, in lontananza vide una casettina e decise di entrarci per riposarsi.
Nella casetta tutto era piccino, pulito, ordinato e molto accogliente. C’era una tavola apparecchiata con gran cura con sette piattini: ogni piattino col suo cucchiaino, sette coltellini, sette forchettone e sette bicchierini. Lungo la parete, l’uno accanto all’altro, c’eran sette lettini, coperti da candide lenzuola.
Biancaneve, che aveva tanta fame e tanta sete, mangiò un po’ di pietanza da ogni piattino, prese un pezzetto di pane da ognuno dei sette panini e bevve un goccio d’acqua da ogni bicchierino.
Era così stanca che pensò di riposarsi sul primo lettino, ma era troppo corto. Provò il secondo, ma era troppo duro. Si allungò sul terzo, ma era troppo morbido … Giunta al settimo, era talmente sfinita che si buttò di traverso su tutti quanti i lettini e si addormentò.
Quando fu completamente buio, arrivarono i padroni di casa: erano i sette nani, che tornavano dalle miniere tra i monti, dove scavavano alla ricerca di oro e di pietre preziose.
Accesero le loro sette candeline e, quando la casetta fu illuminata, con grande stupore si accorsero che qualcuno doveva essere entrato in loro assenza, perché non era tutto in ordine come lo avevano lasciato.
Il primo disse: - Chi si è seduto sulla mia seggiolina?
Il secondo: - Chi ha mangiato dal mio piattino?
Il terzo: - Chi ha preso un po’ del mio panino?
Il quarto: - Chi ha mangiato un po’ della mia pietanzina?
Il quinto: - Chi ha usato la mia forchettina?
Il sesto: - Chi ha tagliato col mio coltellino?
Il settimo: - Chi ha bevuto dal mio bicchierino?
Poi andarono verso i loro lettini, sollevarono insieme le loro sette candeline e illuminarono … Biancaneve che dormiva saporitamente! – Oh, che meraviglia questa bambina! – sussurrarono i nani pieni di felicità; e, per non svegliarla, quella notte rinunciarono volentieri a dormire nei loro letti.
La mattina seguente, al suo risveglio, Biancaneve vide sette piccoli uomini che dormivano sui morbidi tappetini ai piedi di ciascun letto … e si spaventò!
Ma essi le sorrisero e le domandarono gentilmente: - Come ti chiami? – Mi chiamo Biancaneve – rispose la piccola. – Come sei arrivata in casa nostra? – chiesero ancora i curiosi nani.
Biancaneve raccontò che la sua matrigna aveva ordinato al suo servo di ucciderla, ma che questi le aveva salvato la vita. Così lei aveva corso tutto il giorno nella foresta che le faceva tanta paura, finché, a sera, aveva trovato la loro casina.
Il terzo nano disse ridendo: - C’è sempre un posto in cui rifugiarsi, persino nelle foreste più buie e paurose! – Rimani con noi! – propose il secondo nano. – Siete tanto cari, ma come potrò ripagare la vostra gentilezza? I nani risposero in coro: - Potresti occuparti della nostra casa, cucinare, fare i letti, lavare, cucire e tener tutto in ordine e ben pulito … se ti fa piacere. – Sì – disse Biancaneve con tutto il cuore. – Mi farebbe immensamente piacere … Rimarrò.
E rimase.
Teneva in ordine la casa e si occupava amorevolmente di loro. Al mattino essi partivano per i monti, in cerca di pietre preziose e d’oro, la sera tornavano ed erano accolti da una cena fumante, un profumo di pulito che si spandeva per tutta la casa e, soprattutto, dal magnifico sorriso di Biancaneve.
Prima di partire per il lavoro, ogni mattina, i nani raccomandavano affettuosamente alla bimba: - Stai attenta alla tua matrigna … presto saprà che sei qui e verrà a cercarti: non aprire a nessuno.
Intanto nel castello, come ogni giorno la regina interrogava il suo specchio … - Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
E lo specchio rispose: - Su tutto il reame brilla come una stella … una fanciulla molto bella: è Biancaneve, la figlia del re … che è mille volte più bella di te! Vive felice fra i monti lontani … nella casetta dei sette nani.
La regina impallidì e in quel momento si accorse che il suo servo l’aveva ingannata, perché Biancaneve era ancora viva.
Allora pensò e ripensò a come poteva liberarsi di lei, poiché il pensiero di non essere la più bella era per lei davvero insopportabile.
Pensa e ripensa, decise di tingersi la faccia e travestirsi da vecchia merciaia, in modo da rendersi del tutto irriconoscibile. Così trasformata, attraversò i sette monti, e percorse tutto il bosco fino alla casa dei sette nani.
Appena giunta, bussò alla porta e gridò: - Merce preziosa, merce preziosa! Comprate, comprate!
