Verdiana
stava seduta in giardino con le gambe incrociate e teneva in una mano
un bicchiere d'acqua e sapone, mentre soffiava delicatamente nella
cannuccia fatta con un foglio di giornale. Dalla fradicia estremità di
quel primitivo strumento uscivano, come mute note musicali, i fragili
piccoli soffi del suo respiro, avvolti in un sottilissimo spessore di
saponata che assumeva una forma sferica, costituita da molteplici strati di colori che ruotavano uno sull'altro, vorticosamente.
La bambina si sentiva emozionata e fiera di quelle sue creazioni
personali che, dopo essersi staccate dalla cannuccia, salivano verso il
cielo con colori cangianti, poi divenivano tremolanti e svanivano nel
nulla, lanciando nell'aria un silenzioso schizzo di microscopica
schiuma.
Era lei che dava vita a quelle meraviglie, la cui
breve durata era ripagata dal loro fascino indicibile: con un dolce
respiro e una goccia d'acqua e sapone poteva creare un'opera d'arte,
come quella di un pittore o di un vetraio di Murano.
Più in là,
nel giardino, Celeste rincorreva le farfalle e non badava a Verdiana e
alle sue bolle di sapone. Ma una di queste, sospinta dalla brezza,
giunse a posarsi su di una foglia, restando intatta. Celeste poté vedere
una farfalla gialla e nera avvicinarsi alla bolla e venirne risucchiata
all'interno: la farfalla imprigionata non pareva soffrirne, perché era
libera di muovere le ali come prima. E i suoi colori si riflettevano
sulla superficie di sapone della bolla, facendola apparire ancora più
bella e fantastica.
Ad un battito d'ali della farfalla, la
bolla si staccò dalla foglia e prese a volteggiare nuovamente nell'aria,
ma il suo movimento non era più casuale: la farfalla poteva dirigerla a
suo piacimento...
Celeste non credeva ai suoi occhi: come poteva esservi entrata senza distruggere la fragilissima bolla di sapone?
Corse verso Verdiana per richiamare l'attenzione dell'amica sullo
strano fenomeno e si imbatté in altre bolle volteggianti nell'aria.
Con la mano sfiorò la più vicina: la sua corsa fu frenata
misteriosamente, come se qualcuno le avesse trattenuto un braccio
all'improvviso. Celeste si sentì risucchiare dalla bolla di sapone e, in
un attimo, si ritrovò imprigionata al suo interno, proprio come era
successo alla farfalla gialla e nera. Il cuore le batteva forte nel
petto, ma una sensazione di pace profonda si impadronì rapidamente di
lei, facendola sentire a proprio agio in quella incredibile situazione.
Era come se, in fondo, non avesse desiderato altro che di essere in
quella bolla, ed era felicissima di potervi rimanere e di sentirsi
dondolare nell'aria, mentre gli strati iridati ruotavano rapidamente su
se stessi, trasmettendole l'impressione di essere avvolta in un
arcobaleno.
Celeste, ormai, non aveva più paura e poteva
concentrare la sua attenzione sulle sensazioni che provava. Prima di
tutto si accorse che i suoni del giardino attorno a lei erano divenuti
profondamente diversi: non sentiva più chiaramente lo stormire delle
foglie, né i cinguettii degli uccelli, e, nemmeno, il frinire delle
cicale... Era come se quei suoni fossero più lontani, ovattati, irreali.
Stranamente, però, poteva udire la voce di Verdiana, che, ancora
accoccolata nel prato, continuava a soffiare nella cannuccia per fare
continuamente nuove bolle di sapone.
"Chissà dove andranno a
finire le mie bolle... forse saliranno fino alle stelle del cielo e
potranno incontrare gli spiriti del passato e del futuro..." - diceva
Verdiana.
Diceva ? No, non era vero! Celeste si accorse che
l'amica non stava assolutamente parlando: le sue labbra non si muovevano
e...,in fondo, ciò sarebbe stato addirittura impossibile, perché
Verdiana non aveva mai smesso di soffiare nella cannuccia...
Celeste pensò di essersi sbagliata. Dall'interno del suo involucro
colorato, mentre volteggiava ancora sopra il giardino, si concentrò a
guardare l'amica e ad ascoltare. "Certo, gli spiriti del passato avranno
molte cose da raccontare ad una bambina come me... peccato che io non
sia una bolla di sapone che può salire fino lassù..." Celeste udì
chiaramente tutte queste parole e, nuovamente, si rese conto che
Verdiana, in effetti, non aveva parlato...
"Saranno i suoi pensieri... " - disse fra sé Celeste - " I suoi pensieri? Ma come è possibile udire dei pensieri?".
Poi rifletté: "E' forse possibile o normale... essere chiusi in una bolla di sapone? Eppure io ci sono!".
E ci stava anche bene: si accorse di essere libera di muoversi e di
poter dirigere gli spostamenti della bolla a suo piacimento, proprio
come aveva visto fare alla farfalla. Ebbe solo un attimo di smarrimento
quando si rese conto, passando accanto ad una margherita del prato, di
non avere più le dimensioni normali: entrando nella bolla si era
rimpicciolita al punto che... avrebbe potuto stare comodamente sdraiata
su un solo petalo di quel fiore!
