Quando nacque, in una notte di
luna piena, la sua mamma la strinse a sè e la riempì di tenere coccole, tanto
era felice di aver messo al mondo una creatura così bella.
Era in effetti una giraffa molto carina e, dopo pochi giorni, riusciva già a stare ritta sulle proprie zampe, coraggiosa e curiosa di conoscere quel mondo che le pareva, a prima vista, meraviglioso ed accogliente.
Tutti gli animali si complimentavano con lei quando la vedevano passeggiare tra il verde e facevano a gara per darle suggerimenti e consigli.
La sua vita di società divenne alquanto intensa: le zebre la invitavano a giocare con loro, mamma gorilla le raccontava tante storie e Baby, così si chiamava la piccola giraffa, era tanto felice.
Si nutriva a volontà e cresceva velocemente. Soltanto il collo non voleva saperne di allungarsi come è consuetudine della sua razza. Infatti il suo corpo era sorretto da quattro lunghe zampe ma il collo era veramente corto.
Mamma Giraffa non sapeva spiegarsi il perchè ma neppure si disperava, amava così tanto la sua creatura che era certa che col tempo tutto si sarebbe sistemato.
Baby però vedeva le altre giraffe che, per toccar terra o immergere il muso nell'acqua per bere, si esibivano in vere e proprie acrobazie: lei non faceva alcuna fatica e cominciava a domandarsi il perchè.
"Mamma, perchè il mio collo non è come gli altri?" chiese un giorno pensierosa. "Non è nulla, piccola mia, non ti devi preoccupare. Vedrai che prima o poi, come per magia, si allungherà e potrai mangiare da sola direttamente dagli alberi, anche quelli più alti" la consolò la madre.
"Magia? Chissà che avrà voluto dire... Magia... Magia..." ripetè dirigendosi verso il fiume per bere.
E mentre si dondolava sulle zampe, domandava agli animali che incontrava cosa fosse la "magia", ma non ebbe risposta.
Aveva appena immerso il musetto nell'acqua fresca per dissetarsi, quando si accorse di un'ombra scura poco distante nel fiume.
"Ciao, chi sei tu che ti muovi nell'acqua?" domandò l'ingenua giraffa, ma non ottenne risposta.
"Io mi chiamo Baby e tu?" riprese gentilmente. Silenzio anche questa volta. Osservò attentamente quell'essere che sembrava un pesce ma era troppo grosso e pure alquanto brutto, tutto scuro, con un faccione lungo ed appuntito da incuterle timore.
"Che sia la magia?" disse tra sè la giraffa.
"Senti, toglimi una curiosità: ti chiami per caso Magia? La mamma ha detto che il mio collo si allungherà quando incontrerò la magia..."
A sentire quelle parole, la misteriosa creatura si mosse verso la piccola facendo fuoriuscire dallo specchio d'acqua il suo muso lungo contornato da una fila di denti aguzzi da far rabbrividire: era un coccodrillo.
"Certo che sono la magia, avvicinati così mi potrai osservare meglio" la invitò l'astuto coccodrillo.
La piccola ed ingenua Baby, felice di poter veder realizzato il sogno di avere finalmente un collo lungo come le altre giraffe, si avvicinò all'animale, ignara del pericolo.
"Eccomi, cosa devo fare?" domandò.
"Avvicinati, che compio la magia" rispose il coccodrillo aprendo l'enorme bocca, già pregustando un lauto pranzetto.
Tutta contenta ed emozionata, Baby fiduciosa abbassò il collo nell'acqua in direzione della magia… Già immaginava di tornare dalla mamma con il collo allungato e di mangiare, finalmente da sola, le foglioline più verdi dai rami degli alberi più alti.
All'improvviso il coccodrillo le prese il piccolo collo tra i denti ed iniziò a tirare, tirare, tirare... Baby, spaventata, iniziò a puntare le zampe a terra tra il fango e, con le lacrime agli occhi, si mise ad urlare e a chiedere aiuto.
Poco distante stava riposando l'elefantino Birba il quale, sentendo il vociare della piccola amica, si precipitò verso il fiume in suo aiuto.
Birba, con i suoi 200 chili di peso, si scaraventò arrabbiatissimo sul coccodrillo, lo afferrò con la proboscide e gli fece fare un volo di diversi metri, mandandolo a finire sulla riva opposta.
Baby, si strinse all'amico piangendo ed insieme tornarono a casa.
Saputo dell'accaduto, la mamma rassicurò la piccola e le disse: "Baby, la natura ha voluto che tu fossi speciale. Quando sarai grande capirai da sola il significato delle mie parole. Non temere, anche se non possiedi un collo lungo 2 metri sei per me la più bella giraffa di tutta la savana: sei figlia mia". Tutti gli amici animali si strinsero loro attorno, ognuno con una parola affettuosa.
Baby e Birba, tranquilli e spensierati, si misero a correre tra l'erba alta, uno con la sua lunga proboscide e l'altra con il suo collo rimasto corto, mentre la giornata volgeva al termine.
