Ti ho amato dal primo istante...

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giovedì 11 aprile 2013

Cappuccetto Rosso «rivisitato» in chiave ...moderna ^___*

Ecco la copertina del libro che il mio pastrugno ha ricevuto le passate festività natalizie da Babbo Natale e Gesù Bambino. ;)

L'autrice è Marina Iuele e, proprio come prefazione del libro, scrive una «Lettera aperta ai signori Andersen, Grimm e Perrault».
Condivido con tutti voi tale lettera, che trovo molto carina...

«Stimatissimi Signori Andersen, Grimm e Perrault ... ho il piacere di informarVi che ho avuto l'ardire di metter mano alla Vostra mirabile Opera, anche se, in verità, quel che di seguito leggerete solo vagamente Vi ricorderà quanto da Voi scritto. Non Vi paia il mio un atto di irriverenza nei Vostri riguardi. Al contrario. Vi prego di credermi quando Vi dico che con grande rispetto mi sono avvicinata a quanto da Voi raccolto nella più antica tradizione popolare e poi trascritto, sotto forma di insegnamenti e morali. Essi erano assolutamente conformi al tempo a cui si riferivano! E qui mi perdonerete l'uso del tempo passato.
Solo - lo potrete immaginare - oggi molte cose sono cambiate (oh, i bimbi leggono ancora le fiabe, state tranquilli!) e soprattutto sono cambiati moltissimo i bambini. Li vedeste! Ti guardano con sguardi profondi e consapevoli, che a volte pare contengano più risposte che domande, i loro sorrisi si aprono in espressioni serene che pare vogliano dire «Ma davvero ti preoccupi per questo?» e certe espressioni, credetemi, sono di grande insegnamento.
Così - Voi capite - non possiamo più legger loro racconti infarciti di raccomandazioni restrittive, ambientati in luoghi abitati da lupi cattivi che divorano, da mamme incoscienti che lasciano andar i bimbi da soli per i boschi o li privano del dovuto nutrimento. Non è più tempo di insegnare la diffidenza e la paura. Già troppa ne assorbono attraverso degli strumenti di cui questa "vita moderna" va molto fiera (figuratevi che hanno inventato un aggeggio che è molto diffuso qui da noi. Si tratta di una scatola trasparente da cui trasudano violenze di ogni genere e cattive notizie a volontà. Molti si mettono a fissarla perfino quando mangiano ... pensate a quanto possono esser nutrienti quei piatti di ... "pasta all'anziano bastonato" o di "minestra ai 5 colpi di pistola"!). Vogliamo davvero aggiungere in regalo ai nostri bambini anche pagine di racconti in cui spieghiamo loro che da soli non ce la possono fare, perché il mondo è un luogo così ostile e pericoloso? (E se fosse così ... perché li abbiamo chiamati qui?) Io dico di no! Io dico che dobbiamo insegnar loro la bellezza della vita! Dico che dobbiamo mostrar loro che sicuramente le prove da superare ci sono, ma che è l'Amore l'Energia che tutto può trasformare. Dico che se non indichiamo loro la strada del Perdono (unica vera porta verso la Libertà) abbiamo perso la nostra occasione come Educatori, Genitori, Adulti! Dico che è ora che qualcuno dica ai bambini che sono bellissimi e perfetti così come sono, che hanno diritto di avere paura, di chiedere aiuto, di ingegnarsi a trovare una soluzione per cavarsi dagli impicci (non è forse questo "crescere"?). Dico che è arrivato tempo in cui noi per primi, come adulti, dobbiamo "svegliarci" e saper vedere ogni giorno nuova speranza e nuova meraviglia in questa vita!
E poi, egregi Signori, oggi della vita dei bimbi fanno parte anche i papà (essi son quasi sempre assenti nei vostri racconti, perché, lo comprendo bene, erano di fatto molto distanti dalla vita dei loro figli).
Stanti così le cose, convenite con me, stimati Signori, che occorra un cambiamento? E cambiamento sia!
Proprio per preservare il Vostro lavoro e perché i Vostri racconti possano esser cibo di crescita per i bambini del mio tempo, li ho voluti un po'... spolverare, ho voluto vestirli di abiti moderni, aprir le finestre e lasciare penetrare gentilmente la luce di questo Ventunesimo secolo.
Così, mi sono permessa di scrivere... »  

 Vi avranno letto i vostri genitori la favola di Cappuccetto Rosso, vero?! ;) Beh... a me e al mio pastrugno piace moltissimo la versione "rivisitata" da Marina Iuele. Eccola ...