Pensò
subito: "Riuscirò a ritornare alla mia altezza normale quando uscirò da
qui? Oppure rimarrò sempre piccola come un moscerino?". Poi si chiese
anche: "Ma... ci sarà un modo per uscire da questa bolla?".
Mentre pensava queste cose, udì la voce (o, meglio, il pensiero)
dell'amica Verdiana: "C'è sempre un modo per uscire da ogni luogo e da
ogni situazione... Ehi, Celeste, ma dove ti sei cacciata? Sei entrata
davvero... in una delle mie bolle di sapone?". Celeste si rese subito
conto di poter comunicare con l'amica tramite il pensiero; allora, di
risposta, pensò: "Ci sono entrata per caso e, davvero, ci sto anche
bene... Soltanto mi chiedevo come poter tornare nel mondo normale..."
"E
qual è il mondo normale?" - rispose Verdiana, sempre con il pensiero -
"Forse è normale il mondo delle bolle colorate e il nostro può essere
irreale... Chi lo sa?".
Un leggero colpo di vento sollevò la
bolla di Celeste fin quasi alla cima di una betulla, ma la bambina, con i
movimenti delle mani, riuscì a dirigere nuovamente la bolla verso il
basso, in direzione di Verdiana.
"Mi vedi?" - chiese Celeste - "Sono proprio sopra di te!".
"Ah, eccoti! Ti vedo molto bene... anche se sei più piccola del solito!" - rispose mentalmente Verdiana.
"Non ti meravigli molto che io sia in una bolla..."
"Non
è vero: un po' sono meravigliata... ma io trovo sempre meravigliose le
mie bolle di sapone, con o senza bambine all'interno! E poi, trovo
meravigliose le farfalle, i fiori di questo prato, le nuvole,
l'arcobaleno, i tuoni e i fulmini, la musica, i profumi e i colori...
Perché dovrei meravigliarmi se una mia amica entra in una bolla ?"
"Forse hai ragione!" - pensò Celeste - "Allora ti consiglio di entrarci
anche tu: potremo fare un bel volo insieme nel cielo..."
"Arrivo subito..."
Verdiana
posò sull'erba del prato il bicchiere e la cannuccia di carta, si alzò
in piedi e si diresse saltellante verso l'ultimo sciame di bolle di
sapone che aveva creato. Raggiunse una bellissima bolla dorata e allungò
il dito per toccarla... Fu in un attimo risucchiata all'interno e si
ritrovò subito comodamente sollevata in volo nella brezza. Imparò
immediatamente a dirigere la sua bolla con il movimento delle mani e
riuscì facilmente ad avvicinarsi alla bolla di Celeste.
Le due
amiche si guardarono negli occhi e scoppiarono in una... fragorosa
risata mentale! "Possiamo spingerci verso l'alto e salire più su delle
nuvole!" - pensò Verdiana. "D'accordo! Così potremo goderci il panorama
di tutta la Terra sotto di noi" - acconsentì Celeste.
Guidarono
le loro bolle di sapone sempre più in alto, sopra le montagne, sopra le
nuvole, fino alle regioni più alte del cielo, dove risiedono gli
spiriti del passato e del futuro.
Da lassù guardarono la Terra con grande meraviglia.
Verdiana osservò: "Anche il nostro pianeta non è altro che una gigantesca bolla di sapone! Una bellissima bolla azzurra!".
"E' molto bella la Terra azzurra... Ma gli uomini sanno... di vivere in
una bolla?". Giungeva fino a loro uno strano ronzio sommesso e
incessante; le due bambine lo ascoltarono attente per un po' di tempo.
"Sono i pensieri indistinti di tutte le persone che abitano la Terra" -
concluse Verdiana - "Speriamo che, con tutta quella confusione, gli
uomini riescano a capirsi tra di loro!".
"Speriamo anche -
aggiunse Celeste sorridente - che il nostro pianeta-bolla non scoppi
mai! Sarebbe proprio uno spreco di pensieri..."
"Chissà, forse tutti quei pensieri potrebbero espandersi nell'Universo e dare origine a Nuovi Mondi!" - soggiunse Verdiana.
Sotto di loro il fragile pianeta azzurro ruotava incessantemente nello
spazio, ignaro del suo prezioso contenuto di pensieri di milioni di
uomini e di innumerevoli generazioni...
"Il nostro posto è laggiù" - esclamò Celeste.
"Sì, ritorniamo" - acconsentì Verdiana - "Anche noi apparteniamo a quei pensieri..."
Diressero le loro bolle di sapone verso il basso e, in pochi istanti,
lasciate le regioni celesti dove risiedono gli spiriti del passato e del
futuro, si rituffarono nel presente del pianeta Terra, per fondere i
loro freschi pensieri con quelli di milioni di uomini e di donne...
E la gigantesca bolla azzurra le riavvolse volentieri dentro di sé.
(Tiziano Trivella)
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