Era in effetti una giraffa molto carina e, dopo pochi giorni, riusciva già a stare ritta sulle proprie zampe, coraggiosa e curiosa di conoscere quel mondo che le pareva, a prima vista, meraviglioso ed accogliente.
Tutti gli animali si complimentavano con lei quando la vedevano passeggiare tra il verde e facevano a gara per darle suggerimenti e consigli.
La sua vita di società divenne alquanto intensa: le zebre la invitavano a giocare con loro, mamma gorilla le raccontava tante storie e Baby, così si chiamava la piccola giraffa, era tanto felice.
Si nutriva a volontà e cresceva velocemente. Soltanto il collo non voleva saperne di allungarsi come è consuetudine della sua razza. Infatti il suo corpo era sorretto da quattro lunghe zampe ma il collo era veramente corto.
Mamma Giraffa non sapeva spiegarsi il perchè ma neppure si disperava, amava così tanto la sua creatura che era certa che col tempo tutto si sarebbe sistemato.
Baby però vedeva le altre giraffe che, per toccar terra o immergere il muso nell'acqua per bere, si esibivano in vere e proprie acrobazie: lei non faceva alcuna fatica e cominciava a domandarsi il perchè.
"Mamma, perchè il mio collo non è come gli altri?" chiese un giorno pensierosa. "Non è nulla, piccola mia, non ti devi preoccupare. Vedrai che prima o poi, come per magia, si allungherà e potrai mangiare da sola direttamente dagli alberi, anche quelli più alti" la consolò la madre.
"Magia? Chissà che avrà voluto dire... Magia... Magia..." ripetè dirigendosi verso il fiume per bere.
E mentre si dondolava sulle zampe, domandava agli animali che incontrava cosa fosse la "magia", ma non ebbe risposta.
Aveva appena immerso il musetto nell'acqua fresca per dissetarsi, quando si accorse di un'ombra scura poco distante nel fiume.
"Ciao, chi sei tu che ti muovi nell'acqua?" domandò l'ingenua giraffa, ma non ottenne risposta.
"Io mi chiamo Baby e tu?" riprese gentilmente. Silenzio anche questa volta. Osservò attentamente quell'essere che sembrava un pesce ma era troppo grosso e pure alquanto brutto, tutto scuro, con un faccione lungo ed appuntito da incuterle timore.
"Che sia la magia?" disse tra sè la giraffa.
"Senti, toglimi una curiosità: ti chiami per caso Magia? La mamma ha detto che il mio collo si allungherà quando incontrerò la magia..."
A sentire quelle parole, la misteriosa creatura si mosse verso la piccola facendo fuoriuscire dallo specchio d'acqua il suo muso lungo contornato da una fila di denti aguzzi da far rabbrividire: era un coccodrillo.
"Certo che sono la magia, avvicinati così mi potrai osservare meglio" la invitò l'astuto coccodrillo.
La piccola ed ingenua Baby, felice di poter veder realizzato il sogno di avere finalmente un collo lungo come le altre giraffe, si avvicinò all'animale, ignara del pericolo.
"Eccomi, cosa devo fare?" domandò.
"Avvicinati, che compio la magia" rispose il coccodrillo aprendo l'enorme bocca, già pregustando un lauto pranzetto.
Tutta contenta ed emozionata, Baby fiduciosa abbassò il collo nell'acqua in direzione della magia… Già immaginava di tornare dalla mamma con il collo allungato e di mangiare, finalmente da sola, le foglioline più verdi dai rami degli alberi più alti.
All'improvviso il coccodrillo le prese il piccolo collo tra i denti ed iniziò a tirare, tirare, tirare... Baby, spaventata, iniziò a puntare le zampe a terra tra il fango e, con le lacrime agli occhi, si mise ad urlare e a chiedere aiuto.
Poco distante stava riposando l'elefantino Birba il quale, sentendo il vociare della piccola amica, si precipitò verso il fiume in suo aiuto.
Birba, con i suoi 200 chili di peso, si scaraventò arrabbiatissimo sul coccodrillo, lo afferrò con la proboscide e gli fece fare un volo di diversi metri, mandandolo a finire sulla riva opposta.
Baby, si strinse all'amico piangendo ed insieme tornarono a casa.
Saputo dell'accaduto, la mamma rassicurò la piccola e le disse: "Baby, la natura ha voluto che tu fossi speciale. Quando sarai grande capirai da sola il significato delle mie parole. Non temere, anche se non possiedi un collo lungo 2 metri sei per me la più bella giraffa di tutta la savana: sei figlia mia". Tutti gli amici animali si strinsero loro attorno, ognuno con una parola affettuosa.
Baby e Birba, tranquilli e spensierati, si misero a correre tra l'erba alta, uno con la sua lunga proboscide e l'altra con il suo collo rimasto corto, mentre la giornata volgeva al termine.
(di Greta Blu lagirandola.it)
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