 

C’era una volta … una bella bambina a cui tutti volevano un mondo di bene … specialmente la sua nonna, che l’adorava e la riempiva sempre di doni. Una volta le regalò una mantellina con un cappuccetto di velluto rosso. La ragazzina l’adorava, al punto che non volle più portare altro. Fu così che tutti presero a chiamarla “Cappuccetto rosso”.

Cappuccetto rosso viveva con mamma e papà in un paese sereno e felice. Sul limitare del bosco, proprio vicino al ruscello, si trovava la sua casetta, bianca e col tetto rosso.
La sua adorata nonna, una vecchina dai candidi capelli, abitava invece dall’altra parte del bosco. La sua casetta sorgeva proprio ai piedi delle Tre querce.
Spesso Cappuccetto rosso andava a trovare la nonna percorrendo la grande strada che passava per il paese.

Un giorno sua madre, riempiendo un cestino di delizie, le disse: - Vieni, Cappuccetto rosso, eccoti un pezzo di focaccia, una bottiglia di vino e dei dolcetti. Portali alla nonna: ho saputo che è debole e malata e queste provviste la faranno sentir meglio. Parti subito, prima che faccia troppo caldo. – Ma ci devo andare da sola, mamma? – disse stupita la bambina, e così continuò … - Non sono mai andata da nessuna parte senza di te … forse è meglio che tu mi accompagni anche stavolta … - Tesoro mio, questa volta dovrai andarci da sola, sei abbastanza grande per farlo e io ho molta fiducia in te – le sorrise la mamma mentre le accarezzava il capo. – Va bene, mamma – proseguì la bambina, non molto convinta per la verità. – Per fare prima, allora, potrei passare attraverso il bosco, così potrei cogliere anche dei fiori freschi da donare alla nonna … - ipotizzò Cappuccetto rosso. – No bambina, dal bosco no, è troppo pericoloso! Sarà meglio che tu segua la strada maestra, così non correrai rischi – rispose risoluta la mamma. – Lasciala andare … è ormai abbastanza grande e prima o poi dovrà inoltrarsi nel bosco – disse il padre. – Le abbiamo insegnato a essere prudente e attenta … se la caverà benissimo, vedrai – proseguì guardando sua moglie con uno sguardo tranquillo, rassicurante. – Hai ragione tu – si rasserenò la donna, e voltandosi verso Cappuccetto rosso … - Se ti fa piacere, passa pure attraverso il bosco, ma non fermarti a parlare con nessuno e neppure a raccogliere i fiori.

Cappuccetto rosso promise, si pettinò, indossò la sua inseparabile mantellina, prese il paniere con le provviste e, senza attendere un minuto di più, si avviò saltellante verso il bosco.
Era una giornata magnifica: il sole splendeva alto nel cielo, gli uccellini cinguettavano felici, un leggero venticello danzava fra le fronde degli alberi. Nell’erba, tante varietà di fiori lucenti offrivano i loro petali al caldo del sole, mentre famiglie di funghetti spuntavano ai piedi e all’ombra di alberi centenari. – Ma è bellissimo il bosco! – esclamò ad alta voce Cappuccetto rosso, che per la prima volta in vita sua vi si addentrava. La sua voce, però, destò un grosso lupo che stava sonnecchiando nascosto fra i cespugli. 

“Oh, ma che bocconcino prelibato … una tenera e giovane ragazzina! E’ proprio l’ora della mia colazione, arriva proprio al momento giusto!” pensò il lupo. “Ma occorre che usi prudenza, tutto intorno è pieno di boscaioli che potrebbero sentirmi e dare l’allarme …” e così riflettendo si avvicinò alla ragazzina con aria fintamente gentile. – Dove vai bella ragazzina? – chiese il lupo sfoderando un gran sorriso. – Chi sei tu? – rispose Cappuccetto rosso fermandosi. – Non ti conosco. – Sono il lupo e vivo in questo bosco. Tu invece sei …? – Cappuccetto rosso e sto recandomi dalla nonna a portarle questo cestino di provviste, visto che è malata. Ho già sentito parlare di te, mamma e papà mi hanno detto che sei un animale cattivo e … - Cattivo … si fa presto a dire “cattivo” … Io sono fatto così!
Ricorda: ogni essere non è buono né cattivo, obbedisce semplicemente alle leggi della sua natura. Basta conoscerle e comportarsi di conseguenza – borbottò il lupo un bel po’ offeso.

Io ti comprendo lupo dalla solitaria natura,
non serve a niente pensare alla tua cattura.
Assai più utile è comprendere con l’intelletto
che ogni essere vivente, al di là del suo aspetto,
serve all’equilibrio di tutto il Creato
ed è perfetto così, come è nato.

