Molto tempo fa un povero taglialegna
viveva in una piccola e povera casetta sul limitare del bosco, con la moglie e i
suoi due figlioli: il maschietto si chiamava Hansel e la bambina si chiamava
Gretel.
Erano tempi duri, il lavoro scarseggiava, il povero taglialegna non aveva neppure i soldi per comprare il cibo per la propria famiglia. Fu così che un giorno sua moglie gli disse: - Così non si può più andare avanti, non abbiamo più niente da mangiare … Domattina porteremo i bambini nella foresta, e quando saremo proprio nel folto accenderemo un fuoco, daremo loro un pezzettino di pane per uno, diremo che andiamo a lavorare e… li lasceremo lì: la strada per tornare a casa non la ritroveranno di sicuro.
L’uomo prima non voleva nemmeno sentirne parlare, ma poi a malincuore acconsentì, pensando che i suoi figlioli conoscevano molto bene i frutti e le radici che crescevano in quel bosco e che facilmente ne avrebbero trovati in abbondanza per nutrirsi … almeno lì sarebbero sopravvissuti e, quando la situazione fosse migliorata, sarebbe certamente tornatoa riprenderli. In cuor suo aveva deciso: sì, avrebbe fatto proprio così!
I bambini però avevano sentito che cosa aveva detto la mamma. Piangendo amaramente Gretel, che era la più piccolina, disse ad Hansel: - Per noi non c’è speranza.
– Smettila, Gretel, - le sussurrò Hansel – non ti disperare, vedrai che m’inventerò qualcosa.
Pensa che ti ripensa, ad Hansel venne un’idea: si alzò, infilò la sua giacchetta, socchiuse la porta e sgattaiolò fuori. La luna splendeva chiara e sembrava accarezzare i sassolini bianchi che sotto la sua luce parevano tante lucciole. Hansel si chinò, e nella piccola tasca della sua giacchetta ne ficcò tanti quanti ce ne entrarono. Poi, finalmente più tranquillo, tornò dentro, consolò la sorella e si mise a letto.
Erano tempi duri, il lavoro scarseggiava, il povero taglialegna non aveva neppure i soldi per comprare il cibo per la propria famiglia. Fu così che un giorno sua moglie gli disse: - Così non si può più andare avanti, non abbiamo più niente da mangiare … Domattina porteremo i bambini nella foresta, e quando saremo proprio nel folto accenderemo un fuoco, daremo loro un pezzettino di pane per uno, diremo che andiamo a lavorare e… li lasceremo lì: la strada per tornare a casa non la ritroveranno di sicuro.
L’uomo prima non voleva nemmeno sentirne parlare, ma poi a malincuore acconsentì, pensando che i suoi figlioli conoscevano molto bene i frutti e le radici che crescevano in quel bosco e che facilmente ne avrebbero trovati in abbondanza per nutrirsi … almeno lì sarebbero sopravvissuti e, quando la situazione fosse migliorata, sarebbe certamente tornatoa riprenderli. In cuor suo aveva deciso: sì, avrebbe fatto proprio così!
I bambini però avevano sentito che cosa aveva detto la mamma. Piangendo amaramente Gretel, che era la più piccolina, disse ad Hansel: - Per noi non c’è speranza.
– Smettila, Gretel, - le sussurrò Hansel – non ti disperare, vedrai che m’inventerò qualcosa.
Pensa che ti ripensa, ad Hansel venne un’idea: si alzò, infilò la sua giacchetta, socchiuse la porta e sgattaiolò fuori. La luna splendeva chiara e sembrava accarezzare i sassolini bianchi che sotto la sua luce parevano tante lucciole. Hansel si chinò, e nella piccola tasca della sua giacchetta ne ficcò tanti quanti ce ne entrarono. Poi, finalmente più tranquillo, tornò dentro, consolò la sorella e si mise a letto.
