“Mamma, guarda come sono belli!” esclamò il bambino
saltellando dalla gioia. Aveva appena aperto il coperchio della scatola di
legno, il suo nuovo regalo, con grande impazienza, e ora poteva ammirarne il contenuto: una ventina di
soldatini di piombo allineati come in una parata. Le uniformi rosso
fiammante davano ai piccoli soldati un portamento fiero. Indossavano giacche
color rosso scarlatto, pantaloni blu scuro, cappelli neri con piume rosse e
bianche.
Ogni soldatino portava con fierezza in mano un libro diverso, su cui
erano scritte parole antichissime di saggezza. Era un esercito di Guerrieri di
Luce!
Il bambino li estrasse delicatamente dalla scatola uno a uno
e li mise sul tavolo, guardandoli meravigliato.
“Uno, due, tre … diciannove e … venti … Ehi mamma!” esclamò
il bambino un po’ rattristato. “Ma c’è un soldatino rotto!”
Si trattava, invece, di un soldatino con una gamba sola
perché, quando era stato creato, era l’ultimo e il piombo fuso quel giorno non
era bastato per fargli due gambe, così aveva dovuto accontentarsi … di una!
La mamma si avvicinò, lo guardò attentamente e fece
osservare al figlio: “Eppure guarda … sta perfettamente dritto come gli altri
e, dal suo sguardo, mi sembra anche più coraggioso!” “Hai ragione” ammise il
figlio “sta dritto come gli altri e in più sembra più coraggioso!”
“Per ogni cosa che manca … viene donato qualcos’altro di
speciale!” sorrise la mamma, mentre il bambino sentì crescere la simpatia verso
quello strano soldatino, tanto che divenne subito il suo preferito.
“Vi sistemerò nel posto più bello della stanza!” disse ai
suoi nuovi amici. “E per te” continuò rivolgendosi al suo favorito “ho il posto
più bello di tutti: proprio qui al centro della tavola!” gli sussurrò mentre lo
teneva fra le mani e lo posizionava davanti a un bellissimo castello di carta.
Si trattava di un magnifico castello, costruito con così
tanta cura da sembrare vero! Il suo tetto sembrava d’ardesia, le mura parevano
di vera pietra e addirittura, sulla loro superficie, si distinguevano riflessi
dorati, una lunga scala era bordata con delle ringhiere che assomigliavano in
tutto e per tutto al ferro e, in ultimo, un bellissimo ponte levatoio
introduceva al suo interno.
Il castello sorgeva proprio nel mezzo di un parco
verdeggiante, ricco di alberi secolari, piante multicolori e fontane
zampillanti. Due cigni bianchissimi navigavano maestosamente in un lago di
carta argentata.
Ma la cosa più interessante era una graziosa ballerina che
stava sulla porta d’entrata: portava biondi capelli raccolti in trecce, aveva
occhi limpidi come l’acqua del lago e un sorriso dolce e attraente, che la
rendeva sicuramente la più bella delle ballerine. Indossava un vestito leggero
color verde acqua, stretto in vita, che la faceva sembrare ancora più delicata
e fragile.
Con le braccia alzate sopra la testa, rimaneva in perfetto
equilibrio sulla punta di un piede … “Anche lei! …” pensò il soldatino di
piombo (l’altra gamba, tesa in aria, era in parte nascosta dall’ampia gonna …).
La visione di quella creatura elegante e leggiadra fece
sussultare il cuore del soldatino.
Dallo stesso istante in cui la vide, gli parve di
riconoscere un altro essere simile a lui, con una gamba sola, anche se lei era
molto più bella, tanto bella che non riusciva a smettere di guardarla. Ora non
era più l’unico ad avere una sola gamba! Ora c’era lei, la bellissima ballerina
di cui già si sentiva perdutamente innamorato.
La tua richiesta il
Cielo ha ascoltato,
mio coraggioso e buon
soldato.
Fra i molti possibili
tu hai attirato
l’incontro che hai
tanto desiderato.
L’Energia dei tuoi
pensieri,
quelli di oggi e
quelli di ieri,
ti fa incontrare chi,
come te, sta su una gamba sola …
e la cosa già ti
commuove e ti consola.
“Devo assolutamente
conoscerla, parlare con lei!” decise il nostro buon soldato dallo sguardo
fiero, e subito cominciò ad architettare un piano per farle visita non appena
fosse giunta sera. Ne occorreva uno e alla svelta, impeccabile ed efficace.
“Prima di tutto devo fare in modo che lui
non mi trovi…” pensò riferendosi al bambino. Certamente a fine giornata avrebbe
riposto in ordine i suoi giochi – tutti i bambini lo fanno, lo aveva sentito
dire – e se lo avesse trovato e allineato nella scatola … come avrebbe potuto
raggiungere la sua amata ballerina?
Il soldatino si lasciò così scivolare dietro a un cofanetto,
e lì rimase sdraiato e immobile.
Come previsto, il bambino rimise i suoi soldati nella
scatola, dimenticandosi del nostro eroe!