Mi dicevi che stai recandoti dalla tua nonna … e dove abita? – proseguì il lupo che già stava architettando il suo piano astuto. – Proprio sul limitare del bosco, presso le Tre querce -  rispose ingenuamente Cappuccetto rosso.
“E così, oltre alla colazione, a quanto pare ho trovato pure il pranzo!...” pensò il lupo sogghignando. 

Intanto camminavano fianco a fianco, il lupo e la ragazzina. – Hai visto quanti bei fiori? Perché non ti fermi a raccoglierne un mazzolino per la tua nonnina? Sono sicuro che le farai una gradita sorpresa … - le propose il lupo, che ormai aveva ben chiaro che cosa fare. – Mi piacerebbe tanto, ma non posso. Ho promesso alla mamma che non mi sarei fermata a raccogliere i fiori … Ma del resto … sono così belli … Hai ragione tu: che pericolo ci può mai essere, in fondo, nel raccogliere dei fiori? – Ma proprio nessuno – incalzò il lupo -  E poi, lo hai visto tu stessa, anche di me ti hanno raccontato tante malvagità, eppure sto passeggiando buono buono accanto a te, tranquillamente … - proseguì il lupo con falsa innocenza.

Ora Cappuccetto rosso non farti ingannare,
collegati al tuo cuore e inizia ad ascoltare.
Ciò che desideri tu puoi sperimentare,
ed è il solo modo per crescere e imparare.
Di mamma e papà ricorda gli insegnamenti,
poi muovi i tuoi passi verso i tuoi veri intenti.

Sì, raccoglierò dei fiori per la nonna! – decise Cappuccetto rosso. – Allora ti saluto … ho un po’ da fare … - concluse frettolosamente il lupo, allontanandosi di gran corsa. E di gran corsa quell’astuto lupo, passando per una scorciatoia, arrivò davanti alla casa delle Tre querce.
Riprese un po’ di fiato e … - Toc toc – bussò alla porta della casa della nonna. – Chi è? – una voce gentile chiese dall’interno. – Sono la tua amata nipotina, Cappuccetto rosso. – farfugliò il lupo, cercando di imitare la voce della ragazzina.

Silenzio. – Sono venuta a portarti un cestino pieno di delizie … - proseguì il lupo.
Silenzio. –Te le manda la mamma … - Il povero lupo non sapeva più che cosa dire e già temeva di aver fatto un viaggio a vuoto, quando … - Sono troppo debole, non posso aprirti, piccina mia. Tira tu il chiavistello e la porta si aprirà … - disse la flebile voce della nonna.
Il lupo non se lo fece ripetere due volte: tirò il chiavistello e la porta si aprì. La scena che trovò, appena ebbe varcato la soglia, fu a dir poco … stupefacente!

La candida vecchina … non sembrava affatto così malata e malconcia come la sua debole voce aveva fatto pensare: si era tranquillamente accomodata sulla sua poltrona, lo sguardo che sembrava bucare gli occhi del lupo e in mano … un grosso mattarello!
Per un attimo il lupo ne ebbe paura! Non si aspettava di certo di trovare una nonnetta così battagliera! E che intenzioni aveva poi con quel mattarello? Forse di colpire la sua capoccia?!

 “Ma io sono il lupo, non posso avere paura! Devo farmi coraggio …o qui, oltre che il pranzo, mi salta anche la colazione!” pensò chiudendo con un colpo secco la porta dietro di sé. – Che vuoi lupastro?! – lo interrogò senza mezzi termini la nonna. – Pensavi davvero di potermi ingannare? Riconoscerei la voce della mia nipotina fra mille e fra le altre cose sei un pessimo attore! – proseguì la nonna deridendo il lupo, il quale si sentiva … a dir poco disorientato! Ma come?! Non era lui quello che doveva fare paura? Non era lui quello che doveva papparsi in un sol boccone la nonna e attendere poi l’arrivo della nipote a cui avrebbe fatto far la stessa fine? Questo era il suo piano, già … ma non si aspettava di trovarsi di fronte una super-nonnetta così forte! – Allora? Sto aspettando la tua risposta … - riprese la nonna mentre le sue dita tamburellavano con un ritmo costante sul mattarello. -  Io … ehm … sarei venuto per … Ma così non si può, nonna! Non posso mettermi a discutere con te! – farfugliò il lupo. – Perché no? – si ammorbidì la nonna (e le sue dita smisero di tamburellare). – Cosa ti serve? Se me lo dici forse posso aiutarti … - gli si rivolse con una certa gentilezza, ma senza mai levargli di dosso lo sguardo penetrante. – Io ho incontrato la tua nipotina nel bosco, mi ha detto che era diretta da te, ho pensato di precederla per mangiarti e poi aspettare lei e … continuare il mio pasto, ecco! – confessò il lupo, ormai disarmato di fronte alla donna.