Sul tuo sonno vegli la luna,
sia sempre con te la buona fortuna,
riposa bimbo, ritorna a sognare,
domani … una grande prova dovrai affrontare.
Quando fece giorno, prima ancora che il sole si levasse, la mamma andò a svegliare i due bambini: - Alzatevi bambini, andremo nel bosco a far legna. Hansel e Gretel si guardarono tristi e si misero in cammino … Mentre procedevano però, poco per volta, Hansel depositò per terra una piccola pietra alla volta …
Giunti in una radura, il papà disse loro: - Bambini, raccogliete un po’ di legna, voglio accendere un fuoco perché non abbiate freddo.
La mamma aggiunse poi: - Sdraiatevi accanto al fuoco e riposatevi, abbiamo camminato molto. Noi andiamo a spaccar legna. Appena finito, torniamo a prendervi.
E si allontanarono. Il papà aveva gli occhi pieni di lacrime … - Se la caveranno, vedrai! – gli disse teneramente sua moglie prendendogli la mano. – Sono i nostri figli, sono coraggiosi e intelligenti! Nel bosco troveranno di che sopravvivere … Affidiamoli alla Natura visto che noi, in questo momento, non possiamo provvedere a loro! – e così dicendo asciugava le lacrime che le rigavano il volto …
Intanto Hansel e Gretel se ne stavano accanto al fuoco e, quando arrivò mezzogiorno, mangiarono il loro pezzetto di pane. Sentivano, in lontananza, i colpi di scure, perciò credevano che il loro babbo fosse nelle vicinanze. Ma non era la scure: il rumore che sentivano era un ramo che il babbo aveva legato a un albero secco e che il vento sbatacchiava qua e là!
Aspettarono e aspettarono finché fu sera, quindi si addormentarono, per risvegliarsi a notte fonda. Gretel cominciò a piangere: - Come faremo a uscire dalla foresta? – chiese tutta impaurita al fratello. – Aspetta solo un pochino che si alzi la luna, vedrai che ritroveremo la strada di casa – la rassicurò il fratello.
Quando la luna fu alta nel cielo, Hansel prese la sorellina per mano e seguì i sassolini fino a casa.
Mamma e papà, nel rivederli, erano così contenti, perché avevano il cuore a pezzi per averli dovuti lasciare tutti soli nel bosco.
Ma la situazione della famigliola, purtroppo, non era cambiata e così, qualche giorno dopo, la donna ripropose al marito la stessa cosa. Ancora una volta i fratellini sentirono, e di nuovo Hansel si alzò per andare a prendere i sassolini ma … la porta era sbarrata: la mamma l’aveva chiusa col chiavistello perché aveva sentito dire, in paese, che alcuni cinghiali erano scesi nella parte bassa del bosco e che c’era pericolo entrassero perfino nelle case!
Così accade, coraggioso bambino,
ciascuno deve affrontare il proprio destino …
neppure il tuo ingegno ti potrà aiutare,
nel buio del bosco … tu dovrai tornare.
Ma non ti lascerò partire,
senza donarti ciò che, realmente, ti può servire:
è la Verità che il cuore conduce …
dopo il Buio, c’è sempre la Luce!
La sorellina piangeva e Hansel la rassicurò ancora una volta: - Non piangere Gretel, dormi tranquilla, vedrai che Qualcuno ci aiuterà.
Così si addormentò la piccola Gretel, fra le braccia tremanti di suo fratello che quella notte no, proprio non riuscì a prender sonno …
Sul far del giorno la mamma andò dai bambini, li fece alzare e diede a ciascuno un pezzettino di pane.
Mentre camminava ancora una volta in direzione del bosco … Hansel ebbe un’altra idea e subito la realizzò! Tenendo la mano ben nascosta nella tasca, afferrò il pane e lo sbriciolò tutto, poi di tratto in tratto, si fermava un poco e buttava una briciola per terra. Questa volta il pane avrebbe segnato la via di casa!