Venuta la sera, il silenzio invase la casa.
Tutti i suoi abitanti dormivano tranquillamente … ad
eccezione dei giocattoli, naturalmente!
Pochi sanno che è proprio di notte, mentre tutti dormono, che i
giocattoli si animano! Ne combinano di tutti i colori! E proprio
di tutti i colori ne combinarono, quella notte, i giocattoli di quella casa!
Nella penombra, incominciò una folle scorribanda: i palloni
giocarono ai quattro cantoni, gli animali di peluche fecero alcune piroette e i
soldatini di piombo sfilarono al suono del tamburo di un clown variopinto.
In mezzo a tutta questa agitazione, rimanevano tranquilli
solamente la ballerina di carta, sempre elegante nella sua posa acrobatica, e
il soldatino di piombo che, nascosto, continuava a fissarla. “Quant’è bella!”
continuava a dirsi sbirciando dalla fessura del cofanetto … Ma, malgrado la sua
aria coraggiosa, era timido e ritardava di minuto in minuto il momento
dell’incontro.
Tutto preso dai suoi pensieri, non si accorse che nell’ombra
… qualcuno lo stava osservando!
Si trattava di uno gnomo grassoccio, dall’aria un po’
spaurita, da sempre innamorato follemente della ballerina. Questi lo fissava
col suo sguardo languido, sospirando … “Eh, ora che sei arrivato tu, così
giovane, bello e forte … lei non vorrà più saperne di me …” e intanto due grossi
lacrimoni gli rigarono il volto.
A quelle parole, il soldatino di piombo rispose molto
stupito: “Ma come? Tu hai tutte e due le gambe, sei molto più bello di me,
perché temi la mia presenza?”
“Sì, ma io sono goffo, timido e ogni volta che cerco di parlare
con lei balbetto e…”
Eh caro gnomo, mio
buon soldatino,
avete incontrato sul
vostro cammino
una gran bella
lezione di vita:
la bellezza è cosa
assai delicata
ed è difficile al di
fuori trovare
ciò che dentro se
stessi non si riesce a vedere.
Perciò accetta questo
consiglio, giocoso gnomo:
ama prima te stesso
perché sei un dono!
Tu sai scherzare, far
ridere tanto,
la tua allegria
trasforma in riso il pianto!
E anche tu, soldato
del Re,
abbi più fiducia in
te!
E l’Universo ti
invierà, anche,
chi guarderà i tuoi
occhi, non le tue gambe!
Così trascorse la notte e presto arrivò il mattino, quando
il bambino si accorse che il soldatino di piombo era rimasto nascosto dietro al
cofanetto.
“Ah, ecco dov’eri finito!” gli disse mentre lo prendeva e lo
posava sul davanzale della finestra … aperta. Immediatamente, una folata di
vento lo fece cadere nel vuoto. Girando su se stesso, la testa in basso e i
piedi in alto, cadde vertiginosamente. Non potendo chiudere gli occhi … vide
avvicinarsi a gran velocità il terreno. “Ora mi spezzerò!” pensava fra sé il
coraggioso soldato, ma la sua espressione rimase fiera e coraggiosa come
sempre.
Bravo soldato dalla
nobile natura!
Proprio così devi
parlare alla tua paura: guardala in faccia, non lasciarti intimorir dal suo
passaggio,
la paura cede sempre
il passo al coraggio!
Quando smise di volare, si accorse che non si era affatto
spezzato, perché la punta del libro che portava in mano si era conficcata nel
terreno, impedendogli di arrivare al suolo. L’antica saggezza … gli aveva salvato la vita!
Intanto il bambino si era precipitato in strada per
cercarlo, ma le carrozze e i passanti lo nascosero ai suoi occhi.
Disperato, ritornò a casa, piangendo la perdita del suo
soldatino preferito.
Di lì a qualche momento, cominciò a scatenarsi un forte
temporale estivo. In un attimo si formarono dappertutto rivoli d’acqua che
inondarono quasi tutta la strada. Passavano di lì due candidi vecchietti
dall’animo gentile che, vedendo il soldatino quasi del tutto sommerso
dall’acqua, in pericolo di vita, ebbero la magnifica idea di costruirgli una
barchetta di carta, metterlo dentro e appoggiare delicatamente l’imbarcazione
sull’acqua. Gli
Angeli arrivano sempre in soccorso di
chi ne ha bisogno … Non sempre, però,
hanno le ali …
La pioggia cadeva e cadeva, e il livello d’acqua per la
strada saliva sempre più. La fragile imbarcazione, contenente il prezioso
carico del soldatino sballottato, viaggiava ormai a gran velocità verso una
destinazione ignota …
Il soldatino si allontanava sempre più dalla casa del
bambino … e dalla sua amata ballerina!
Guardava la strada diventare piccola, sempre più piccola, man mano che la
barchetta si allontanava … e si sentiva solo e disperato. Inoltre, stava
velocemente scendendo la sera, e questo non faceva che accrescere la sua
tristezza.
Passò momenti interminabili nell’oscurità, bagnato dagli
spruzzi dell’acqua agitata.