Biancaneve diede un’occhiata dalla finestra e gridò: - Buongiorno, brava donna, cos’avete da vendere? – Tutta merce di prima qualità – rispose la vecchia – nastri colorati di tutti i colori … - e ne tirò fuori uno, di seta variopinta.
“Questa è una brava donna, posso lasciarla entrare” pensò Biancaneve; aprì la porta e si comprò un bel nastro rosso. – Bambina – disse la vecchia – come sei conciata! Vieni qui e lascia che ti aiuti io ad allacciarti questo nastro come si deve.
La fanciulla le si mise davanti fiduciosa e si lasciò allacciare il nastro sul vestito; ma la vecchia strinse tanto, e così rapidamente, che a Biancaneve mancò il respiro e cadde come morta. – Ora non sei più la più bella! – sghignazzò la regina-mercante, e corse via.
Presto si fece sera e tornarono i sette nani: come si spaventarono, vedendo la loro cara Biancaneve stesa a terra, rigida, come morta! La sollevarono e, vedendo che il nastro era troppo stretto in vita, lo tagliarono. Allora Biancaneve cominciò a respirare debolmente e poco a poco si rianimò. Appena riuscì a parlare, raccontò loro l’accaduto. I sette nani si guardarono e le dissero: - La vecchia merciaia altri non era che la tua crudele matrigna; sta’ attenta e non lasciar entrare nessuno, se non ci siamo anche noi.
La spavalda regina, appena tornata al castello, andò davanti allo specchio e chiese: - Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
Come al solito, lo specchio rispose con sincerità: - Regina, la più bella qui sei tu; ma al di là di monti e piani … presso la casetta dei sette nani, Biancaneve lo è molto di più. A queste parole, il sangue le affluì tutto al cuore e, andando su e giù per la stanza come una tigre in gabbia, pensò: “Adesso basta! Troverò il modo di liberarmi definitivamente di te!”. E, siccome s’intendeva anche lei un bel po’ di stregoneria, preparò un pettine avvelenato. Poi si travestì e prese l’aspetto di un’altra vecchia. Passò i sette monti fino alla casa dei sette nani, bussò alla porta e gridò: - Donne, donne … accorrete! E’ arrivata la “bancarella dei desideri”!
Biancaneve guardò fuori e disse: - Andate pure, non posso lasciar entrare nessuno … - Ma guardare ti sarà pur permesso … - disse la vecchia; tirò fuori il pettine avvelenato e lo sollevò per mostrarglielo.
A Biancaneve piaceva tantissimo e, presa dall’entusiasmo, dimenticò le raccomandazioni amorevoli dei nani e … aprì la porta per comprare quel pettine!
Conclusa la compera, la vecchia disse: - Adesso voglio pettinarti per bene.
Biancaneve ingenuamente, non sospettando di nulla, lasciò fare; ma non appena quella vecchina le mise il pettine fra i capelli … il veleno agì e la fanciulla cadde a terra svenuta!
– Eccola qui la più bella del reame … - disse l’invidiosa regina. – E’ finita per te! – e se ne andò. Ma per fortuna era quasi sera e i sette nani stavano per tornare. Quando videro Biancaneve stesa di nuovo a terra come morta, sospettarono subito della matrigna, cercarono e trovarono il pettine avvelenato. Appena l’ebbero tolto, Biancaneve lentamente si riprese e narrò quel che era accaduto. E così, di nuovo e più calorosamente, le raccomandarono di non aprire per nessuna ragione la porta a nessuno.
Appena fu a casa, la regina si mise allo specchio e disse: - Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
E ancora una volta lo specchio rispose: - Regina, la più bella qui sei tu; ma al di là di monti e piani … presso la casetta dei sette nani, Biancaneve lo è molto di più. A tali parole, la regina rabbrividì e iniziò a tremar tutta per la collera. – Biancaneve morirà! – gridò. – Dovesse costarmi la vita!
Andò in una stanza segreta dove non entrava mai nessuno e, sfruttando le sue doti magiche, preparò una mela velenosissima, ma così velenosa che chi ne avesse mangiato anche un solo boccone … sarebbe morto!
Quando la mela fu pronta, si tinse il viso e si travestì da contadina, e ancora una volta si incamminò verso i monti fino alla casa dei sette nani.
Bussò, Biancaneve si affacciò alla finestra e disse: - Buongiorno, non posso lasciar entrare nessuno, i sette nani me l’hanno proibito. Mi dispiace. – Non importa - rispose la regina-contadina, senza lasciarsi scoraggiare – le mie mele le posso vendere lo stesso anche attraverso la finestra. Ma tu sei una bambina così bella e obbediente, che a te voglio regalarla. Prendi. – No – rispose Biancaneve – non posso nemmeno accettar nulla. – Hai paura? – disse la vecchia. – Guarda, la divido a metà: tu mangerai la parte rossa, io quella bianca.