Stavolta, però, mamma e papà avevano condotto i bambini molto più lontano nella foresta, dove in vita loro non erano mai stati. Fu acceso anche questa volta un gran fuoco e la madre disse: - Statevene qui bambini, se siete stanchi fatevi un sonnellino: noi andiamo a far legna e quando avremo finito torneremo a prendervi.
Così trascorse anche quel mattino e, quando fu mezzogiorno, Gretel divise il suo pane con Hansel, mangiarono lentamente ciascuno il suo pezzetto e poi si addormentarono.
Quando si risvegliarono era mezzanotte e come sempre, al buio, Gretel aveva paura.
Hansel consolò la sorellina dicendole: - Bisogna solo aspettare che si alzi la luna, allora le briciole di pane che ho sparso cammin facendo si vedranno e ci mostreranno la strada di casa…
Ma a casa per ora non si può tornare,
c’è ancora qualcosa da imparare!
Quando la luna fu finalmente alta si misero in cammino, ma le briciole di pane non c’erano più:le avevano beccate gli uccellini che volavano per i boschi e per i campi!
Hansel rassicurò Gretel: - Troveremo ugualmente la strada.
Ma non la trovarono: tutta la notte e il giorno successivo camminarono, e dalla foresta non riuscivano proprio a uscire. Erano così stanchi e affamati che crollarono per la stanchezza: era la terza mattina che erano fuori casa!
Ma non si diedero per vinti. E così, appena riprese le forze, ricominciarono a camminare, ma la foresta si faceva sempre più fitta.
A mezzogiorno videro, su un ramo, un uccellino bianco come la neve. Era bellissimo e cantava così bene che si fermarono ad ascoltarlo. Quando ebbe finito di cantare, agitò le ali e volò dinnanzi ai due bambini, che lo seguirono. Arrivarono così a una casetta sul cui tetto l’uccellino si posò. Si avvicinarono e… con gran meraviglia videro che la casetta era fatta di marzapane, il tetto era di focaccia, le finestre di zucchero puro, i vetri di caramelle! Da molto distante proveniva un profumo delizioso e invitante, e i due bambini, a digiuno ormai da molti giorni, senza pensarci troppo vi si addentarono sopra.
Hansel disse … - Mangiamo! – e staccò un pezzetto di tetto che divise con la sorella…
Avevano dato il primo morso che … - Chi rosicchia la mia casetta? – disse una vocetta che proveniva dall’interno della casa.
I bambini, per paura che qualcuno togliesse loro il goloso pasto, risposero … - E’ il vento! – e continuarono a mangiare senza badare ad altro.
Non passò un minuto che la porta si aprì di botto e una vecchina, che a malapena si reggeva su una stampella, arrancò fuori.
Hansel e Gretel si presero un tale spavento che lasciarono cadere quel che avevano in mano. Ma la vecchia dondolò la testa e disse: - Eh, cari bambini, chi vi ha portato qui? Venite pure dentro e restate in casa mia finché volete.
Così dicendo prese i due bambini per mano e li condusse nella casetta. Fu servita una buona cena, latte e frittelle con lo zucchero, mele e noci. E, quando si coricarono in due bei lettini candidi e profumati, ad Hansel e Gretel sembrò di essere in paradiso!
La vecchia però aveva fatto solo finta di essere buona: in realtà era una strega malvagia che aveva costruito quella casa per attirare i bambini e farli cadere in trappola.
Dormite bambini, raccogliete il coraggio …
proprio ora inizia la parte più difficile del viaggio!
Siate certi di una cosa soltanto:
non c’è strega al mondo che possa far tanto,
se resterete uniti e collegati col cuore
e con la forza più forte, quella dell’Amore!
La mattina dopo la strega afferrò Hansel, lo portò in una stalla e serrò l’ingresso con un grosso catenaccio. Hansel poteva urlare con quanto fiato aveva, ma non serviva a niente. Poi andò da Gretel, la scosse per svegliarla e disse: - Alzati poltrona, vai a prendere l’acqua e cucina qualcosa di buono a tuo fratello che è nella stalla e che deve diventare grasso. Quando sarà ingrassato abbastanza … me lo mangerò.