L’aria si riempì di un odore nauseabondo: ma allora … il
buio che vedeva … non era la sera … ben presto si accorse di esser finito nelle
fogne!
Ma ogni notte è sempre seguita dal giorno, e ogni tempesta ha sempre
la sua fine.
Così, proprio mentre era al colmo dello sconforto, vide la
luce del sole in lontananza. La luce si fece sempre più forte e divenne un
grande varco aperto sulla campagna e la libertà.
“Pfui … sono sano
e salvo …” pensò il soldatino sospirando con sollievo.
Invece i suoi dispiaceri non erano ancora finiti: un enorme
topo di fogna, dall’aria ben poco amichevole e rassicurante, bloccava l’uscita.
I suoi occhi acuti avevano notato il naufrago che stava cercando una via
d’uscita.
Ma il soffio degli Angeli arriva perfino … dentro le fogne … E fu
così che Essi soffiarono ancora e ancora, fino a rendere la corrente così forte
che il topo, malgrado le sue cattive intenzioni, non riuscì ad afferrare la
barchetta di carta e, tutto arrabbiato e offeso, ben presto si allontanò.
Scampato il pericolo, la barchetta di carta continuò il suo
viaggio attraverso i prati e i campi. Il corso d’acqua s’allargò diventando un
ruscello. In piedi sull’imbarcazione, il soldatino di piombo osservava i fiori
che ornavano le rive tranquille.
Dopo questa momentanea calma, però, l’acqua divenne sempre
più agitata, e il ruscello si trasformò in una cascata che si riversava in un
lago.
Questa volta la corrente era troppo forte e una piccola, leggera barchetta di carta non era in
grado di sostenerla … E infatti si capovolse. Il soldatino di piombo colò a
picco!
“Addio graziosa ballerina!” disse il suo cuore mentre
scendeva nell’acqua profonda.
Improvvisamente, un enorme pesce che girovagava lo scambiò
per una preda di cui era goloso, e in un sol boccone lo afferrò e lo inghiottì
tutto intero!
Per il soldatino di piombo ci fu di nuovo l’oscurità …
Mi senti di là dentro
mio buon soldatino?
Abbi fiducia nel buon
Destino!
Non disperare, non
abbandonare il coraggio:
non è ancora finito
il tuo lungo viaggio!
Voglio dirti una cosa
che mi ha insegnato la Vita:
non è finita finchè …
non è finita!
Poco dopo, il pesce venne catturato dalla rete di un pescatore
del mercato. Il
Destino volle poi che il pesce fosse comprato … dalla mamma del bambino.
E così, aprendo il ventre dell’animale per pulirlo, fu meravigliata di trovarci
… il soldatino perduto per il quale il suo bimbo aveva versato tante lacrime!
La mamma ne fu felicissima e decise di fare una sorpresa al
suo bambino: prese il soldatino, lo pulì ben bene e lo mise sul tavolo, proprio
vicino al castello di cartone.
Nel rivederlo, anche la ballerina fu molto stupita … e molto
contenta: gli
mandò un sorriso così dolce, ma così dolce, che il soldatino capì che anche lei lo amava!
Quanto fu grande la felicità che provò! Non sapeva neanche
descriverla! Dopo tante disavventure e paure … ma ora non voleva pensarci più,
ora contava soltanto il radioso
sorriso di lei, la sua grazia, il suo sguardo gentile … era ancora più bella di
come lui la ricordava!
Anche il simpatico gnometto da sempre innamorato della
ballerina – ricordate? – vedendo quegli sguardi pieni d’Amore … capì di non
avere speranza, ma sorrise perché sapeva che lei sarebbe stata felice
col suo soldatino.
Quando arrivò il bambino nella stanza … non vi dico la sua
gioia! Il suo amico, il suo più caro amico era ritornato! Pensava che non lo
avrebbe visto mai più, e invece …
“Ora ti metto in un posto sicuro, un posto in cui non
correrai pericoli, ti terrò sempre con me!”
Così prese il soldatino di piombo e lo mise all’interno del
castello, proprio accanto alla ballerina. Entrambi sarebbero stati protetti
dalle mura: nessun vento, nessun pericolo li avrebbe raggiunti e il bambino
avrebbe potuto giocare con loro tutte le volte che lo avesse desiderato.
Il nostro Guerriero di Luce era finalmente tornato nel posto che gli spettava. Tutte le prove che aveva superato lo avevano
reso ancora più forte, e felice di essere vivo! Ora sapeva
apprezzare con tutto il suo cuore la fortuna di avere una casa in cui non si
corrono pericoli, un amico che lo aveva accolto con tanto calore … e l’amore
della bella ballerina che aveva rischiato di non vedere mai più!
“Grazie” fu la sola cosa che disse, e l’Universo gli sorrise.
Qui non finisce la
storia del soldatino di piombo, qui comincia
… Ma io non la posso più raccontare, perché la vera felicità … non contiene parole.
(Marina Iuele, "7 piccole storie...riscritte per te")
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