Ma la mela era fatta con tanta arte che soltanto la metà rossa era avvelenata.
Biancaneve aveva l’acquolina in bocca di fronte a quella succosa mela e, dopo aver visto che la contadina mangiava la sua metà, si decise a mordere la sua quando … - Figlia mia, fermati! – si sentì dire da dietro gli alberi di betulle. Era il re, suo padre! Finalmente l’aveva trovata! – Oh padre mio, pensavo che non ti avrei rivisto mai più! – piangeva Biancaneve. Nel dir questo corse ad aprire la porta e gettò le braccia al collo del re suo padre, che non poté trattenere la commozione. I due si abbracciarono a lungo in silenzio … perché la felicità non è fatta di parole. Dopo qualche istante però, incredibilmente, il re si staccò dall’amata figlioletta … e andò ad abbracciare la regina! La strinse forte a sé dicendole: - Mi dispiace tanto che tu abbia sofferto fino al punto da organizzare tutto questo. Tu per me sei la più bella non solo del reame, ma del mondo intero! E lo sarai sempre, anche quando qualche ruga comparirà sul tuo viso, anche quando la tua bellezza comincerà ad appassire. So che sarà così perché io vedo la bellezza nei tuoi occhi e nel tuo cuore, e questa non muta col tempo, anzi cresce sempre di più. Se non avessi visto in te questa bellezza eterna, non ti avrei mai chiesto di diventare la mia sposa. La strinse forte al suo cuore e la regina cominciò a piangere e a piangere, così forte che il suo dolore venne udito in tutta la valle. Arrivò persino alle miniere dove i sette nani stavano lavorando. Nell’udir questo pianto, e pensando che provenisse dalla loro amata Biancaneve, i nani gettarono a terra i picconi e si precipitarono a casa per vedere che cosa fosse successo.
La scena che trovarono fu a dir poco stupefacente … La regina, con tutto il trucco colato sul volto a causa del pianto, si staccò dal re, andò ad abbracciare Biancaneve e le sussurrò fra le lacrime: - Perdonami …
Biancaneve, frastornata da tutti quegli eventi ma felice, comunque, di aver lì la sua famiglia, accettò l’abbraccio della regina, la strinse forte, le sorrise e le disse: - E’ tutto perdonato … mamma! Era la prima volta che Biancaneve chiamava così la sua matrigna e qualcosa in quel momento, come un sole, si accese nel cuore di tutte e due.
Quel qualcosa è ciò che non ha mai avuto inizio e non avrà mai fine … è l’Amore Eterno che è destinato a trionfare.
Poco lontano il servo guardava e in cuor suo sorrideva. A lui si era rivolto il re disperato perché non trovava più la sua figliola. In quel momento, per la seconda volta, l’uomo aveva deciso di seguire quel che gli suggeriva il cuore, perché anche lui era padre, e aveva avuto compassione del re. Aveva quindi deciso di raccontargli tutto quel che era successo e si era offerto di seguire, insieme al re, la regina travestita da contadina, sapendo che li avrebbe portati da Biancaneve. Ora finalmente il re, la regina e Biancaneve poterono abbracciarsi e tornare insieme, sapendo che, qualunque difficoltà avesse avuto uno di loro tre, poteva sempre contare sull’amore e sull’aiuto degli altri, perché anche questo è il valore di una famiglia.
Insieme a loro, 
per aiutare il re nella sua impresa, si era mosso il giovane principe del Regno delle Ventun Piccole Storie. Era questo il regno dell’Arte e della Poesia.Questo era il luogo in cui ogni abitante trascorreva il tempo ad ammirare la Bellezza e la perfezione della Natura, a migliorare i suoi talenti mettendoli a disposizione degli altri. E a sera – ogni sera! – Ventun Piccole Storie venivano narrate per deliziare l’animo di tutti.
Dal primo istante in cui la vide, il principe non riuscì a distogliere lo sguardo da Biancaneve … ne fu rapito, incantanto! Era davvero una fanciulla di rara bellezza, ma non era solo bella. Aveva un animo nobile e generoso: era riuscita a perdonare i gravi torti che la matrigna le aveva fatto … aveva davvero un cuore puro. Il principe desiderò di farne la sua sposa. Al re padre certo non era sfuggito, fin dal primo momento, lo sguardo luminoso del principe che guardava la sua bambina … Già, la sua bambina … in tutto questo tempo era cresciuta, era diventata una donna, e presto avrebbe dovuto lasciarla andare perché potesse realizzare la sua vita.