Per il povero Hansel, adesso, la piccola Gretel doveva cucinare pranzi prelibati.
Tutte le mattine la vecchia arrancava fino alla stalla e diceva: - Hansel, metti fuori le dita perché senta se sei abbastanza grasso …
Ma Hansel metteva fuori un ossicino di pollo e la vecchia, che ci vedeva poco, non se ne accorgeva. Meravigliosa fantasia dei bambini …
Erano già passate quattro settimane e Hansel era sempre magro … Un giorno, spazientita, la strega non volle più aspettare. – Gretel, va’ a prender l’acqua: grasso o magro, domani tuo fratello sarà mangiato! – decise.
La bambina piangeva e pregava perché la strega cambiasse idea, oppure perché accadesse qualcosa …
Al levar del sole, la strega ordinò a Gretel di uscire, prendere l’acqua, riempire un grosso pentolone e accendere il fuoco. – Prima però dobbiamo cuocere il pane – annunciò – Ho già acceso il forno e preparato l’impasto. Infilati dentro per vedere se è abbastanza caldo per metterci il pane.
Ma Gretel capì che cosa la strega aveva in mente …
Nelle tue mani, ora, è il tuo Destino.
E’ giunto anche per te il tempo di iniziare il Cammino.
Sei sola … non puoi più aspettare.
E’ giunto anche per te il tempo di.
Se te stessa e tuo fratello vuoi salvare
la soluzione da sola si spiega:
devi liberarti della tremenda strega!
E in un attimo Gretel decise. – Non so come fare – disse con la sua vocina di bimba. – Come faccio a entrarci? – Sei una sciocca, non mi servi davvero a nulla! Ma non vedi? L’apertura è abbastanza grande, c’entro perfino io! – e la vecchia si trascinò fin lì e infilò la testa nel forno.
Ora è il momento, non ti scoraggiare,
quel balzo il tuo cuore è pronto a fare!
Respira a fondo, lasciati andare …
Allora Gretel la spinse con tutte le sue forze, in modo che ci s’infilasse tutta, chiuse lo sportello di legno e tirò il catenaccio. Che liberazione!
Allora la vecchia cominciò a urlare, a chiedere di poter uscire … ma nessuno più l’ascoltava.
Gretel corse via e corse più forte che poteva per raggiungere Hansel. Appena arrivò … - Aaaaaaah!!! – con un urlo che echeggiò in tutto il bosco colpì con tutta la sua forza il catenaccio che teneva chiusa la porta!
Il catenaccio saltò via e la porta si aprì. Entrò dentro col più grande dei suoi sorrisi e gridò: - Hansel, siamo liberi, la vecchia strega non ci darà più fastidio!
Com’erano felici, come si abbracciavano, saltavano e si abbracciavano ancora!!
E, siccome non avevano più nulla da temere, entrarono nella casa della strega dove c’erano casse piene di perle, gemme e monete da tutte le parti. – Queste sono meglio dei sassolini! – rise Hansel, e si riempì le tasche finché ce ne entrarono. – Anch’io voglio portare a casa qualcosa! – aggiunse Gretel, e riempì le tasche del suo vestitino. – Adesso andiamocene – disse Hansel. – Dobbiamo andar via da questo posto.
Dopo due ore di cammino, arrivarono sulle rive di un grande fiume. – Come facciamo a traversarlo? – disse Hansel. – Non vedo né un ponte né un ponticello. –E neppure una barchetta – osservò Gretel. – Però c’è un’anatra bianca: se le chiedessimo di aiutarci? – propose. – Sei proprio cresciuta, sorellina! – sorrise Hansel rivolgendo a sua sorella uno sguardo pieno di affetto. Gretel sorrise e non disse nulla … o meglio, gridò: - Signora anatra, potrebbe dare un passaggio a me e a mio fratello?