La nonna lo guardò intensamente (per un istante che al lupo parve eterno …), poi si alzò lentamente, gli si parò dinnanzi e … - Mangerai solo me e risparmierai la mia nipotina – sentenziò. – Sono abbastanza vecchia e ho finito il mio percorso qui, posso anche andarmene. Ogni cosa in natura nasce, cresce, si riproduce, invecchia e poi si trasforma in altra energia. Io ho avuto la fortuna di aver potuto percorrere tutte le tappe e posso anche concludere questo viaggio; ma Cappuccetto rosso no, lei è giovane e deve ancora completare il suo percorso. Tu la lascerai andare: siamo d’accordo?  Il lupo inclinò la testa, incapace di parlare per il gran stupore: accennò appena il suo … sì. – Ricorda di mantenere la tua promessa! … - gli disse la nonna avvicinandosi, e dopo pochi istanti … era già nella pancia del lupo. 

“Non mi sento ancora sazio …” pensò il lupo leccandosi i baffi. “Credo che aspetterò l’arrivo di Cappuccetto rosso, sarà il mio dessert …” e nel dir questo scoppiò in una fragorosa risata: non aveva alcuna intenzione di rispettare il patto stretto con la nonna!

Nel frattempo … - Toc toc – si sentì bussare alla porta. – Solo un momento – disse il lupo cercando di imitare la dolce voce della nonna. – Posso entrare nonnina? – interrogò una voce al di fuori della porta.

Intanto il lupo si era vestito con una camicia da notte, uno scialle e una cuffia che aveva trovato in un cassetto, e si era messo nel letto della nonna. – Entra pure piccola mia – rispose il lupo che ormai giaceva quasi completamente avvolto nelle coperte. 

Cappuccetto rosso entrò in casa, ma … si accorse subito che c’era qualcosa di strano nella sua nonna … e rimase un po’ a distanza. – Oh nonna, che orecchie grandi che hai! – disse. – E’ per sentirti meglio, bambina mia – rispose il lupo, tirando ancora di più la cuffia sul volto. – Oh nonna, che occhi grandi che hai! – proseguì la piccola avvicinandosi un po’. – E’ per vederti meglio, bambina mia – rispose prontamente la finta nonna.
Eppure … c’era qualcosa di strano … di molto strano. Cappuccetto rosso ricordò in quel momento le molte amorevoli raccomandazioni di mamma e papà, ma … il desiderio di scoprire che cosa realmente stesse succedendo alla sua nonna fu più forte di ogni prudenza. E proseguì avvicinandosi ancora: - Oh nonna, che bocca grande che hai!E’ per MANGIARTI meglio! – disse il lupo con la sua voce tonante, e con un solo balzo fu su di lei e … - E’ tutto buio qui … dove sono finita? – piagnucolò la ragazzina mentre la sua voce le faceva eco. – Non aver paura, tesoro … sono qui con te! – era la voce della … - Nonna? – con un filo di voce domandò Cappuccetto rosso. -  Sì tesoro mio, siamo nella pancia del lupo, non temere. Ora però dobbiamo pensare a cosa fare per uscire da qui. – Ho tanta paura, nonna … - si mise a piangere Cappuccetto rosso. – Ti capisco, tesoro … - disse la nonna abbracciandola. – Ma vedrai che con la mia saggezza, e la tua fantasia, usciremo da qui. Non perdere mai la speranza. – e l’accarezzò amorevolmente come faceva sempre. – Ma come facciamo a uscire dalla pancia del lupo? – Ecco  come faremo … - e, nel buio in cui si trovavano, la nonna sussurrò all’orecchio qualcosa alla sua nipotina. – E … funzionerà, nonnina? – replicò Cappuccetto rosso un po’ preoccupata. – Funziona sempre! – concluse sicura di sé la nonna.