Anche Biancaneve si era accorta dello sguardo ardente del principe e lo ricambiava. I due continuavano a guardarsi senza riuscire a parlare. Il buon padre capì che cosa stava accandendo e, prendendo Biancaneve per mano, la condusse dal principe, che subito disse: - Sire, mi sono innamorato in un istante di vostra figlia e, se lei mi vorrà, io desidero farne la mia regina! – Che cosa ne pensi Biancaneve? Cosa ti suggerisce il cuore – domandò il padre. La giovane, tutta rossa in volto (come la mela che per fortuna non aveva mangiato …), si fece forza, alzò lo sguardo pieno d’amore e … non si sa se sia stata lei oppure il suo cuore a dire soltanto … - Sì! - Questo è un giorno da ricordare! – disse sorridendo il re, - Domani verranno celebrate le nozze e voi … - continuò rivolgendosi ai sette nani, che nel frattempo avevano assistito a tutta la scena commossi – sarete gli ospiti d’onore! Io vi sono riconoscente per aver accolto mia figlia ed esservi presi cura di lei, in mia assenza. – Evviva! – esultarono i sette nani; e poi tutti insieme abbracciarono Biancaneve e con gli occhi lucidi per la commozione le dissero … - Ci mancherai. – Anche voi mi mancherete, miei insostituibili amici, ma ci vedremo spesso, ve lo prometto! Verrò spesso a trovarvi nella vostra casetta e spesso verrete voi da me e trascorreremo molto tempo insieme!
Arrivò in un battibaleno il mattino successivo, quello delle nozze di Biancaneve. I nani tirarono fuori dai loro piccoli armadi il vestitino della festa: erano elegantissimi! Giunsero a corte poco prima che iniziasse la cerimonia e, quando videro Biancaneve … oh, non ci sono parole per descrivere il loro stupore! Quanto era bella, radiosa, felice!
Si avvicinarono a lei e le consegnarono i loro sette doni. – Ti dono la Fiducia affinché tu possa sapere che, quando ne avrai bisogno, in qualche modo riceverai sempre aiuto – disse il primo nano. – Il mio dono per te è la Speranza, perché tu la custodisca nel cuore e non la perda mai, qualunque cosa la vita ti proponga di sperimentare – disse il secondo nano, carezzandole il volto. – E’ la Carità il mio dono – passò a dire il terzo - perché tu possa ricordare sempre che ogni essere umano fa quello che può, e non ci possiamo arrabbiare se non riceviamo quel che vorremmo da qualcuno che quel qualcosa non ha. – Oggi diventerai regina ed è importante che tu tratti tutti i tuoi sudditi con Giustizia, questo è il mio dono per te - disse il quarto nano quando fu il suo momento. – E dovrai saper attendere. Attendere che ognuno, con i suoi tempi, risvegli il suo cuore e il suo intelletto e sappia comprendere quel che tu oggi comprendi. Per questo ti dono la Temperanza – furono le parole del quinto nano. – E non dovrai prendere decisioni precipitose, e certamente non prima di aver ascoltato con molta attenzione il tuo cuore … Ti dono la Prudenza perché tu ti possa ricordare che sei la sola responsabile delle scelte che farai e delle conseguenze che queste scelte recheranno – le disse il sesto nano. Non restava che il dono del settimo nano, il più piccolo di tutti, che si avvicinò timidamente, dicendole: - Proprio a me tocca donarti la Fortezza, perché tu sappia in ogni momento che dentro di te c’è molta, ma molta più forza di quante ne immagini. Ricordati che siamo collegati alla Sorgente inesauribile di Forza e di Amore … Custodisci questa certezza nel tuo cuore! - Grazie amici miei – disse allora Biancaneve, commossa. – Sono felice di avervi incontrati sul mio cammino, mi avete insegnato che da una disavventura, qualche volta, può nascere qualcosa di meraviglioso che arricchisce la nostra vita!
La cerimonia ebbe inizio e fu sfarzosa e degna della regina che Biancaneve ormai era. Il re e la bellissima regina ballarono fino a sera insieme a tutti gli ospiti di corte, ai sette nani, al servo e a tutti gli abitanti del paese. A sera, poi, vennero narrate storie e lette poesie … la festa andò avanti fino a notte fonda …
Quando la musica si spense … un’altra musica che proveniva dal lontano bosco, oltre i sette monti, cominciò a suonare e il vento portò queste parole:



Non c’è odio che Amor non possa superare
se nel cuore la soluzione vai a cercare.
Se del tuo cuor ascolti il canto buono
puoi collegarti al cuore di ogni uomo.
E collegàti nell’Eternità,
non c’è alcun dubbio … siam destinati alla Felicità.
 
- Di nuovo sento quella voce, la stessa che tanto tempo fa udii nel bosco … Ma chi sei? Dove sei? Fatti vedere! … - disse il servo scrutando l’orizzonte.
Nel cielo, ridevano le stelle …


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