Ottima idea, mia cara bambina! Quando non trovi un ponte …
tu chiedi aiuto e Qualcuno, in qualche modo … ti risponde!
E l’anatra subito si accostò, Hansel ci montò sopra e invitò la sorellina a sedersi accanto. – No – disse Gretel - per l’anatrina saremmo troppo pesanti, è meglio che ci porti uno per volta.
Brava bambina, una volta ancora!
Oltre al rispetto per la buona bestiola,
hai imparato una lezione importante:
si può star soli per qualche istante
e non si corre nessun rischio …
se serve, basta fare un fischio!
L’anatrella portò i due fratellini uno alla volta sull’altra sponda. Lì, bastò un breve tratto di strada perché la foresta riacquistasse un aspetto familiare, sempre più familiare, finché già da lontano … riconobbero la loro casa!
Fu a quel punto che spiccarono la corsa, si precipitarono dentro e saltarono al collo del babbo. L’uomo non aveva avuto più pace da quando aveva lasciato i bambini nella foresta … - I miei bambini, i miei bambini … - continuava a ripetere, piangendo per la gran gioia di averli ritrovati e il grandissimo dispiacere di averli dovuti lasciare. – Moglie mia, vieni a vedere! – gridò pieno di felicità.
La moglie stava accatastando la legna nella legnaia e … - Che ti succede, marito mio? Cosa dovrei vedere? – disse avvicinandosi alla porta di casa.
E quando vide i suoi bambini … - Hansel! – gridò scoppiando a piangere forte … - Gretel – sussurrò appena, gettandosi fra le loro braccia. – Bambini miei, sono così felice che siate tornati sani e salvi … è stato così difficile lasciarvi lì tutti soli e pensare … - Basta, moglie – la interruppe il marito. – Oggi è giorno di festa! Non abbiamo nulla con cui festeggiare, ma festeggeremo lo stesso il ritorno a casa dei nostri adorati figlioli! – Oh sì che abbiamo qualcosa per festeggiare! – disse Gretel ridendo.
Vuotando le tasche, lasciò scivolare sul tavolo pietre preziose, luccicanti monete d’oro puro, gemme di inestimabile valore …
La meraviglia dei genitori fu tale da lasciarli senza parole! – Non siamo più poveri! – continuò Hansel, guardando suo padre dritto negli occhi. E lentamente vuotò le sue capienti tasche, da cui fuoriuscirono altrettante meraviglie e tesori … - Ma cosa …? – tentò di chiedere il padre. – Quanta luce … sono meravigliose! – disse la mamma. – Luce? … la verità che il cuore conduce … dopo il buio c’è sempre la Luce … - ma dove aveva sentito quelle parole Hansel? Non lo ricordava, eppure … suonavano familiari …
Suonavano … e … - E’ suonata la sveglia … Hansel, tesoro, è ora di alzarsi. Devi prepararti per andare a scuola.
Apre gli occhi, Hansel, e subito il suo sguardo cerca il lettino di sua sorella Gretel che dorme ancora … - Ma dove mi trovo? – chiede alla mamma un po’ affannato. – Oh cielo, tesoro! Sei nella tua stanza … dove se no? – Ma io … ero nel bosco e poi ci siamo persi … e poi la casetta di marzapane … e … - Cosa? La casetta di marzapane?! – dice la mamma sgranando gli occhi … e poi si apre in un sorriso rassicurante: - Tesoro, hai sognato! Stai tranquillo, è stato solo un sogno … ma me lo racconterai stasera, ora è tardi, alzati!
«Un sogno … solo un sogno? … Eppure … » Hansel apre la mano e guarda … una moneta di finissimo oro …
Talvolta coi sogni viaggiamo lontano …
ma resta sempre una prova, nella nostra mano …
(Fiaba tratta dal libro di Marina Iuele.)
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