Intanto il lupo si era comodamente adagiato sulla poltrona della nonna … dopo quel pasto appetitoso aveva proprio voglia di schiacciare un pisolino! Ma proprio mentre si stava addormentando … non so cosa gli venne in mente ma … gli venne da ridere, ma ridere, ma ridere così tanto che non riusciva più a fermarsi! E man mano rideva sempre più forte, quasi si contorceva dal ridere, al punto che rotolò per terra, sganasciandosi completamente in una risata fragorosa! E più rideva, più spalancava la sua bocca fino a che … quasi sul punto di soffocare dal ridere, dette un sonoro colpo di tosse e … sputò fuori Cappuccetto rosso e la nonna! – Cosa mi avete fatto?! – chiese il lupo, ancora in preda alla risata che non riusciva a trattenere. – Semplice. Il solletico! – rispose fiera Cappuccetto rosso, mentre la nonna recuperò svelta il suo mattarello e … - Oh no nonna, ti prego! – disse il lupo rannicchiato in un cantuccio e con le zampe sul capo. – Stai tranquillo, non ho bisogno di colpirti … ma racconterò a tutti gli animali della foresta che cosa hai combinato … non farai più paura a nessuno! – Oh no, piuttosto colpiscimi col mattarello! – Niente da fare – proseguì divertita la nonna.

Intanto, lì fuori … - Hai visto che se l’è cavata benissimo? – disse il padre di Cappuccetto rosso, osservando dalla finestra quella scena. – Avevo tanta paura per lei – lo guardò la madre. – Ma abbiamo proprio una brava figlia, ha attraversato il bosco e superato i pericoli.
Mamma e papà, infatti, erano partiti pochi minuti dopo la loro figliola e, senza farsi vedere, avevano seguito tutto il percorso della ragazzina, l’avevano vegliata quando aveva incontrato il lupo, pronti a intervenire se lei fosse stata in serio pericolo. Mamma e papà sapevano che nessuno può attraversare il bosco al posto di un altro e che per imparare bisogna vivere personalmente le proprie esperienze. Avevano imparato, quei saggi genitori, che quando una bambina cresce, deve incominciare a camminare da sola perché solo così potrà diventare un’adulta saggia e piena di fiducia in se stessa (come la nonna!). Si fidavano della bontà del suo animo e della sua viva intuizione tanto che le avevano permesso, pur sostenendola in segreto con la loro amorevole presenza, di intraprendere il suo viaggio. – Vieni cara, torniamo a casa, non facciamoci vedere: attenderemo lì la nostra ragazza … - sorrise il padre prendendo per mano la madre. – Beh …  vorrai dire la nostra bambina – scherzosamente lo corresse la madre. – Non più, tesoro, non più …

All’interno della casa il lupo, sempre in un cantuccio, a zampe giunte, invocava clemenza …
E l’ebbe, perché la nonna insegnò a Cappuccetto rosso che il perdono scioglie per sempre ogni rabbia e ogni dolore. – Vattene lupo e non farti più vedere da noi. Stavolta però … mantieni la promessa! – Oh, puoi star certa che lo farò, nonnetta!
E la nonna gli credette, perché sapeva che questa volta aveva capito la lezione. – Vado anch’io nonna cara. Prima che faccia buio voglio essere a casa, ho voglia di abbracciare mamma e papà …

Nel dir questo si avvicinò alla nonna, le diede un bacio leggero sulla fronte, si voltò, salutò con la mano, aprì la porta per uscire e … - Aspetta un attimo, tesoro mio, ho un regalo per te. Lo avevo preparato già da tempo e aspettavo che fosse giunto il momento per dartelo.
Sorridendo con l’amore che solo una nonna può avere nello sguardo, le si avvicinò amorevolmente, aprì la fibbia che teneva chiusa la mantellina rossa, e gliela sfilò. Dalla cassapanca tirò fuori un grazioso cappottino bianco, non più da bambina ma da giovane donna, aiutò la nipote a infilarlo e … - Ecco – le disse. – Non è più tempo di mantelline da bimba … - e sorridendo aggiunse … - Guarda nelle tasche …

La giovane, infilando le mani nelle tasche profonde, vi trovò 3 ghiande (una per ogni Quercia che circondava la casa) e 3 peli del manto del lupo. Li estrasse, e guardò in modo interrogativo la nonna, che le disse: - E’ per non dimenticare. – Non dimenticherò – disse fermamente la ragazza

Uscì dalla porta senza voltarsi mai, a passi lenti e sicuri ripercorse … la strada per tornare a casa, e i ricordi di quell’incredibile giornata! Si stringeva nel suo nuovo cappotto … E sorrideva.

4 commenti:

  1. caro anonimo o cara anonimo,
    mi spiace che non ti piaccia, ma questo blog è una raccolta delle fiabe finora lette a mio figlio e a lui piace molto, come del resto tutte le altre storie e filastrocche contenute in questo blog.
    Caro anonimo o cara anonima, non ti piace? Amen... pazienza per te! Al mio "pastrugno" piace ! :P

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  2. Troppo lunga riassunti voglio

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  3. in realtà a me è stato di aiuto, quindi grazie

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